Al via martedì 22 febbraio 2022 la quinta edizione di FOG Triennale Milano Performing Arts, il festival di Triennale Milano dedicato alle più interessanti espressioni di teatro, danza, performance e musica. Un progetto che conferma la propria vocazione internazionale e pluridisciplinare producendo e ospitando artisti provenienti da Stati Uniti, Argentina, Francia, Svizzera, Germania, Mali, Giappone, Regno Unito, Iran, Cipro, Spagna, Austria e Italia, ribadendo ancora una volta la necessità di una visione aperta sul mondo. Laurie Anderson, Romeo Castellucci, Boris Charmatz, Gisèle Vienne, Christodoulos Panayiotou, Susanne Kennedy, Christoph Marthaler, The Divine Comedy sono solo alcuni dei 35 artisti in arrivo da 13 paesi del mondo che saranno protagonisti di 30 appuntamenti, tra i quali 9 produzioni e coproduzioni targate FOG, 2 prime assolute, 16 prime nazionali, 7 tra concerti e dj set per un totale di 88 repliche complessive. |
Laurie Anderson (Photo Ebru Yildiz) |
Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, dichiara: "FOG si conferma un appuntamento centrale della nostra programmazione, un festival che per tre mesi porta a Milano gli artisti più interessanti della scena performativa internazionale, con proposte e progetti che si connettono alle mostre, al public program e agli eventi di Triennale. Questa nuova edizione del festival anticipa la 23ª Esposizione Internazionale Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries, che, in linea con la vocazione dell’istituzione, porterà avanti il dialogo tra tutte le discipline del contemporaneo dando ampio spazio anche alle arti performative". Le suggestioni che attraversano e guidano l’edizione 2022 sono molteplici e indagano la relazione tra corpo e tecnologia, realtà e percezione, violenza e potere, identità e libertà, collasso dell’antropocene e narrazione multispecie, memoria e futuro: temi e riflessioni si alternano in un flusso discontinuo, restituendo paesaggi in cui il corpo prende ancora una volta il centro della scena nel rapporto con il tempo, lo spazio, l’identità, la fragilità, la natura, in stretto dialogo con i temi della 23ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano, incentrata sui misteri e l’ignoto. "La proposta di FOG - osserva Paola Dubini, presidente di Triennale Milano Teatro - rappresenta un unicum nella città di Milano per la sua coerenza e per il respiro internazionale che la caratterizza: una proposta che, a partire dalla sovratitolazione di tutti gli spettacoli, sia progressivamente più inclusiva e che si rivolga anche ai pubblici giovani e alle comunità internazionali residenti a Milano. La presenza e continua partecipazione di tanti studenti e giovani in sala è una delle nostre più grandi soddisfazioni".
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Romeo Castellucci (Photo Anne Zeuner) |
"In questo tempo incerto - completa Umberto Angelini, direttore artistico di Triennale Milano Teatro -, FOG intende rappresentare un laboratorio, un autentico organismo mutante in grado di far coesistere tensioni e sensibilità artistiche differenti, accomunate da uno sguardo radicale e radicato nella contemporaneità". Il primo appuntamento in programma per quanto riguarda la proposta più strettamente legata a teatro e performance vede la sinergia tra una delle personalità di spicco della nuova scena argentina e uno degli autori di riferimento della letteratura contemporanea: Brevi interviste con uomini schifosi di Daniel Veronese è ispirato a uno dei capolavori più amati di David Foster Wallace e si avvale delle intense interpretazioni di Lino Musella e Paolo Mazzarelli (22-24 febbraio). La quinta edizione di FOG segna poi il ritorno in Triennale del regista e autore statunitense Richard Maxwell, tra le prime proposte della direzione artistica di Umberto Angelini nel 2017 con Vision Disturbance. Considerato - dal prestigioso The New Yorker - "tra i più coraggiosi artisti del palcoscenico che gli Stati Uniti abbiano prodotto negli ultimi decenni", Maxwell presenta in prima nazionale Queens Row: tre monologhi, tre storie al femminile di discriminazione e violenza che racchiudono un germe di insospettata speranza (3-6 marzo).
