Ceramica | "Lam et les Magiciens de la Mer". Savona

Grazie all’interesse riscosso, l’esposizione "Lam et les Magiciens de la Mer. Totem, figure e segni primordiali nella ceramica di Albisola tra gli anni Cinquanta e Settanta", al Museo della Ceramica di Savona, è prorogata fino al 9 ottobre 2023. Sino al 10 settembre sarà ancora possibile visitare anche la sezione della mostra allestita al Centro Esposizioni MuDA di Albissola Marina. La prima retrospettiva italiana dedicata all’arte di Wifredo Lam affianca il lavoro dell’artista cubano a quello di altri protagonisti che tra gli anni Cinquanta e Settanta hanno scelto il territorio tra Savona e le Albisole come teatro di sperimentazione: Lucio Fontana, Enrico Baj, Giuseppe Capogrossi, Roberto Crippa, Asger Jorn, Maria Papa Rostkowska ed Eva Sørensen.
Sono oltre 70 le opere esposte, molte delle quali inedite: piatti, vasi, sculture e pannelli, provenienti dai musei di Savona e di Albisola, da gallerie, collezioni, archivi privati e dal Wifredo Lam Estate di Parigi. L’allestimento è strutturato secondo quattro itinerari tematici ispirati ai macro-temi Totem, Animali, Metamorfosi e Segni. Gli approfondimenti sono affidati al corposo catalogo edito da Electa. Il racconto - privato e professionale - della vita di Lam è riassunto in un emozionante video che accoglie il visitatore all’ingresso del museo savonese, prestito della Tate Modern di Londra. "Lam et les Magiciens de la Mer" è un progetto curato da Luca Bochicchio, Stella Cattaneo e Daniele Panucci, promosso dalla Fondazione Museo della Ceramica di Savona e dal comune di Albissola Marina, con il sostegno della Fondazione De Mari, il contributo scientifico dell’Estate Lam e i patrocini del Museo Nacional de la Cerámica Contemporánea Cubana, del Oficina del Historiador e dei Comuni di Savona e Albisola Superiore. Wifredo Lam (Sagua la Grande 1902 - Parigi 1982) è stato un artista "globale molto prima che il mondo fosse globalizzato". Meticcio per nascita e poi per cultura, ha ideato un linguaggio sincretico in cui ha fuso modernità europea, influenze surrealiste, cultura afrocubana e rimandi tropicali. Viaggiatore instancabile, ha eletto Albissola Marina a suo rifugio stabile all’inizio degli anni Sessanta, periodo in cui la cittadina si stava trasformando in un effervescente laboratorio internazionale, capace di innestare l’arte contemporanea su una tradizione ceramica secolare. Il titolo evocativo della mostra ligure, "Lam et les Magiciens de la Mer", richiama volutamente l’esposizione "Magiciens de la Terre" tenutasi al Centre Pompidou di Parigi nel 1989.

Il progetto parigino era nato per coinvolgere artisti dei cinque continenti, sfidando la presunta supremazia culturale occidentale, attraverso il confronto con soggetti solitamente esclusi dal circuito istituzionale dell’arte. L'esposizione ligure prende spunto da questa riflessione e la trasla in quella dinamica stagione che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, vede le Albisole diventare un centro di ritrovo per artisti, critici, collezionisti e mercanti d’arte italiani ed europei. Momento in cui molti pittori e scultori iniziano ad affrontare i temi del totemismo, della metamorfosi, della forza misteriosa e generatrice di miti e spiriti soprannaturali. Il trasferimento ad Albissola Marina nel 1961 di Lam - già invitato nel 1954 dall’artista danese Asger Jorn - avrà un forte impatto sul territorio: le forze vitali della natura, gli spiriti primordiali, le figure totemiche animali e sciamaniche inizieranno a proliferare su vasi, piatti, piastre e rilievi che l'artista realizza a ritmi serrati presso le Ceramiche San Giorgio. Simultaneamente, temi affini compariranno su opere di altri maestri, sempre al lavoro nelle botteghe locali, come le Ceramiche Mazzotti: è il caso di Enrico Baj, Giuseppe Capogrossi, Roberto Crippa, Ansgar Elde, Lucio Fontana, Franco Garelli, Asger Jorn, Maria Papa Rostkowska, Mario Rossello, Rinaldo Rossello ed Eva Sørensen. Eccoli allora "i maghi del mare" che tornano in mostra oggi. Sono quegli artisti - Lam in testa - che ad Albisola hanno rivolto la propria attenzione a figure totemiche, a esseri zoomorfi e antropomorfi, alle forze primordiali della materia e a gesti essenziali che su di essa portano segni, buchi e graffi. E maghi sono anche i maestri artigiani albisolesi, capaci d’incredibili effetti materici e coloristici. "Ringrazio il Museo di Savona, con cui abbiamo strettamente collaborato per questa retrospettiva di rilievo internazionale - ha dichiarato il figlio dell’artista Eskil, responsabile del Wifredo Lam Estate -. È emozionante tornare ad Albissola, dove nel 1975 si era tenuta la prima mostra di ceramiche di mio padre, che era un 'nomade' ma che qui aveva trovato la sua casa. Questa esposizione celebra un periodo particolarmente prolifico e innovativo della sua carriera". 


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Didascalie delle immagini, dall'alto in basso:

Copertina: a sinistra l'allestimento della mostra al Museo della Ceramica di Savona, a destra Wifredo Lam al lavoro con Giovanni Poggi delle Ceramiche San Giorgio di Albissola Marina, 1975 

1 - Giovanni Poggi e Wifredo Lam al lavoro presso le Ceramiche San Giorgio di Albissola Marina, 1975.© Archivio Ceramiche San Giorgio, Giovanni e Piero Poggi 

2 - 1975, Wifredo Lam working on a ceramic plate (C-75.162) in the studio Ceramiche San Giorgio in Albissola © C. Laurentin

musa.savona.it/museodellaceramica/