Daimler Art Collection, Novecento mai visto

Andy Warhol

"Fred mi chiamò e disse che saremmo andati a pranzo con Hans Mayer e il tipo della Mercedes-Benz all'Harry's bar di Cipriani. Il tipo era di bell'aspetto e il pranzo è stato divertente. Penso che cercherò (ride) di farmi dare da loro un'auto e un autista, per ottenere il 'feeling' giusto per i quadri. Dipingerò per loro alcune vecchie Mercedes". Andy Warhol e Mercedes-Benz, dunque, in un rapporto ricco di fascino e anche di ironia. Ma quella appena citata è anche la didascalia della serigrafia (acrilico su tela) "Benz Patent-Motorwagen" che campeggia nell'ultima sala della mostra "Capolavori della Daimler Art Collection" (From Albers to Warhol do (now)) allestita, per la prima volta in Italia, negli spazi del Polo museale di Santa Giulia a Brescia sino al 30 giugno.


Il grande artista americano è il protagonista indiscusso di un'esposizione che è anche un viaggio dentro il "Novecento mai visto" con altri percorsi espositivi a tema collaterali. Santa Giulia, dunque, ospita i capolavori della Daimler Art Collection ordinati lungo una selezione curata da Renate Wiehager: 230 opere firmate da 110 artisti internazionali, dal 1909 ad oggi compongono una rassegna di grande valore che parte dai classici del Costruttivismo e dell’Arte Concreta, passando per il Minimalismo e le Tendenze Concettuali. Tra le opere esposte anche installazioni, fotografie e video di noti artisti contemporanei.
Andy Warhol
Punto di partenza sono alcuni capolavori del Modernismo Classico, con importanti lavori della scuola tedesca Bauhaus, del Costruttivismo e dell’Arte Concreta come, ad esempio, Josef Albers, Willi Baumeister e Max Bill, i principali artisti della collezione. Altri nomi rappresentativi di quei tempi sono Adolf Hölzel, Oskar Schlemmer, Adolf Fleischmann, Jean Arp, Richard Paul Lohse, Herrmann Glöckner e Georges Vantongerloo. Nelle sezioni storico-artistiche iniziali la mostra presenta capolavori del tempo affiancati da posizioni contemporanee che riferiscono, riflettono o sono correlate a questi predecessori artistici. Si crea, così, un dialogo referenziale tra i lavori e le idee formali individuali. La seconda parte della mostra è dedicata alla "ZERO avantgarde europea". Questo movimento è legato ad artisti come Heinz Mack, Enrico Castellani, Dadamaino, Getulio Alviani, François Morellet, Jan Schoonhoven, Klaus Staudt e Jan Henderikse. Fondato nel 1957 da Heinz Mack e Otto Piene come un’associazione di artisti, “Zero” divenne un movimento europeo negli anni Sessanta. Mettendo in discussione le basi della produzione, ricezione e presentazione artistica in generale, gli artisti ridefinirono in modo radicale il concetto tradizionale di opera d’arte, ponendo le basi per l’Arte Concettuale e il Minimalismo in Europa. L’esposizione conferma che esistono connessioni vitali tra la pittura strutturale-costruttiva europea e le tendenze americane dell’arte minimalista, rappresentate nei lavori di Peter Roehr, Hanne Darboven e Franz Erhard Walther. Si dimostra chiaramente che il Minimalismo è un tratto caratteristico di molti lavori di artisti di periodi e nazionalità differenti. Le tendenze di un Minimalismo internazionale sono attualmente sviluppate da artisti come Natalia Stachon, Lasse Schmidt Hansen o Jonathan Monk.
Sylvie Fleury
Poi ecco pone proporsi movimenti artistici come l’Arte Concettuale e il Ready-made, nonché cinque ampie presentazioni monografiche firmate da artisti di fama internazionale. Siamo nel cuore della rassegna. Questi gruppi di lavori firmati da Andy Warhol, Sylvie Fleury, Philippe Parreno e Martin Boyce sono stati acquisiti negli ultimi 25 anni e rappresentano oggi il nucleo concettuale della Daimler Art Collection che dal 2000 ha esteso i suoi confini internazionali con lavori di alto calibro di artisti provenienti da Australia, Sud Africa, Asia, India e Stati Uniti. La sezione finale è dedicata interamente a lavori commissionati sul tema dell’automobilismo. Nel 1986, in occasione del 100° anniversario dell’invenzione dell’automobile, la Daimler-Benz chiese a Andy Warhol di guardare il motivo di un’auto come un’icona di mobilità. Per la serie “Cars” furono programmate 80 opere, ma solo 35 immagini e 12 disegni furono completati prima della morte di Warhol nel 1987.
Pietro Sanguineti
Questo complesso costituisce l’origine per altri lavori legati alle automobili commissionati dalla Daimler a Robert Longo, Simone Westerwinter o Sylvie Fleury. Quest’ultima produsse una serie di sei formidabili video per il nuovo Mercedes-Benz Center di Parigi. In ciascuna delle sue proiezioni a 3 canali, l’artista fonde il fascino delle leggendarie vetture Mercedes- Benz con le ultime idee contemporanee dal mondo dell’arte e della moda, in un approccio tanto enigmatico quando elegante. Fondata nel 1977, la Daimler Art Collection vanta circa 2.000 opere incentrate sull’avanguardia astratta, giovani artisti operanti sui nuovi media e lavori commissionati su temi automobilistici ed include 30 sculture in larga scala in diversi luoghi accessibili al pubblico. La collezione si concentra sull’area dell’Arte Astratta del XX secolo: dalla cerchia di artisti che si stringe intorno ad Adolf Hölzel a Stoccarda agli inizi del secolo scorso, al Bauhaus, al Costruttivismo, all’Arte Concreta, alla Zero Avantgarde europea, al Minimalismo, a Tendenze concettuali e Neo Geo, fino alla più recente arte contemporanea. La collezione è stata fino ad oggi ammirata in mostre temporanee in musei internazionali, tra cui a Singapore e San Paolo, Tokyo, Cape Town, Johannesburg, Buenos Aires e Vienna e giunge oggi per la prima volta in Italia.

                                                                                           Daniele Vaninetti