Yuja Wang e Valery Gergiev stelle del Festival Merano

"Pre.Festival", "Classic", "Barocco", "Colours of music", "Matinéé classique", "Mystica", "Vox umana" e "Young artists portrait": sono queste - confermate nella loro interdisciplinarietà - le sezioni del Südtirol Festival Merano edizione 2021 (dal 16 agosto al 19 settembre). La rassegna, che ha come stelle di prima grandezza la pianista Yuja Wang e il direttore d'orchestra Valery Gergiev (qui sopra nella foto di Nicolas Brodard), vuole lanciare subito un messaggio di fiducia universale e di ottimismo: il 22 agosto, i musicisti blasonati dell’ensemble LGT Young Soloists, diretti da Alexander Gilman, inaugurano la fase iniziale della kermesse musicale con brani che spaziano da Beethoven a Bruch e da Jenkins a Piazzolla. È una formazione unica al mondo quella della LGT, costituita da strumentisti di grande talento che si esibiscono come solisti accompagnandosi a vicenda e condividendo, in questo modo, la loro grande passione per l'arte del suono.
Yuja Wang. Photo Ian Douglas (pagina Facebook Yuja Wang)
Anche gli altri 26 appuntamenti in tabellone, ordinati nei vari cicli, sono altrettante occasioni per vivere dei momenti intensi di armonia. Del resto, è risaputo che la musica sia fonte di qualità della vita, a maggior ragione a Merano, città delle terme e dei giardini, che con il suo Kursaal sfoggia una delle più belle sale da concerto di tutto l’arco alpino. Il cuore pulsante dei cartellone resta il ciclo "Classic" con ben dieci appuntamenti programmati. Dopo aver estasiato il pubblico all’edizione dell’anno scorso, il pianista Lucas Debargue si ripresenta sul palco con  brani a dir poco audaci, come la "Grande Sonate" n. 3 di Schumann o la virtuosistica Fantasia in si bemolle minore di Scriabin (26/8). I Virtuosi Italiani, diretti da Giuliano Carmignola nei panni di violinista e direttore d’orchestra, servono un sontuoso menù barocco (30/8) mentre la Baltic Sea Philharmonic, diretta da Kristian Järvi, propone una serie di composizioni  in cui il cigno svolge il ruolo di protagonista (3/9). Carmignola e Järvi sono due nomi di scuola ed esperienza nel panorama del concertismo internazionale. Ogni incontro con il loro modo di suonare e dirigere è una scoperta autentica, che si rinnova ad ogni esibizione. Nella "piccola Vienna" italiana, la Royal Philharmonic London si presenta sotto la guida di Vasily Petrenko e con la violinista Julia Fischer in veste  di solista, cimentandosi con il Concerto per violino di Beethoven e la Sinfonia n. 4 di Brahms (6/9). La National Philharmonic of Russia, diretta da Vladimir Spivakov, si esibisce a fianco del violoncellista francese di fama mondiale Gautier Capucon eseguendo il leggendario Concerto per violoncello di Dvorak e l’affascinante Sinfonia n. 5 di Ciaikovskij (9/9).


La parata di grandi nomi del solismo e del concertismo europei prosegue con un duo che promette scintille: il pianista Fazil Say e la violinista Patricia Kopatchinskaja interpretano partiture da camera di Beethoven, Brahms e Bartok (13/9). La Mahler Chamber Orchestra si esibisce in combinazione con la pianista Yuja Wang (un'artista sempre più gettonata dai grandi Festival mondiali) cimentandosi con brani celebri di Bach e Haydn e con un secondo concerto per piano di Shostakovich (17/9) mentre il Mariinsky Stradivarius Ensemble,  guidato da Lorenz Nasturica-Herschcowici, sfodera i migliori archi della Mariinsky Orchestra di San Pietroburgo  rendendo omaggio alla leggenda del tango Astor Piazzolla e proponendo una versione alternativa, in chiave argentina, delle “Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi (18/9). Per finire in bellezza, al concerto conclusivo in programma il 19 settembre, come già avvenuto nel 2020, la Mariinsky Orchestra diretta da Valery Gergiev (una delle bacchette d'autore più affermate nel mondo) farà rifulgere vari astri del firmamento della musica classica e la loro esibizione già si annuncia come un momento culminante destinato a lasciare tracce durature nelle emozioni del pubblico. Entusiasmo e perfezione: anche gli altri cinque cicli concertistici del Festival promettono, come nelle edizioni precedenti, una varietà musicale ai massimi livelli.