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Christoph Marthaler ©JulieMasson |
Altro nome di punta del teatro internazionale, Christoph Marthaler arriva, invece, a Triennale Milano Teatro il 15 e 16 marzo per presentare Aucune idée, straordinaria performance intima e ironica che suggella il rapporto ormai quarantennale del regista svizzero con l’attore scozzese Graham F. Valentine. In Transit, liberamente ispirato all’omonima novella firmata da Anna Seghers, segna il ritorno di Amir Reza Koohestani, il più importante regista iraniano vivente, con un’opera sospesa tra attualità e autobiografia che parla di confini e di spaesamento. Lo spettacolo, in prima nazionale, è un’altra coproduzione targata FOG (26-27 marzo). Si torna in Italia con l’attesa prima assoluta di Milano, opera video di Romeo Castellucci (Grand Invité 2021-2024 di Triennale Milano) realizzata da Yuri Ancarani, che porta sul grande schermo la "marcia degli scheletri" tenutasi a Milano in centro città a fine novembre (3 aprile); e la prima milanese di Avremo ancora l’occasione di ballare insieme di Deflorian/Tagliarini, artisti associati di Triennale Teatro per il triennio 2022-2024 e duo creativo tra i più apprezzati a livello internazionale (20-23 aprile). Appuntamento da non mancare, e altra prima nazionale targata FOG 2022, con L’Etang (The Pond), ultimo spettacolo firmato dalla franco-austriaca Gisèle Vienne, tra le autrici di culto dell’attuale scena internazionale. L’opera prende le mosse da uno dei lavori meno conosciuti dello scrittore Robert Walser, che vede tra le interpreti Adèle Haenel e alla direzione musicale Stephen O’Malley, leader dei Sunn O))) e figura di riferimento della scena drone-doom mondiale (28-30 aprile). La danza, nella sua esplorazione del rapporto tra corpo e spazio attraverso il movimento, è come sempre protagonista della programmazione. Aprono questa sezione del cartellone gli mk di Michele Di Stefano (anche lui artista associato per il triennio 2022-2024), che mettono al centro del loro Maqam il sistema di organizzazione melodica della musica araba tradizionale, una tecnica di improvvisazione musicale largamente praticata in tutto il Medio Oriente (8-9 marzo). Dopo lo straordinario 20 danzatori per il XX secolo e oltre, realizzato a settembre 2021 in collaborazione con la Fondation Cartier pour l’Art Contemporain di Parigi, Boris Charmatz torna invece in Triennale l’11 e il 12 marzo in veste di autore e interprete per un’altra imperdibile prima nazionale: Somnole, nuovo lavoro dell’étoile francese, è incentrato sull’esplorazione del confine sonno/veglia e sul suo inatteso potenziale creativo. Assolutamente inedita la collaborazione che vede impegnato un altro artista associato di Triennale Milano Teatro 2022-2024, il Leone d’Oro per la Danza Alessandro Sciarroni, insieme a CollettivO CineticO, tra le più importanti espressioni della ricerca italiana contemporanea, per Dialogo terzo: In a landscape, una "coreografia emozionale dello sguardo" che prende spunto dal titolo dall’omonima composizione firmata da John Cage (12-13 marzo).
