Sulla "Riviera svizzera" torna il Montreux Jazz Festival

Dopo due anni di stop causa Covid, Montreux Jazz Festival torna prepotentemente alla ribalta della scena musicale mondiale (oltre i generi) nella sua veste storica più autentica. Con la 56a edizione, dall'1 al 16 luglio 2022, tra moltissimi palcoscenici - due restano, però, quelli principali: l'Auditorium Stravinski (4mila posti) e il Lab del Festival (2mila posti) - la rassegna estiva si presenta con un "fuoco di fila" impressionante per nomi e partiture (70 i musicisti in cartellone). Tra i grandi da non perdere - in rigoroso ordine di esibizione - sono annunciati sulle rive del Lago di Ginevra (top event elvetico) A.HA (1 luglio), Nick Cave & The Bad Seeds (2 luglio), Bjork (con la Sinfonietta di Losanna, 3 luglio, di ritorno qui dopo 24 anni), Diana Ross (9 luglio, debutto assoluto a Montreux), John McLaughlin and the 4 Dimension (11 luglio), Van Morrison (special guest Jeff Beck, 15 luglio), Herbie Hancock (16 luglio) senza dimenticare i Maneskin, Arlo Parks, Phoebe Bridgers, Stormzy, Self Esteem, Girl In Red e molti altri ancora.
Diana Ross (photo Montreux Jazz Festival)
Non ci sono barriere, come detto, di genere ma nemmeno di tempo. Un concetto ben sottolineato da tvsvizzera.it: "Anni 60, 70, 80, 90 e 2000, leggende del jazz, rocker mitici, vecchie e nuove icone della musica pop, crooner, rapper, cantanti francesi e latini, artisti emergenti, duo a sorpresa e progetti speciali" compongono il cartellone della kermesse, "un universo sonoro vertiginoso", lo ha definito il direttore Mathieu Jaton annunciando date e serate dell'edizione 2022. Bisogna sapersi orientare bene e non trascurare alcun incontro. Un esempio?: "L'ex cantante dei Led Zeppelin Robert Plant suonerà con la regina del bluegrass Alison Krauss mentre la leggenda britannica degli anni sessanta Jeff Beck" annuncia che svelerà più avanti chi sarà "l'ospite a sorpresa di sua scelta". Non mancano le novità e il rilancio postpandemico (si spera) della manifestazione coincide con innovazione e scenari futuristici: "Dalla sua ultima edizione "normale" nel 2019 - spiegano gli organizzatori - il Montreux Jazz Festival si è più che mai trasformato in un 'ecosistema' attivo tutto l'anno. In due stagioni le varie entità del Festival hanno allestito un'edizione interamente digitale, costruito un incredibile palcoscenico sul lago, organizzato due festival autunnali, inaugurato un nuovo momento del Festival in Cina, lanciato una nuova collezione di vinili, pubblicato una serie di mini-documentari e sviluppato MJF Spotlight, brand digitale dedicato alla promozione degli artisti emergenti. Residenza incubatrice di molteplici esperienze, la nuova 'Casa sul Lago' sarà in un certo senso l'estensione e l'incarnazione di questa trasformazione. La 'Lake House' inviterà il pubblico a un viaggio completamente nuovo, coinvolgente ed emozionante nel mondo del Montreux Jazz Festival".

Tre piani e dieci stanze - questo il concept - aperte ininterrottamente  dalle 17:00 alle 5:00 per "immergersi" in diverse e insolite atmosfere ed esperienze musicali, visive, didattiche o tecnologiche tra bar e aree relax ad ogni piano. I contenuti dettagliati di ogni stanza saranno rivelati quando il programma gratuito sarà annunciato il 1° giugno. Praticamente il Festival ha ora la sua sede-laboratorio dove vivere incontri con i musicisti, vedere mostre e assistere alle performances, scoprire le collezioni della rassegna, condividere idee e progetti, ritrovarsi. Montreux è storicamente la "perla" della "Riviera Svizzera" e ora può riprendersi, a tutti gli effetti, il suo ruolo storico di capitale del jazz europeo e mondiale, confermando la sua ricchissima tradizione culturale. Charlie Chaplin, che viveva nella vicinissima Vevey dopo essere fuggito dal Maccartismo Usa, Freddie Mercury, a cui qui è dedicata una statua, e numerosi altri personaggi illustri hanno amato e frequentato assiduamente queste sponde e queste terre. Gli omaggi al passato quasi si sprecano e molti sono ancora riconducibili alla ricerca artistica del Novecento quando la musica nera ribaltò canoni e abitudini,
infrangendo regole sin troppo collaudate e codificate nel tempo.

Una photo storica del Montreux Jazz Festival
Il ricordo che Montreux dedica a Miles Davis - per esempio - è lì a testimoniarlo in tutta la sua evidenza. Ma è tutto il Cantone di Vaud, con l'incantevole paesaggio del lago di Ginevra, ad aver fatto breccia, da secoli oramai, nei cuori di intellettuali e innovatori della letteratura e delle arti, a partire da Rilke e Nabokov. Se è vero che lungo queste rive l'epoca della Belle Epoque non sembra mai essere tramontata, la modernità prorompente delle performances di Ray Charles, passando per David Bowie o Prince, ha decretato e accompagnato, stagione dopo stagione, il successo di questa località di "villeggiatura e di cultura". Il jazz ne costituisce la genesi ma anche gli altri stili musicali vi hanno presto trovato un terreno fertile per contaminarsi nel segno della sperimentazione e della curiosità. Evoluzione nella tradizione, una partitura che viene riscritta di continuo.

                                                                                                     a cura di Daniele Vaninetti