La pittura di Piero Dorazio a Verona. Anni Sessanta

Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e Galleria dello Scudo, in collaborazione con Archivio Piero Dorazio, presentano l’esposizione "Piero Dorazio. La nuova pittura. Opere 1963 - 1968", a cura di Francesco Tedeschi e aperta al pubblico dal 17 dicembre 2022 al 30 aprile 2023 a Verona. Il percorso espositivo coinvolge oltre trenta dipinti provenienti da collezioni pubbliche e private, che tracciano un profilo dal taglio inedito della produzione artistica del pittore italiano tra il 1963 e il 1968. Dalle strutture reticolari dei lavori di fine anni Cinquanta si passa agli slanci di una pittura intesa come campo di tensioni e invenzioni, senza mai prescindere da un continuo richiamo alle avanguardie storiche.
Particolare attenzione viene riservata alla partecipazione dell’artista alla Biennale di Venezia del 1966, occasione in cui a Piero Dorazio (nella foto di copertina datata 1966) viene dedicata una sala personale in cui figurano ventuno opere tra le più significative del periodo, molte delle quali esposte a Verona. La mostra, allestita negli spazi espositivi della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e della Galleria dello Scudo, è realizzata con la supervisione scientifica di Francesco Tedeschi, curatore del catalogo ragionato dell’artista promosso dall’Archivio Piero Dorazio e del volume che accompagna l’esposizione veronese.

Sopra: Piero Dorazio, Balance and counterbalance, 1965 olio su tela 197,5 x 273,5 cm 