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Smaïl Kanouté - Never Twenty One |
L’attualità è invece il punto di partenza di Never Twenty One del coreografo franco-maliano Smaïl Kanouté, ispirato all’hashtag reso celebre dal movimento Black Lives Matter in riferimento alla giovane età delle vittime di armi da fuoco da New York a Johannesburg (22-23 marzo). FOG approfondirà il lavoro di Kanouté, tra le più recenti rivelazioni della scena francese, presentando in prima italiana presso l’Institut Français Milano anche i suoi cortometraggi Yasuke Kurosan, Never Twenty One e So Ava, una trilogia filmica sul tema del colonialismo e della persistenza di riti ancestrali come affermazione identitaria (21 marzo). Da non perdere le visionarie azioni performative del duo giapponese Aguyoshi, che si esibisce per la prima volta in assoluto fuori dal paese d’origine proponendo il suo "Moyayoshi", un mix di danza contemporanea, Butoh e danza classica che lavora sullo spazio pubblico (1-2 aprile). Prende spunto dalla danza (e in particolare dalla celebre Bayadère interpretata da Nureyev nel 1991) per affrontare il tema impossibile della rappresentazione della morte la suggestiva lecture-performance Dying on Stage del cipriota Christodoulos Panayiotou, tra i protagonisti più amati dell’arte contemporanea internazionale (2 aprile). Il nuovo lavoro di Annamaria Ajmone, artista associata di Triennale Milano Teatro per il triennio 2022-2024, che con La notte è il mio giorno preferito continua la sua indagine coreografica sul mondo animale e naturale, si concentra questa volta sulla pratica del tracciamento filosofico (6-7 aprile). Il 13 e 14 aprile un importante ritorno a Milano - otto anni dopo il debutto italiano nel 2014 in occasione della dodicesima edizione di Uovo Festival - per la compagnia spagnola La Veronal, fondata e diretta da Marcos Morau e costituita da artisti provenienti da discipline differenti (danza, cinema, fotografia e letteratura) con Pasionaria, partitura per otto danzatori che mette in discussione il concetto di progresso e i valori individualistici che dominano la nostra società.
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mk-maqam (Photo Andrea Macchia) |
Le possibilità di relazione tra l’esistenza individuale e l’esperienza collettiva sono al centro del solo My Body di Stefania Tansini (27-28 aprile), già protagonista della Stagione 2021 di Triennale Milano Teatro insieme a Silvia Calderoni in Tutto Brucia di Motus. Swans never die è un progetto su danza e memoria che invita il pubblico a pensare al solo La morte del cigno, pietra miliare della storia della danza del XX secolo, come un’opportunità per conoscere stili, tecniche e culture. Le realtà partner del progetto, di cui Triennale Milano Teatro fa parte dalla sua nascita nel 2019, propongono una programmazione congiunta che alterna workshop, residenze artistiche, conferenze e spettacoli pensati per diffondere la cultura della danza. Nel quadro del progetto, Camilla Monga, Chiara Bersani, Philippe Kratz e Virna Toppi si alternano sabato 30 aprile sul palco del Teatro Out Off per presentare le loro personali variazioni sul tema. FOG si conferma antenna estremamente ricettiva rispetto alle esperienze più innovative che si sono sviluppate in questi anni nel mondo: è il caso di Dance On Ensemble, originale progetto fondato nel 2015 a Berlino per esplorare il rapporto tra danza ed età, lavorando con coreografi e registi di fama internazionale alla costruzione di un repertorio di lavori per danzatori ultra-quarantenni. Per la quinta edizione del festival l’Ensemble presenterà il 12 e 13 maggio quattro lavori differenti: Deep Song di Martha Graham nel sorprendente restaging di Miki Orihara (insieme all’installazione Everything - Nothing firmata da Tim Etchells), Works in Silence di Lucinda Childs, MARMO di Ginevra Panzetti/Enrico Ticconi (già vincitori nel 2019 del Premio Hermès Danza Triennale Milano). Lo spazio pubblico torna protagonista, nella sua relazione con il corpo umano, in Improvvisazioni itineranti in Parco