"Il mistero del Padre. Il segno di Michelangelo" | Lecco

Al via, al primo piano di Palazzo delle Paure (piazza XX Settembre) a Lecco, l’edizione 2023 dell’evento espositivo "Capolavoro per Lecco" dal titolo "Il mistero del Padre. Il segno di Michelangelo". La mostra presenta il disegno del Sacrificio di Isacco (in copertina, qui sopra), realizzato da Michelangelo Buonarroti intorno al 1530, il dipinto di Giuseppe Vermiglio Sacrificio di Isacco e le copie in bronzo delle due formelle a rilievo create nel 1401 da Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti del medesimo soggetto. Cuore di questo evento - con il quale si intende offrire a tutti l’occasione per un incontro con il mistero della Salvezza attraverso la bellezza di un capolavoro dell’arte italiana - è quest'anno la riflessione sul tema della centralità della paternità di Dio nel Natale.
"Proponiamo uno sguardo nuovo sul mistero del Natale - afferma mons.Davide Milani, prevosto di Lecco e presidente dell’Associazione culturale Madonna del Rosario -. Se infatti da sempre si tende a valorizzare nel mistero della nascita di Gesù la dimensione della maternità, si rischia di sottacere la figura del Padre, che invece è protagonista nel mistero dell’incarnazione". La riflessione prende spunto da un soggetto - il Sacrificio di Isacco (Genesi 22) - che fa da ponte di collegamento tra il mistero del Natale e il mistero della Pasqua: Gesù Cristo che nasce a Betlemme è il nuovo Isacco. Anche in termini artistici la vicenda di Abramo e di suo figlio Isacco è occasione pressoché unica di raffigurare un evento "contro natura" - il padre che accetta di sacrificare il figlio per volere di Dio - scongiurato dall’intervento di Dio stesso solo un istante prima della catastrofe. I drammi del padre e quello del figlio nell’interpretazione artistica si traducono in un groviglio di emozioni fortissime che si dipanano con i tempi dati dalla narrazione biblica. Il capolavoro protagonista dell’esposizione è lo straordinario disegno del Sacrificio di Isacco, realizzato da Michelangelo Buonarroti intorno al 1530, apparso un’unica volta in mostra dopo il restauro del 2017 che ha permesso di ritrovare l’immagine delineata dall’artista sul verso del foglio. E' custodito presso la Fondazione Casa Buonarroti (inv. 70 F), che - così come lo scorso anno era stato per i Musei Vaticani con il Beato Angelico - è partner di questa edizione di Capolavoro per Lecco, grazie alla preziosa disponibilità e collaborazione della presidente Cristina Acidini e del direttore Alessandro Cecchi. Il foglio autografo di Michelangelo parte dai precedenti rinascimentali - in particolare dal Sacrificio di Isacco scolpito da Donatello per l’opera del Duomo di Firenze - e ne amplifica la portata drammatica sia attraverso il serrato dialogo tra Abramo e l’angelo sia per mezzo della torsione dei corpi. L’opera, databile intorno al 1530, rivela una fase matura dell’attività del grande artista e sembra preannunciare il movimento tormentato del Giudizio finale nella Cappella Sistina. Il tratto avvolgente del disegno, pienamente leggibile nonostante qualche ripasso più tardo, rivela l’intrinseca qualità del segno creativo di Michelangelo Il foglio michelangiolesco, inoltre, risulta particolarmente importante per la presenza di un’immagine dello stesso soggetto sul verso, che solo il restauro ha permesso di ritrovare, quando nel 2017 è stato rimosso il controfondo che lo nascondeva. 

