Il cinema di Clint Eastwood. Gremese aggiorna il libro

Gremese attualizza i 70 anni di cinema di Clint Eastwood riproponendo in libreria la leggenda vivente di una firma unica della Settima Arte, tra le pochissime capaci di attraversare e trasformare, sempre più in una misura autoriale e indipendente, la storia recente della produzione statunitense e internazionale. L'editore, meritoriamente e doverosamente, lo fa aggiornando il volume "Il cinema di Clint Eastwood" (224 pagine, 30 euro) di Alberto Castellano, "un viaggio critico e appassionato attraverso un’opera vasta, coerente e sorprendente, con un’ampia sezione filmografica che ora si spinge sino al 2024".
Clint Eastwood (ph. Festival di Cannes)
In 70 anni di attività, Eastwood ha interpretato oltre 60 film e ne ha diretti più di 40, conquistando, insieme a cinque Oscar, il crescente riconoscimento da parte di pubblico e critica. "Una carriera, la sua, che per autorevolezza, versatilità e longevità artistica ha smesso da tempo di essere solo una rarità del glorioso pantheon hollywoodiano per diventare un suo originale e prezioso 'pezzo unico'". L'editore non ha dubbi: questo volume si cimenta nel tentativo di ripercorrere il ricchissimo contributo che il grande cineasta Usa ha donato alle platee di mezzo mondo attraverso un approfondito saggio introduttivo, una dettagliata biografia e, soprattutto, un'ampia sezione filmografica che prende le mosse dalla prima apparizione dello sconosciuto attore (La vendetta del mostro, 1955) per approdare all'ultimo titolo del 2024 (Giurato numero 2). Per ogni film, oltre ai dati tecnici, al soggetto e a brevi note illustrative, trovano ampio spazio le recensioni che a suo tempo ne hanno accompagnato l'uscita nelle sale cinematografiche: una rassegna che di anno in anno, di pellicola in pellicola, testimonia l'evoluzione del lavoro del regista anche sotto il profilo della sua ripetuta affermazione globale. Ha scritto Nicola Lucchi: "L’impressione che emerge, di fronte alla produzione artistica di Clint Eastwood, è... quella di trovarsi di fronte a un autore che, per quanto saldo sui propri temi e principi, è in grado di metterli in discussione, forse proprio in nome di quella libertà e di quella indipendenza di cui si è sempre fatto portavoce. La visione politica apparentemente rigida di Eastwood si scioglie allora nella libertà personale inseguita dai suoi personaggi, costretti a riflettere su questioni morali e a lottare con conflitti interiori necessari a farli evolvere, ma sui quali il regista non moralizza né pone giudizi. Caso emblematico in tal senso è Million Dollar Baby (2004), dove la libertà di autodeterminarsi, così come la forza di volontà, sono in grado di cambiare non solo sé stessi, ma persino le persone che si hanno accanto. Una libertà tragica, quella della giovane Maggie Fitzgerald, che andando ben oltre la retorica del sacrificio o dell’eroismo mostra tutta la dignità dell’essere umano". Anche per questo l'impressione è che il corpus intero della "scrittura" cinematografica di Eastwood debba ancora svelarci a pieno tutta la sua importanza artistica e recitativa. E da solo, un ascolto attento delle colonne sonore dei suoi film ci porterebbe a scoprire un mondo parallelo alle immagini di altrettanta, rara, intensità. Sempre nel segno dell'unicità. Partiture filmiche e musicali che "raccontano" storie, drammi e riscatti. Affreschi sull'umanità.  

                                                                                               a cura di Daniele Vaninetti
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DOPO 15 ANNI

"Dopo 15 anni torna in libreria Il cinema di Clint Eastwood di Alberto Castellano. Dopo l’edizione del 2010, l’editore Gremese ripropone con lo stesso autore ma con una nuova grafica e un nuovo formato, riducendo le foto a quelle essenziali, il libro con un aggiornamento corposo curato dal giovane giornalista e critico napoletano Domenico Livigni che ha ricostruito la filmografia eastwoodiana dal 2010 al 2024. Da Hereafter (2010) a Giurato numero 2 (2024), l’infaticabile attore-regista americano ha girato altri dieci film per la maggior parte solo diretti perché vista anche l’età (a maggio del 2025 ha compiuto 95 anni), il buon Clint ha preferito stare solo dietro la macchina da presa. Con la riedizione (pp. 223, euro 22,00), l’autore Alberto Castellano ripercorre l’ultima fase della produzione eastwoodiana analizzando con il prezioso contributo di Livigni gli ultimi film dei generi, ambientazioni e personaggi più diversi e abbastanza insoliti rispetto a tutto il cinema precedente. L’analisi di ogni film comprende cast e credit completi, soggetto dettagliato, stralci di recensioni italiane e straniere e preziose indiscrezioni. Naturalmente l’attore non poteva tirarsi fuori del tutto e interpreta anche due capolavori come Il corriere - The Mule (2018) e Cry Macho - Ritorno a casa (2021). In 70 anni di attività, Eastwood ha interpretato oltre 60 film e ne ha diretti più di 40, conquistando, insieme a cinque Oscar, il crescente riconoscimento da parte di pubblico e critica internazionali. Una carriera, la sua, che per autorevolezza, versatilità e longevità artistica ha smesso da tempo di essere solo una rarità del glorioso pantheon hollywoodiano per diventare un suo originale e inestimabile 'pezzo unico'. Questo volume, riprendendo il precedente, si cimenta nel tentativo di ripercorrere il ricchissimo contributo di Eastwood al cinema mondiale attraverso un approfondito saggio introduttivo, una dettagliata biografia e una filmografia completa... Quello che rende ulteriormente interessante la nuova versione del libro è il fatto che l’appendice alla precedente suona quasi come una sfida dell’autore all’immaginario planetario, a tutto ciò che nel bene e nel male è stato detto e scritto su di lui, spiazzando in parte anche i suoi tanti fan. Film come J.Edgar, Jersey Boys, American Sniper, Sully, Ore 15:17 - Attacco al treno, Richard Jewell, Giurato numero 2 potrebbero apparire al pubblico più superficiale come prodotti normali, divagazioni senili, film di genere che non portano i segni del cinema eastwoodiano. E invece, fruiti con attenzione e con un occhio a tutto il cinema di Eastwood, nascondono modelli espressivi e strategie narrative di un grande autore indipendente che non si è mai adagiato sulla routine produttiva e sulle convenzioni hollywoodiane. Perché Eastwood è sempre abile a mascherare il suo sguardo, a mimetizzare le sue opzioni morali sulle tipologie umane, a decostruire l’universo canonico dei 'buoni' e dei 'cattivi'". (fonte: "il manifesto").