Ivan Fischer (pagina Facebook BFO)
Il Vision String Quartet, giovane formazione tedesca, si cimenterà in due serate (Young artists portrait, 23 e 27/8) al termine delle quali i musicisti risponderanno alle domande del pubblico. I Tallis Scholars di Londra daranno lustro alla Chiesa parrocchiale di Lana di Sotto eseguendo una serie di evergreen e dimostrando come il canto all’unisono si sia  evoluto verso la coralità polifonica (Vox humana, 31/8). Nel Duomo di Merano, invece, gli Spark, noti come "complesso musicale classico", insieme al controtenore Valer Sabadus eseguiranno brani barocchi e di "minimal music", chanson e composizioni operistiche. La loro serata è una carrellata avventurosa e romantica che  attraversa generi ed epoche diverse, lambendo brani di Ravel e Satie, un concerto di Vivaldi, un successo del sestetto metal Rammstein e una composizione dei Depeche Mode (Mystica, 5/9). L’attore austriaco Peter Simonischek  (noto interprete  di "Toni Erdmann") legge la "Leggenda del santo bevitore" di Joseph Roth, accompagnato dagli Österreichische Salonisten che eseguono colonne sonore di Charlie Chaplin e Nino Rota ma anche brani in stile chanson e "musica da salone" (da Edith Piaf a Eric Satie) che un tempo riecheggiavano nelle balere, nei locali notturni o nei caffè danzanti (Colours of music, 8/9). Con quattro duetti tratti dalla "Terza parte della Clavier-Übung" di Bach, una sonata che inaugurò il periodo maturo di Beethoven, e la mirabolante  seconda Sonata per pianoforte di Rachmaninov, Vadym Kholodenko nel suo concerto mattutino dà una dimostrazione di come si evolse la tecnica esecutiva del Fortepiano in due secoli di storia della musica (Matinée classique, 11/9). Armonia ed empatia: il 12 settembre, Sir Karl Jenkins, compositore del Galles, dirige il Chamber Choir of Europe e l’Orchestra  Haydn di Bolzano e Trento. Fra i brani in programma spicca "The Armed Man - A Mass for Peace", una Messa per la pace in cui Jenkins combina elementi  della liturgia cristiana con un collage multiculturale di testi che danno voce sia a chi tollerò tacitamente la guerra sia a chi ne fu travolto. Ma allora come contrastare le derive sanguinarie? Semplice: la pace è sempre la scelta migliore.


Kurhaus di Merano (Photo Damian Pertoll)
Stabilmente posizionato tra i maggiori appuntamenti italiani dedicati alla grande musica, il Festival meranese ribadisce questo suo ruolo anche in questo difficile 2021. Il direttore artistico Andreas Cappello e il presidente Hermann Schnitzer hanno compiuto un autentico miracolo portando nel Sud Tirolo solisti e orchestre di rilievo assoluto. Resta rigoroso il protocollo anti-Covid. Durante l’accesso e l’uscita, nonché durante tutti gli spostamenti in sala, la mascherina è obbligatoria. Sul lato delle Passeggiate saranno disponibili 8 ingressi diversi, che portano direttamente al Kursaal. Per raggiungere il palazzo non ci sono corridoi. Per raggiungere la galleria si utilizzerà l‘ingresso presso il Corso Libertà e per evitare un eventuale assembramento ad ogni biglietto d’ingresso sarà attribuito un accesso specifico (A, B, C, D, E...). In questo modo si potrà accedere al singolo posto scegliendo il percorso più breve. All’ingresso i biglietti saranno mostrati solo al personale di sala. L’obliterazione sarà effettuata dal cliente stesso. Nell’assegnazione del posto è rispettata la distanza minima di 1 metro. Anche durante il concerto si consiglia di indossare la mascherina (salvo modifiche imposte dalla legge). Per evitare l’assembramento si rinuncia alla pausa e alla somministrazione di cibi e bevande.

                                                                                                              a cura di Daniele Vaninetti

Patricia Kopatchinskaja (Photo Lucas Fierz)