Giuseppe Vermiglio, Il sacrificio di Isacco, dettaglio
Il disegno scoperto sul verso è un rapido e potente schizzo a matita nera realizzato dall’artista "girando il foglio" e, attraverso l’osservazione ravvicinata di entrambe le facce, sarà possibile leggere il succedersi dei due disegni. L’immagine del Sacrificio d’Isacco non risulta essere uno studio propedeutico per la realizzazione di opere con tale soggetto, ma ciò non impedì allo schema iconografico michelangiolesco, probabilmente apprezzato per il suo potenziale drammatico, di venire ripreso dagli artisti successivi. In mostra accompagnano il disegno di Michelangelo altre tre opere di analogo soggetto: la seicentesca tela del "Sacrificio di Isacco" dipinta da Giuseppe Vermiglio e le copie in bronzo delle due formelle a rilievo create nel 1401 da Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti. Le copie delle due formelle, con cui i due massimi artefici del primo Rinascimento fiorentino parteciparono al concorso indetto dall’Arte della Seta o di Calimala per affidare la realizzazione della porta nord del Battistero, esemplificano la varietà di soluzioni figurative che gli artisti seppero trarre dalla sostanziale fissità e inalterabilità del tema dato. È proprio con quel concorso in apertura del XV secolo che si fa iniziare il primo Rinascimento fiorentino. Dunque tali opere rappresentano il punto di origine, ma anche la soglia da oltrepassare da parte dello stesso Michelangelo. Per mezzo delle due repliche esposte in mostra i visitatori possono cogliere le differenze dei due artisti nella dinamica dei gesti decisivi compiuti dai personaggi. Per il Ghiberti la fluida danza delle forme squisite media e riassorbe l’orrore; per il Brunelleschi la narrazione assume toni concitati grazie alla ritmica angolosa e spezzata della formella. In questa seconda opera, infatti, è presente un nodo di mani che stringono e fermano, trasmettendo forti cariche emotive e rendendo palesi i sentimenti con un’eloquenza didascalica e perfino un po’ plebea, che solo Caravaggio oserà replicare. Infine, in mostra è presente anche una delle tele raffiguranti il Sacrificio di Isacco del pittore milanese Giuseppe Vermiglio, artista ammirato dallo stesso Roberto Longhi come "uno dei più sinceramente caravaggeschi" tra quelli presenti a Roma nei primi anni del Seicento. Ma se in quelle prime variazioni sul tema del Sacrificio di Isacco il Vermiglio rivela una stretta dipendenza dai modelli del Merisi, nei dipinti di analogo soggetto databili agli anni Venti del Seicento, quando il Vermiglio ritorna a Milano, il pittore elabora invece una concezione compositiva di sapore classicistico. Il Sacrificio di Isacco della Fondazione Gastaldi Rotelli presente in mostra appartiene a questo secondo gruppo di opere, come si evince dalla regia compositiva calibrata, suggerita in particolare dalla bilanciata e centrale figura dell’angelo. Anche il dialogo ravvicinato tra l’accigliato Abramo e il messaggero divino dal volto idealizzato sembra aver perso il concitato fervore espressivo caravaggesco in favore di una didascalica intonazione devozionale. L’opera del Vermiglio testimonia, pertanto, uno degli obiettivi fondamentali delle direttive didattiche proposte dalle Accademie del terzo decennio del Seicento: il ripristino di una più rigorosa osservanza dei contenuti devozionali unita all’introduzione di una nuova disciplina figurativa basata sullo studio della scultura classica e dei modelli dei grandi maestri del Cinquecento. L’allestimento dell’evento espositivo è stato progettato da Susanna De Maron, Laura Polo d’Ambrosio e Giorgio Melesi per accompagnare il visitatore all’opera attraverso un percorso sviluppato nel cromatismo dello spazio espositivo. Una traccia che nei diversi "incontri" introduce da subito all’opera di Michelangelo; un "insieme" di colore (la lacca di garanza, colore che è stato scelto per esprimere la passione e l’inquietudine spirituale dell’uomo Michelangelo) solcato dalla sola luce che orienta l’incedere. La comunicazione di "Capolavoro per Lecco" è stata seguita nei suoi diversi aspetti dall’agenzia Welcome di Bergamo, che si è occupata sia della progettazione del key visual sia della sua declinazione nei diversi strumenti di comunicazione. Di Welcome è anche il progetto grafico ed editoriale del ricco catalogo della mostra, che si presenta in grande formato (30x30 cm chiuso - 108 pagine) ed ospita - dopo gli interventi di mons. Davide Milani, del sindaco di Lecco Mauro Gattinoni e del vicesindaco Simona Piazza - saggi di Cristina Acidini (presidente della Fondazione Casa Buonarroti, Firenze), Alessandro Cecchi (direttore Fondazione Casa Buonarroti, Firenze), Francesco Frangi (storico dell’arte), Maria Silvia Proni (curatrice della collezione Gastaldi Rotelli), Giorgio Cortella, Don Isacco Pagani (biblista), Vittorino Andreoli (psichiatra), dei curatori Susanna De Maron, Laura Polo d’Ambrosio e Giorgio Melesi e di Marco Boldrini e Sarah Dominique Orlandi. Il catalogo è in vendita al prezzo di Euro 25. Il progetto Capolavoro per Lecco è coordinato da un gruppo di lavoro di cui fanno parte, oltre al presidente dell’Associazione culturale Madonna del Rosario, Giorgio Cortella, Angela D’Arrigo, Susanna De Maron, Giancarlo Ferrario, Rosita Forcellini, Mario Galli, Laura Polo D’Ambrosio, Giorgio Melesi.

Seconda immagine dall'alto in basso: Copie in bronzo delle due formelle a rilievo create nel 1401 da Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti

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Il genio di Michelangelo protagonista di CAPOLAVORO PER LECCO 2023
IL MISTERO DEL PADRE
Il segno di Michelangelo
Sino al 3 marzo 2024
Palazzo delle Paure
Lecco
INFORMAZIONI AL PUBBLICO
Sede: Palazzo delle Paure
Orari: martedì 10-14 | mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-18 | giovedì 10-21 | lunedì chiuso
Chiusure: 25 dicembre
Aperture straordinarie: martedì 6 dicembre 10-18 |  sabato 24 dicembre 10-18 | lunedì 26 dicembre e sabato 31 dicembre  14-18 | domenica 1 gennaio 14-18
Biglietti: 2 euro