"Asian Film Festival": capolavori e anteprime a Roma

Giappone, Corea del Sud, Cina, Filippine, Hong Kong, Taiwan, Indonesia, Malesia, Thailandia, Vietnam e Singapore: sono 11 i Paesi coinvolti nella diciottesima edizione dell'Asian Film Festival, la manifestazione organizzata da Cineforum Robert Bresson e diretta da Antonio Termenini in programma dal 17 al 23 giugno al Farnese Arthouse di Roma (Piazza Campo de' Fiori 56). Il ricco calendario, che prevede quattro proiezioni sottotitolate quotidiane, comprende 28 lungometraggi e 2 cortometraggi con cinque anteprime internazionali, sei europee e numerosi anticipazioni italiane.
Un'iniziativa che rivolge il proprio sguardo, in particolare, agli esordi e ai "Newcomers", i giovani registi più promettenti. Provengono dal Giappone il film di apertura, "Wife of a Spy" di Kiyoshi Kurosawa, già vincitore del Leone d’Argento all’ultimo festival di Venezia, e altre pellicole stranianti, divertenti e pieni di contaminazioni, come "Dancing Mary" di Sabu, "Red Post on Escher Street" di Sion Sono e il più autoriale "Under the Stars"  di Tatsushi Ohmori. Tra gli eventi speciali, avrà luogo la seconda edizione del Korean Day, una intera giornata - sabato 19 giugno - dedicata al cinema sudcoreano in cui saranno presentati 4 lungometraggi e un corto, in collaborazione con l’Istituto di Cultura Coreano di Roma. Lo sguardo impertinente e autoriale dell’Hong Sang-soo di "The Woman Who Ran" si alternerà alla commedia sentimentale amara "Our Joyful Summer Days", allo sguardo sulle tradizioni delle pescatrici dell’isola di Jeju  in "Everglow" fino al noir al femminile di "Go Back" della regista indipendente Seo Eun-young. Altro evento speciale, promosso in collaborazione con l’Ambasciata del Vietnam in Italia, è il Vietnam Day, che vedrà presentare il 22 giugno 4 titoli in anteprima assoluta: si passa dagli straordinari successi, ancora nelle sale in patria, di "Dad I’m Sorry", commedia generazionale, e "Blood Moon Party", nuovo inaspettato remake di "Perfetti sconosciuti", all’affascinante "Rom" e all’horror "Home Sweet Home". L’iniziativa  porta a compimento una fruttuosa collaborazione con il Vietnam dopo la promozione del cinema italiano a Hanoi e Ho Chi Minh City tenutasi lo scorso anno in collaborazione con l’Ambasciata italiana a Hanoi e il consolato a Ho Chi Minh City.

"The Waste Land"
Viene poi presentata una serie di opere significative provenienti dalla Cina, quali le spiazzanti e abbacinanti "The Waste Land" e "Sons of Happiness", firmate da registi esordienti ma dallo sguardo maturo, forte e riconoscibile, oltre a "Mosaic Portratit", inteso ritratto di un’adolescente vittima di un abuso. Altri temi che percorrono in filigrana il festival sono i difficili e complessi rapporti familiari sviscerati nel cinese "Grey Fish", in "Leaving Hom e" da Singapore, nel malese "Sometime, Sometime", in "Malu" di Edmund  Yeo e nel filippino "Tangpuan"; il senso di perdita dovuto a problemi economici ("Repossession"); lo sviluppo sostenibile e i cambiamenti climatici al centro di "Mekong 2030". Completano il programma "Genus Pan" del maestro filippino Lav Diaz e l’anteprima europea dell’hongkonghese "Stoma", film quasi biografico sul fotografo e regista prematuramente scomparso Julian Lee.

Un fermo immagine di "Stoma", anteprima europea al Festival di Roma