Sempione di Ariella Vidach, progetto realizzato in collaborazione con Triennale Milano Teatro, che coinvolge giovani danzatori e performer con il coordinamento coreografico dell’artista (14 maggio). FOG Triennale Milano Peforming Arts è un festival che predilige sperimentare una dimensione ibrida e giocare con i formati, esplorando le differenti possibilità di fruizione. E Dio si riposò il settimo giorno è un progetto interattivo firmato da Silvia Costa (e prodotto dal festival) che indaga uno dei principali legami umani coinvolgendo un’autentica famiglia milanese di quattro generazioni nel suo processo (prima italiana, 19-20 marzo). Si muove tra installazione e performance Les baigneurs di Clédat & Petitpierre, spettacolo surreale e fantasioso che gioca con gesti e rituali semplici trasformandoli in una celebrazione plastica del quotidiano, un’evocazione poetica dell’amore e dell’ozio (2-3 aprile). Lo spazio pubblico, in questo caso una parte di città con i materiali umani e ambientali che la compongono, torna protagonista in Rettilario della ricercatrice e performer milanese Sara Leghissa, realizzato con il supporto di Triennale Milano Teatro (13-14 aprile). Al confine tra diversi linguaggi si colloca anche Eutopia, l’ultimo esperimento di Trickster-p, compagnia di punta della scena svizzera ed europea, che torna per questa quinta edizione del festival: coniugando performance, installazione e game design, Eutopia trasforma il teatro in un grande tavolo da gioco attorno al quale spettatrici e spettatori sono invitati a un’esperienza partecipativa i cui esiti appaiono sempre differenti, perché risultato del loro peculiare apporto (29 aprile-5 maggio). Lavori dai quali emerge un’altra costante di FOG fin dalla sua creazione: la centralità della relazione con lo spettatore e con il suo sguardo. Un’attenzione che si esplicita non solo nel suo ruolo partecipato e immersivo in rapporto alla modalità di fruizione, ma anche nell’interazione con le nuove tecnologie. In questa linea di indagine si collocano due tra gli appuntamenti clou in calendario, entrambi incentrati sull’utilizzo di visori per la realtà virtuale: To the Moon di Laurie Anderson, realizzato in collaborazione con il regista taiwanese Hsin-Chien Huang, è un’avventura immersiva, unica e sorprendente che catapulta lo spettatore fuori dall’atmosfera terrestre, accompagnandolo sulla superficie lunare tra crateri, depressioni e vette inesplorate (in prima nazionale dall’1 al 6 e dall’8 al 13 marzo). FOG porta per la prima volta in Italia anche l’opera di Susanne Kennedy, artista tra le più originali della scena mondiale, che in I AM (VR) esplora in collaborazione con l’artista multimediale Markus Selg le nuove possibilità legate ai visori dando vita a un viaggio unico, un’esperienza inedita di teatro totale tra il mistico e lo psichedelico (16-20 marzo). Ruolo chiave all’interno della proposta del festival è ancora una volta quello riservato alla musica, vero e proprio fil rouge che "cuce" la programmazione (da Marthaler a Laurie Anderson, da Canedicoda a mk) e ne diventa protagonista assoluta a partire da domenica 13 marzo grazie a Casino Royale, gruppo cult del panorama indie italiano, che torna dal vivo dopo l’uscita a giugno 2021 dell’ultimo disco Polaris con uno spettacolo ideato realizzato appositamente per FOG insieme al Venaus Quintet. Giovedì 17 marzo secondo appuntamento con il concerto del cantautore nordirlandese Neil Hannon, che in occasione del trentennale del suo progetto The Divine Comedy presenta dal vivo, per la prima volta in Italia, brani del suo ultimo album, Charmed Life: The best of The Divine Comedy, disponibile dal 4 febbraio 2022. Sono invece due gli appuntamenti firmati da Radio Raheem, resident radio di Triennale Milano e partner storico di Triennale Milano Teatro, che venerdì 18 marzo e sabato 14 maggio presenta alcune delle realtà musicali più innovative del panorama italiano e internazionale contemporaneo. Il 7 aprile FOG ospiterà il live di Flora Yin Wong, artista poliedrica - nata a Londra ma di origini