"Instant Warhol", Polaroid d'artista in mostra a Milano

Dal 7 settembre al 23 ottobre 20219 la Galleria d’Arte Tommaso Calabro di Milano presenta Instant Warhol, una mostra dedicata a una selezione di fotografie e Polaroid che il grande artista americano realizzò durante gli ultimi vent’anni della sua vita. Sarà l'occasione per approfondire un aspetto meno noto ma allo stesso tempo integrante della sua pratica espressiva e del suo vissuto personale. Warhol è stato il creatore di alcune delle immagini più riconoscibili della cultura occidentale, sperimentando una varietà di media che vanno dalla pittura alla stampa, dal video alla musica e, ancora, alla fotografia. Quest'ultima tecnica meccanica si rivelò un mezzo naturale per un maestro la cui ricerca era incentrata sull’annullamento della presenza dell’artista, l’oggettificazione del soggetto e la spogliazione dell’opera dall’intenzione autoriale.
Tuttavia, le Polaroid istantanee e le fotografie di Warhol ci permettono, allo stesso tempo, di guardare con i suoi occhi attraverso l’obiettivo della fotocamera, visualizzandone il gesto dello scatto. Sono opere che rivelano una visione profondamente personale della realtà, mostrando come si sia rapportato sia al glamour che all’ordinarietà del mondo che lo circondava. Warhol utilizzò la fotografia sin dalle prime fasi della sua carriera, quando era solito appropriarsi di scatti pubblicati su riviste e pubblicità - e trasmesse dai media - per creare serigrafie che sono entrate a far parte del canone della storia dell’arte. Dopo che un’azione legale fu intrapresa contro di lui per aver  utilizzato uno scatto di Patricia Caulfield pubblicato sul magazine Modern Photogaphy (giugno 1964) come base per i suoi Flowers, Warhol iniziò a scattare assiduamente per creare nuove composizioni originali. Ovunque andasse, portava con sé una Polaroid, sua compagna instancabile, che egli definì come "una buona ragione per alzarsi dal letto la mattina". Era per lui uno strumento per interagire istantaneamente con i suoi soggetti e, contemporaneamente, un meccanismo di distanziamento. Nel 1971 iniziò  a utilizzare la Polaroid Big Shot, un’economica macchina fotografica istantanea a fuoco fisso che rivoluzionò la sua produzione. Progettata per realizzare ritratti, la Big Shot sintetizzava perfettamente in un unico oggetto le due principali linee di ricerca di Warhol: la sua ossessione per la celebrità e la produzione in serie dell’opera d’arte. Durante una seduta media - che poteva aver luogo nel suo studio, nelle stanze di un albergo o in abitazioni private - scattava decine di Polaroid, per  poi selezionarne una da utilizzare come immagine di partenza per la realizzazione di ritratti-serigrafie di grande formato.

Immagine dalla pagina Facebook Andy Warhol
La mostra alla Galleria d’Arte Tommaso Calabro raccoglie una selezione di Polaroid e stampe alla gelatina d’argento in cui compaiono amici della cerchia di Warhol: star del cinema, celebrità e membri del jet set internazionale, come l’imprenditore Gianni Agnelli, l’attrice Bianca Jagger, la cantante Grace Jones, e i fashion designer Halston, Gianfranco Ferrè e Diane von Furstenberg. Sono  inclusi alcuni autoritratti dello stesso Warhol, in cui l’artista compare truccato da drag queen o con indosso la sua leggendaria parrucca bionda. L’esplorazione sull’identità di genere è esemplificata da un gruppo di foto dalla serie esplicita Sex Parts and Torsos, in cui compaiono parti nude del corpo maschile all’altezza della vita, e dalla serie Ladies and Gentlemen, commissionata dal mercante d’arte torinese Luciano Anselmino nel 1975. Anselmino richiese a Warhol 105 dipinti di uomini travestiti ma l’artista ne realizzò oltre il doppio basandosi su circa cinquecento Polaroid di quattordici drag queen nere e ispaniche reclutate nelle strade del West Village, nei dintorni dei Chelsea Piers e in bar come il Gilded Grape a Hell’s Kitchen. Infine, alcune Polaroid raffiguranti banane, scarpe e frammenti di vita cittadina rivelano l’ampio spettro di soggetti con cui Warhol interagiva attraverso la macchina fotografica. Per lui le foto erano opere d’arte, mezzi di sperimentazione e di documentazione biografica mentre la fotocamera era il suo personale dispositivo di registrazione del mondo esterno. La varietà dei soggetti, che Warhol oggettizzava, rendeva glamour,  eroicizzava e sui cui ironizzava, rivela la sua fascinazione per la fama e l’identità di genere, la sua concezione di amicizia e collaborazione, così come l’indagine continua sui concetti di originalità e paternità dell’opera d’arte. Con questa mostra, la galleria milanese vuole sottolineare il ruolo cruciale che questa arte ebbe nel lavoro e nella vita di Warhol per la definizione di un’estetica distintamente Pop. La mostra è organizzata in collaborazione con James R. Hedges, IV, oggi ritenuto il più importante collezionista  privato di fotografie di Andy Warhol al mondo.



"Una fotografia significa che so dov’ero in ogni momento. Ecco perchè faccio foto. Creo un diario visivo". Andy Warhol
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Inaugurazione: Martedì 7 settembre 2021 Ore 11:00 – 19:00
Date mostra: 7 settembre – 23 ottobre 2021
Galleria d'Arte Tommaso Calabro
Piazza San Sepolcro 2
20123, Milano