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Biografia 

Piero Dorazio nasce a Roma il 29 giugno 1927. Studia al liceo classico. Tramite il suo compagno di scuola Angiolo Bandinelli, nel 1942-43 inizia a frequentare lo studio del pittore Aldo Bandinelli e a dipingere nature morte e paesaggi, approfondendo da autodidatta gli studi di storia dell’arte. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, prosegue gli studi alla Facoltà di Architettura dell’Università di Roma "La Sapienza" senza portarli a compimento. Nel 1945 insieme ad Achille Perilli, Mino Guerrini, Lucio Manisco, Carlo Aymonino, Carlo Busiri Vici, Alfio Barbagallo e Renzo Vespignani fonda il gruppo Ariete e poi il Gruppo Arte Sociale. Nel 1947, con Giulio Turcato, Concetto Maugeri, Antonio Sanfilippo e Carla Accardi fonda il gruppo Forma 1 e ne pubblica il manifesto sulla rivista omonima. Nello stesso anno, si reca per la prima volta a Parigi dove, grazie a Gino Severini, conosce i maggiori artisti internazionali tra i quali Georges Braque, Fernand Léger, Hans Arp e Alberto Magnelli. Nel 1948 espone alla Quadriennale di Roma e al "Salon des réalités nouvelles" a Parigi. A Roma insieme ad Atanasio Soldati ed Ettore Sottsass organizza la mostra "Arte astratta in Italia". Nel 1950 Dorazio, Perilli e Guerrini aprono, in via del Babuino, la galleria-libreria L'Age d'Or specializzata nella diffusione di libri e riviste d'avanguardia e mostre di arte astratta che diventa subito un punto di riferimento per la vita culturale romana e internazionale. Nel 1951 con Ettore Colla e Alberto Burri dà vita alla Fondazione Origine dalla quale uscirà nel 1954. Nel 1953 viene invitato all'Università di Harvard per prendere parte a un seminario internazionale sull’umanesimo e le arti. Si trasferisce a New York dove stringe legami con molti artisti americani e dove presenta la sua prima mostra di disegni nella galleria di George Wittenborn, la One-wall Gallery. Nell’aprile 1954, la Rose Fried Gallery ospita la sua prima mostra personale a New York. Tornato in Italia, nel 1955 pubblica La fantasia dell'Arte nella vita moderna, un compendio delle tendenze moderne nelle arti visive, il primo libro del genere apparso in Italia e al quale aveva lavorato per tre anni. Nel 1957 presenta la sua prima mostra personale a Roma, presso la Galleria La Tartaruga. Nel 1956 e 1958 partecipa alla Biennale di Venezia dove, nel 1960 presenta una grande sala personale. Lo stesso anno ritorna negli Stati Uniti, all'Università di Pennsylvania, Filadelfia, dove riceve l'incarico di riorganizzare e dirigere il dipartimento di Belle arti, incarico che ricoprirà nei successivi dieci anni, insegnando un semestre l’anno. Nel 1959 partecipa a Documenta 2 a Kassel. Durante gli anni Sessanta il suo lavoro è regolarmente incluso nelle maggiori mostre collettive in Italia e a livello internazionale. Nel 1961 riceve il Prix Kandinsky e il premio della Biennale di Parigi (un milione di franchi che rifiuta per protesta contro la politica francese di guerra in Algeria). Nel 1962 viene invitato a far parte del Gruppo Zero, partecipando in seguito a numerose mostre collettive e pubblicazioni del gruppo e nel 1965 partecipa alla mostra "The Responsive Eye" al MoMA - Museum of Modern Art di New York. Nel 1966 presenta una seconda mostra personale alla Biennale di Venezia e l’anno successivo lavora con Giuseppe Ungaretti al volume La Luce (una raccolta di 20 sue poesie con 14 grandi litografie) per la Galleria Im Erker di San Gallo, Svizzera. Nel 1968 Dorazio si stabilisce per sei mesi a Berlino, invitato dall’Accademia tedesca. A Roma e a Berlino partecipa attivamente alla rivolta del movimento studentesco. Nel 1969 si trasferisce nella campagna vicino Roma e si dedica sempre più esclusivamente alla pittura. Negli anni Settanta lavora a numerose mostre personali e viaggia in Grecia, Medio Oriente, e Africa, trasferendosi a Todi nel 1974 dove stabilirà definitivamente la sua abitazione e il suo studio a Canonica, in un eremo camaldolese restaurato. Lavora a scenografie e costume per il Teatro alla Scala e a libri d’artista, illustrazioni, dedicandosi alla produzione di stampe e incisioni. Nel 1977 viene pubblicata una monografia con contributo al catalogo ragionato per le edizioni Alfieri e nel 1979 ha luogo la sua prima retrospettiva in Francia, al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris. La mostra viene successivamente presentata alla Albright-Knox Art Gallery di Buffalo e in numerosi musei degli Stati Uniti. Negli anni Ottanta continua a dipingere assiduamente e a coltivare rapporti di amicizia con numerosi artisti ed esponenti della vita culturale e politica italiana e internazionale, anche grazie alla sua partecipazione al dibattito culturale italiano dalle pagine del "Corriere della Sera" con cui inizia una collaborazione regolare. Nel 1983 apre una retrospettiva del suo lavoro alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e partecipa con una selezione di opere alla mostra "Italian Art 1960-1980" presso la Hayward Gallery di Londra. Nel 1986 riceve il Premio dell'Accademia di San Luca e nel 1988 presenta la sala personale alla Biennale di Venezia. Negli anni Novanta il suo lavoro è presentato in varie mostre, tra le quali un’ampia antologica al Museé de Grenoble nel 1990, alla Galleria Civica di Bologna nel 1991, e una personale al Museo civico di Atene nel 1994 e al Pac di Milano nel 1988. Nel 1990 riceve il Premio Alcide de Gasperi per le arti e le scienze e, nel 1993, viene nominato membro della Akademie der Künste di Berlino. Nel 1997 riceve il premio Michelangelo dall’Accademia dei virtuosi del Pantheon. Tra il 1994 e il 1996 dirige la realizzazione di mosaici d’artista nelle stazioni della metropolitana di Roma, ideandone uno per la fermata Colosseo. Nel 2000 la Galleria di Achim Moeller di New York presenta una mostra dei suoi lavori degli anni Cinquanta e, nello stesso anno, riceve il Premio Scipione dalla Fondazione Carima di Macerata. Nel 2001 si inaugura la mostra "Dorazio Jazz", presso il Museion di Bolzano e nel 2003 la grande mostra retrospettiva all’IVAM - Institut Valencia D’Art Modern a Valencia. Muore a Perugia il 17 maggio del 2005. (fonte: archivio Piero Dorazio)

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INFORMAZIONI AL PUBBLICO

Piero Dorazio

La nuova pittura

Opere 1963 - 1968

a cura di Francesco Tedeschi

17 dicembre 2022 - 30 aprile 2023

Verona, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e Galleria dello Scudo

Galleria d’Arte Moderna Achille Forti

Palazzo della Ragione - cortile Mercato Vecchio 6, 37121, Verona

045 8001903 | gamforti@comune.verona.it | gam.comune.verona.it

Galleria dello Scudo

Via Scudo di Francia 2, 37121, Verona

045 590144 | info@galleriadelloscudo.com | galleriadelloscudo.com