Recupera un nome che ha fatto la storia dell'auto, questa
Citroen che si contende l’arena delle icone in tema di auto, con Mini e 500. Si
distingue dalle concorrenti per abitabilità e fruibilità. Mentre finiture e
personalizzazioni possibili sono quasi infinite, vista la scelta disponibile.
A catturare l'attenzione, sul fronte design, è la pinna che
taglia in due la finestratura. Un tocco che coglie due obiettivi, quello di
dare fluidità alla silhouette, e quello di ricordare che il legame con la
tradizione non si tradisce. Fluidità e compattezza, oltre ad originalità, sono state le
linee che hanno guidato la mano dei designer e degli uomini marketing francesi. Numerose le possibilità di personalizzazioni a livello di colori per tetto,
carrozzerie e specchi retrovisori.
Anche all'interno gli accoppiamenti di colori si sprecano, plancia, pomello cambio e pure chiave... Non consiste in ciò, comunque, il tratto peculiare di quest'interni. Ciò che colpisce è la qualità delle finiture, da ammiraglia, come si diceva una volta.
Anche all'interno gli accoppiamenti di colori si sprecano, plancia, pomello cambio e pure chiave... Non consiste in ciò, comunque, il tratto peculiare di quest'interni. Ciò che colpisce è la qualità delle finiture, da ammiraglia, come si diceva una volta.
La consolle con le plastiche lucide, come
la maggior parte della zona cruscotto, è piatta e non dà quel senso che spesso
comunicano questi tentativi di 'farla giovane'. La posizione di guida, volendo,
è anche sportiva (cioè bassa), ma sempre confortevole con i sedili che legano
ma non disturbano con sostegni troppo stretti. Si viaggia comodi e ci si
diverte: certo, in quest'ultimo caso bisogna aver scelto il motore giusto. Pur
avendo due sole porte, l'accessibilità ai posti dietro è abbastanza facile con
lo sgancio dei sedili anteriori in alto, sulla spalla dello schienale, e poi
c'è un maniglione sul montante che aiuta tutti, non solo i meno agili. Bello il
quadro strumenti, che unisce una facile lettura delle informazioni
all'aggressivo design. I vetri posteriori, con i montanti spessi, fanno scena
ma danno qualche problema quando ci si volta per fare retromarcia.
Il set-up un po' rigido, la velocità di risposta del telaio
e dello sterzo, che resta comunque sempre abbastanza morbido. Poco rollio,
beccheggio minimo e assetto, alla fine, neutro. Il retrotreno segue l'avantreno
senza reazioni improvvise e DS3 risulta agile e rapida. Bene anche il cambio,
preciso, con una corsa né troppo lunga, né troppo corta. L'ESP lavora quando si
esagera, e il sottosterzo arriva com'è ovvio in un'auto a trazione anteriore,
ma DS mette a terra la coppia in maniera stupefacente, pur non avendo nessun tipo di differenziale
autobloccante. Ciò dimostra la qualità dell'assetto, della distribuzione dei
pesi e, soprattutto, della geometria e del tuning delle sospensioni anteriori.
Un mix riuscito, se rapportato alla versatilità d'insieme, in termini di
abitabilità e bagagliaio. Anche in ambito cittadino, le dimensioni sono
vincenti, per una mobilità urbana ottimale, con una frizione sufficientemente
morbida. Discreto anche il comfort in autostrada, dove si avverte la rigidità
del set-up solo in presenza di asfalto in cattive condizioni.
Bruno Bianchi
Bruno Bianchi