cinesi e malesi -, DJ e scrittrice sperimentale che combina sapientemente field-recording ed elaborazioni elettroniche. L’8 aprile (presso Triennale Milano Teatro) e il 6 maggio (presso Fondazione Il Lazzaretto) sarà invece la volta di Open Machine, un vero e proprio happening di improvvisazione musicale ideato e diretto da Vittorio Cosma, che porta il pubblico direttamente a contatto con i meccanismi del processo creativo. Prodotto da The Goodness Factory e Music Production, Open Machine è un format unico nel panorama contemporaneo italiano. Anche la quinta edizione di FOG affianca a spettacoli, performance e concerti un public program che permette di entrare in contatto diretto con i protagonisti del festival e di approfondire i loro percorsi artistici. Una serie di incontri, laboratori e masterclass gratuiti e aperti a tutti in cui teatro, danza e musica dialogano con altre discipline della cultura contemporanea. Tra gli appuntamenti in programma, l’incontro tra Susanne Kennedy e Romeo Castellucci, che si terrà il 20 marzo. Triennale Milano Teatro continua attraverso il festival FOG a interrogarsi sul ruolo del teatro in dialogo con la città di Milano, sulle sue specificità e le sue trasformazioni, e lo fa tessendo come sempre un network sinergico di collaborazioni: al partner culturale Fondation Cartier, con cui Triennale ha avviato una partnership della durata di otto anni, e alla preziosa rete dei partner storici del festival - da miart a Goethe Institut, da Institut français a Radio Raheem, da Institut Cervantes a Fondazione Nuovi Mecenati – si aggiungono quest’anno il Teatro Out Off e la Fondazione Il Lazzaretto, che ospiteranno due degli appuntamenti "fuori-sede" in cartellone, così come Parco Sempione, autentico polmone verde della città. Un sistema di reti che si riverbera anche sulla dimensione nazionale (oltre al già citato Swans never die, Triennale Milano Teatro è membro di DNAppunti coreografici, Progetto RING e IN Italia) e internazionale (con Boarding Pass Plus: Crossing the sea). Triennale Milano è inoltre la prima istituzione italiana a diventare partner ufficiale del progetto The New European Bauhaus, promosso dall’ottobre 2020 dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, volto alla costruzione di un futuro sostenibile e inclusivo. L’attenzione alla sostenibilità e agli obiettivi dell’Agenda 2030, in particolare per quanto riguarda l’ambiente e i giovani, è del resto una costante del festival e del lavoro di Triennale Milano Teatro nel suo complesso. La quinta edizione di FOG è resa possibile dal contributo istituzionale del MiC Ministero della Cultura, del Comune di Milano, di Regione Lombardia e di Fondazione Cariplo, oltre che dal prezioso sostegno dei partner Intesa Sanpaolo, Fondazione Ubi Banca Popolare Commercio & Industria onlus, dell’Institutional Media partner Clear Channel e del technical partner ATM. FOG rinnova anche per questo 2022 la collaborazione con uno dei più interessanti illustratori della scena internazionale: l’artwork della quinta edizione del festival è infatti opera di Alessandro Gottardo, in arte SHOUT, di base a Milano ma collaboratore tra gli altri di "New York Times", "The New Yorker", "Wall Street Journal", "TIME", "Newsweek", "Le Monde", "The Economist": "Per questo progetto ho pensato a un’immagine mitologica, ho richiamato alla mente la mitologia greca, creando un dio cervo (
fimmagine di copertina, ndr) che paradossalmente però indossa un arco da caccia. Ordine e caos, lo scontro degli opposti è quello che dà stabilità alla vita e alla vita ha dato origine, l’una non può esistere senza l’altra. L’immagine però è anche richiamo alla primavera, alla metamorfosi, alla rinascita, ecco allora dei fiori enormi, grandi come alberi che circondano il dio cervo. In questo caso, come nell’artwork precedente, ho tentato di restituire quel sapore onirico-surreale di cui ho goduto anche da spettatore e che caratterizza questo bellissimo festival". Gli abbonamenti e i biglietti sono già disponibili. Tutte le info sul sito triennale.org