Mario Milizia: "Controcuore". VIASATERNA, Milano

Mario Milizia, Senza titolo. 2016. Tecnica mista su carta stampata (Courtesy Viasaterna)
Sarà inaugurata martedì 24 gennaio "Controcuore", la prima personale di Mario Milizia negli spazi della galleria VIASATERNA di Milano. La mostra, curata da Fantom e aperta sino a venerdì 17 marzo 2017, è il frutto della combinazione di lavori realizzati con tecniche diverse e in momenti diversi, seguendo il modus operandi di un artista, insieme, inclusivo e disgregante, eclettico e specifico.
“Controcuore” è il nome della struttura di ghisa frapposta tra la bocca del camino e la sua cornice in marmo. Elemento di raccordo, protezione, adattamento, è anche il titolo del libro in cui Milizia affianca alcune sue poesie, scritte nel 1992, all'analisi del suo Dna, eseguita attraverso il Genographic Project e tesa a ricostruire le sue origini ancestrali, che si sono rivelate greche, spagnole e portoghesi. Poesie recentemente tradotte in latino e nelle lingue di quei Paesi attraverso un gioco semantico che le riscrive, reinventandone il senso.
Mario Milizia, Senza titolo. 2016. Arazzo (Viasaterna)
Da qui scaturiscono i sette arazzi esposti in mostra, sui quali sono tessuti i versi, originariamente realizzati con la tecnica del cut-up. Una tecnica a lungo masticata, sin dalla fine degli anni Cinquanta, da Brion Gysin e William Borroughs e che prevede di tagliare fisicamente uno o più testi scritti per ricombinarne gli elementi in maniera casuale. 
Quindi poesie e arazzi ma anche venticinque dipinti di piccole dimensioni realizzati stendendo una miscela di smalto per unghie e bianchetto sulle pagine ritagliate dal catalogo della collezione permanente del Museo Thyssen di Málaga. Sullo sfondo ci sono i dipinti dei pittori spagnoli; davanti la materia di una pittura ricavata dal quotidiano, lievitata ed espansa.. 

Chimica dei pigmenti e del ritocco, con cui Milizia realizza opere stratificate, dense, formate da un processo di sottrazioni e sovrapposizioni. Allo stesso modo, due sculture completano il percorso della mostra. Una è il frutto di un procedimento di autentica revisione che culmina in un modello di architettura utopica. Simile al plastico di un edificio Neorinascimentale, è proporzionato e rigoroso, eppure disabitato, inabitabile, sospeso tra la sua funzione originale e la sua attuale disfunzionalità. La seconda scultura, di bronzo e realizzata grazie alla collaborazione di Fonderia Battaglia, replica e reinterpreta un “controcuore” che, ancora una volta, lascia affiorare sulla sua superficie le tracce della fusione tra diverse culture.

La mostra scaturisce, così, da una logica di accumulazione, raccolta, aggregazione e coagulazione. Si spinge fino alla periferia del caos, ma senza mai perdere la disciplina dell'analisi, della perizia che Milizia mette in ogni gesto, sempre calibrato e, soprattutto, conseguenza di uno studio meticoloso ed enciclopedico. È un ciclo di opere sul frammento e la mutazione. Sulla perdita e la riconquista di forme e funzioni. Sull'azione trasformativa di azioni come la traduzione, il ritaglio, il restauro, ma anche del tempo stesso, nel passaggio inevitabile tra passato e presente, e viceversa. Tutto rimanda a una condizione di costante instabilità, fonte d'inevitabile inquietudine ma anche di un'organica eccitazione nei confronti dell'ignoto e della scoperta.

Mario Milizia, nato a Milano nel 1965, vive e lavora in Italia. Ha esposto il suo lavoro in Italia e all’estero in spazi pubblici e gallerie private. Tra le mostre più significative le personali: Marsèlleria, Milano, 2014; Galerie Jousse Entreprise, Parigi, 2001, 2003, 2009; Galerie Edward Mitterand,

La Galleria VIASATERNA in Via Giacomo Leopardi a Milano
Ginevra, 2002; Niitsu Art Forum, Niitsu, Giappone, 2000; Neon, Bologna, 1998; Soundtrack Without Film, in Viafarini, Milano, 1996. Milizia ha partecipato a diverse mostre collettive tra cui Picture Perfect, a cura di Fantom, Viasaterna, Milano, 2015; Nativity a cura di Michele D’Aurizio, Grand Century, New York, 2015; Il delitto quasi perfetto, a cura di Cristina Ricupero, PAC Milano, 2014; If I Was John Armleder, Art Genève 2013, a cura di Luca Cerizza, Ginevra, 2013; Playlist, Palais de Tokyo, Parigi, 2004; The World, Speak For Gallery, Tokyo e Jousse Entreprise, Parigi, 2003; Design et activisme, Speak For Gallery, Tokyo, 2001; Expander 1.0, a cura di Pierre Bal Blanc e Laurent Godin, in collaborazione con Blocnotes, Galerie Jousse Seguin, Parigi, 1999; Seamless, a cura di Luca Cerizza, De Appel Foundation, Amsterdam, 1998; Jingle Bells, a cura di Uwe Schwarzer, Galleria Massimo De Carlo, Milano, 1997; Chi o che cosa a seconda dei casi, Neon, Bologna, 1997; Ne Dites Pas Non, a cura di John Armleder, MAMCO, Ginevra, 1997; 504, Zentrum für Kunst, Braunschweig, 1997; Aperto ’97, Trevi Flash Art Museum, Trevi, 1997; 1° Premio Trevi Flash Art Museum, Trevi Flash Art Museum, Trevi, 1996. È autore di due racconti brevi: "Maxisequestro" del 2013 e "Eyes Wide Open", pubblicato da Fortino Editions nel 2012. 



Fantom, collettivo nato tra Milano e New York nel 2009 con la pubblicazione di un trimestrale di fotografia e una serie di libri distribuiti in oltre 20 Paesi, nel 2012 ha sospeso la pubblicazione della rivista per proseguire l'investigazione degli "usi e abusi della fotografia" con mostre e progetti. Tra questi, le personali di Raed Yassin, Mario Milizia, Ruth van Beek, Taisuke Koyama a Milano e Modena, i Rencontres Internationales de la Photo de Fès (Marocco, 2014), le commissioni a Batia Suter e Maurizio Anzeri per MiArt 2014 e 2015. Fantom ha affiancato VIASATERNA sin dalla sua concezione e ne ha curato tutte le mostre. Il collettivo oggi è composto da Selva Barni, Massimo Torrigiani, Francesco Zanot, Didier Falzone e Ilaria Speri.

                                                                        a cura di Daniele Vaninetti

Mario Milizia:
"Controcuore"
A cura di Fantom
Dal 25 gennaio al 17 marzo 2017
Galleria VIASATERNA
Via Giacono Leopardi 32, Milano
Tel. 02.36725378
Apertura: dal lunedì al venerdì 12-19
La mattina e il sabato su appuntamento