Alessandra Ferrini vince il Maxxi Bvlgari Prize 2022

Con l’opera "Gaddafi in Rome: Notes for a Film" Alessandra Ferrini (Firenze, 1984) vince la terza edizione del MAXXI BVLGARI PRIZE, il progetto che unisce nel sostegno e la promozione dei giovani artisti il Museo nazionale delle arti del XXI secolo e Bulgari, maison da oltre 130 anni emblema di eccellenza italiana. L’opera entrerà a far parte della Collezione del MAXXI Arte. Silvia Rosi (Scandiano - RE, 1992) si aggiudica il Premio del pubblico per "Teacher Don’t Teach Me Nonsense". La cerimonia di premiazione all’Auditorim del MAXXI è stata preceduta da un talk tra la curatrice della mostra Giulia Ferracci e i 3 artisti finalisti: Alessandra Ferrini, Namsal Siedlecki e Silvia Rosi.
Alessandra Ferrini
Alla premiazione hanno partecipato, tra gli altri, Jean-Christophe Babin, ceo di Bulgari, e Giovanna Melandri, presidente Fondazione MAXXI. La giuria internazionale, composta da Hoor Al Qasimi, presidente e direttrice Sharjah Art Foundation, Chiara Parisi, direttrice Pompidou-Metz, Dirk Snauwaert, direttore WIELS Contemporary Art Centre, Hou Hanru e Bartolomeo Pietromarchi ha scelto "Gaddafi in Rome: Notes for a Film" di Ferrini "per la sua capacità di rappresentare i fatti controversi della storia geo-politica contemporanea, sfidando le formule ufficiali e canonizzate delle narrazioni storiche e giornalistiche. In particolare, per la forza e l’equilibrio nell’analizzare i materiali documentari come fotografie, testi e film, ricomponendoli in una nuova narrazione che riflette sul ruolo della ricerca come essenziale per una dichiarazione in difesa dei diritti umani e della cittadinanza globale nell’epoca post-coloniale". Per la capacità di affrontare temi quali la provenienza, discendenza e memoria in una prospettiva contemporanea tra lirismo e ironia, il premio del pubblico va a Silvia Rosi, il cui lavoro "Teacher Don’t Teach Me Nonsense" ha raccolto oltre il 55% delle preferenze. Dice Giovanna Melandri: "Complimenti ai tre finalisti, scelti dalla giuria internazionale 'per la capacità di esprimere attraverso diversi canoni estetici e sperimentali e un uso innovativo dei mezzi espressivi l’urgenza di immaginare un altro futuro'. E complimenti alle due vincitrici Alessandra Ferrini e Silvia Rosi. Il Premio unisce il museo nazionale delle arti contemporanee a un’eccellenza del made in Italy nel mondo come Bulgari e, proprio grazie a questa collaborazione consolidata e strategica, negli anni è cresciuto, si è rafforzato assomigliando sempre di più ai grandi premi internazionali come il Turner Prize nel Regno Unito e il Premio Duchamp in Francia". Per Jean-Christophe Babin "questa terza edizione conferma il ruolo del MAXXI BVLGARI PRIZE come momento di primaria importanza nella scena artistica italiana e internazionale. La mostra e il premio danno visibilità alle idee di giovani artisti che con la loro poetica ci invitano ad andare oltre i confini della nostra personale visione del mondo per riflettere sui concetti di identità ed appartenenza. Dalle loro opere scaturisce lo stimolo a misurarci con il cambiamento, ma anche a governarlo secondo un sistema di valori condiviso".

Alessandra Ferrini, Namsal Siedlecki e Silvia Rosi

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LA MOSTRA

La prima opera che si incontra è quella di  Alessandra Ferrini, una video installazione che, partendo dal reportage realizzato in quei giorni dal quotidiano "La Repubblica", analizza la prima visita ufficiale in Italia di Muammar Gheddafi nel 2009, per la firma del Trattato di amicizia, partenariato e collaborazione tra Italia e Libia. "Gaddafi in Rome" è un invito a riflettere sul rapporto tra il ruolo dell’informazione e la comprensione di eventi  geopolitici complessi, analizza il rapporto dell’Italia con il suo passato in una prospettiva contemporanea. "Nuovo Vuoto" di Namsal Siedlecki è un’installazione scultoria composta da 6 mani, ciascuna realizzata con un materiale e forma diversi, come anche i plinti su cui poggiano (gesso e cemento, legno di Cirmolo, gres, poliestirolo, poliuretano azzurro, bronzo, vetro soffiato). La ricerca dell’artista, infatti, è caratterizzata da un interesse particolare alla manipolazione e all’evoluzione della materia, al suo passaggio da uno status a un altro. Come un moderno alchimista, Siedlecki si confronta con un’ampia varietà di elementi e di soluzioni tecniche volte loro per raccontare il processo di trasformazione di un corpo. Conclude il percorso espositivo "Teacher Don’t Teach Me Nonsense" di Silvia Rosi, artista italiana di origini togolesi, che fa della fotografia una pratica di ricerca sull’identità e sulla memoria. Il suo lavoro ricostruisce la storia della sua famiglia e la sua eredità identitaria attraverso il recupero di eventi di vita quotidiana. In quest’opera, composta da tre nuclei fotografici e video e da un’installazione audio, l’artista mette in evidenza l’importanza della lingua nel processo di affermazione identitaria e riflette sulle conseguenze degli eventi coloniali avvenuti in Togo, anche sul fronte linguistico.  

MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo

Via Guido Reni 4/a

Roma

www.bulgari.com | #MAXXIBvlgariPrize    

www.maxxi.art  

info: 06.320.19.54