Rimini, al Grand Hotel "torna" La Dolce Vita di Fellini

Il Grand Hotel e il "suo" Maestro. A Rimini continuano a scorrere parallele, vivissime nella memoria anche dopo le celebrazioni 2020 per il centenario della nascita del grande regista de "I vitelloni" e di "Prova d'orchestra", le leggende e le storie che avvolgono quel legame speciale intercorso tra la vita e l'arte di Federico Fellini e le sontuose sale Liberty dell'albergo (sopra, in una foto d'archivio) più famoso e celebrato di tutta la riviera adriatica. E' una "relazione" di cui non puoi farne a meno e giustamente lo storico cinque stelle lusso monumento nazionale continua a riservare proposte ad hoc per non dimenticare quei giorni e quelle stagioni.
Federico Fellini sulla terrazza del Grand Hotel
L'estate 2021 lo conferma ed ecco arrivare l'offerta "Alla scoperta de La Dolce Vita di Fellini". La proposta comprende: soggiorno in una delle affascinanti camere del Grand Hotel in pernottamento e prima colazione, l'oramai famosa e ricca prima colazione con golose proposte, dolci e salate, centrifughe, pancake fatti al momento e frutta fresca servita negli ampi saloni affacciati sulla piscina o in terrazza, aperitivo di benvenuto a tema, una cena per due persone alla scoperta del menu "A tavola con Federico" creato dall’executive chef Claudio Di Bernardo (bevande escluse), con l'imperdibile "Ris’otto e ½ al parmigiano reggiano con salsa di mosto cotto, mela golden",  mappa con la descrizione dei luoghi più significativi del Grand Hotel nel segno di Federico Fellini (un viaggio attraverso gli spazi dello storico albergo riminese alla scoperta dei suoi segreti e del legame indissolubile con il regista). A chi lo desidera verrà data la possibilità di ammirare e sfogliare il meraviglioso "Libro dei sogni" per scoprire le stanze più segrete e intime della creatività felliniana. Poi: kit benessere in camera (accappatoio e ciabattine), uso delle biciclette dell'hotel su richiesta per scoprire Rimini e le sue bellezze, wifi ad alta velocità anche in spiaggia e negli spazi comuni. A partire da 160 euro a persona in camera doppia Executive. La mappa è un'autentica guida agli incontri, in varie epoche ed età, avvenuti tra il figlio più  celebre della comunità riminese e il tempio dorato per eccellenza dell'ospitalità in riviera. Due film ne segnano, un po', l'inizio e l'epilogo - "Amarcord" ed "E la nave va" - sugellando con la loro trama ricordi, sogni e fantasie artistiche.


Comincia il viaggio. "Dal piazzale dedicato a Fellini l’accesso al Grand Hotel avviene attraverso il giardino che, come un 'bosco sacro', è il luogo dell’incontro tra il mondo esterno e l’universo magico che la grande 'astronave bianca' sa evocare. Sotto il cappello dei pini marittimi, i vialetti scivolano lenti, abbracciano la fontana contornata da satiri danzanti e si presentano alla grande scalinata, stretta dai due maestosi ulivi secolari, che Antonio Batani volle piantare nel 2008, ad albergo appena acquistato: un antico simbolo di  rigenerazione per un luogo che veniva da anni di vicissitudini che ne avevano offuscato l’immagine". La storia entra nel vivo: "Saliti i 6 gradini della scalinata, l’abbacinante bellezza della facciata non può che lasciare a bocca aperta, come i progettisti  avevano previsto, mettendo ai lati della porta d’ingresso mascheroni dallo sguardo vacuo e la bocca spalancata, a fare da specchio allo stupore del visitatore. Dal luglio del 1908, quando l’opera dei fratelli Somazzi venne svelata, l’ammirazione per questo gioiello dell’Art Nouveau continua a provocare la medesima reazione. Un’ammirazione che la Famiglia Batani, proprietaria dell’albergo da oltre 10 anni, si impegna a mantenere viva associando alla bellezza del luogo il suo amore per un’arte dell’hotellerie  che sappia associare la professionalità dei più alti standard alberghieri alla genuinità tipica dell’accoglienza romagnola. La terrazza 'galleggia' tra l’ingresso e il giardino, come una nuvola morbida e sinuosa nei suoi contorni ondeggianti. E' uno spazio speciale. Questo è uno dei luoghi dell’immaginario del giovane Fellini che, non avendo la ricchezza per accedere, sbirciava da lontano le danze voluttuose delle affascinanti donne dell’alta società e cominciava, così, a progettare quell’onirico universo che il suo grande estro renderà immortale: ricordate in 'Amarcord' i ragazzi che ballano avvolti nella nebbia abbracciando il nulla sulle melodie di Nino Rota? Su questa terrazza, nei mesi di luglio e agosto, le rarefatte atmosfere di scintillanti notti estive si ripropongono nei gran buffet con orchestra che sono un indimenticabile viaggio nel tempo".


Si entra nel Grand Hotel. "Varcata la soglia della vetrata d’ingresso si dischiude il fiore prezioso degli ambienti della hall, plasmati dalla molteplicità degli  stili che caratterizzano le tante opere che i secoli sembrano aver spiaggiato in questo luogo, come fossero il bottino perduto di naufragati vascelli dopo una notte di tempesta. Dall’originale scalone liberty, che porta ai piani superiori, ai quadri, passando per le fotografie e le piantine progettuali dell’albergo, tutto contribuisce a spiegare l’affermazione di Fellini che definiva questo luogo una favola dello sfarzo orientale, che nelle notti estive si trasformava in Istanbul, Baghdad o Hollywood". Vince la  memoria. "Lo spazio dedicato al più illustre figlio della città, con le foto che lo ritraggono seduto in terrazza e, insieme alla moglie Giulietta Masina, in occasione della scenografica presentazione del film 'E la nave va', quando una gigantesca rappresentazione  luminosa del transatlantico Rex fu realizzata sul tetto del Grand Hotel. I divani rossi della sala richiamano i momenti di relax e quiete che contraddistinguevano i soggiorni dei suoi illustri clienti: ospiti che il giovanissimo Fellini ritraeva con le sue caricature e i suoi disegni, procurandosi i primi guadagni e un panorama infinito di personaggi e caratteri che rielaborerà poi nella sua opera cinematografica. In questa sala un’infinità di immagini sulle pareti ripercorrono la lunga storia dell’albergo, raccontando di pari passo la storia dell’Italia del Novecento. Una storia che, al Grand Hotel, ha visto sovrapporsi culture, lingue, religioni differenti in un clima di condivisione che ha sempre rappresentato un momento di speranza e ottimismo, come in occasione dell’incontro, nel 1994, tra George Bush e Michail Gorbaciov, o durante il soggiorno del Dalai Lama nel 2005".


Il mito. "La suite 315, con le finestre affacciate sul giardino e lo sguardo, laggiù, puntato verso il mare, erano l’orizzonte che abbracciava Federico  quando soggiornava a Rimini. Erano ormai lontani i tempi del giovane squattrinato che entrava di soppiatto e che veniva accompagnato all’uscita dallo sguardo truce del ligio concierge. Il mitico proprietario del Grand Hotel di allora, il Cavalier Arpesella,  teneva sempre libera, a disposizione del suo amico Federico, la camera più bella dell’albergo dalla quale il maestro vedeva una 'Rimini che non finisce più' con un 'corteo interminabile di macchine scintillanti' da fargli sembrare Roma più piccola e addomesticata". L'epilogo e il mare. "La spiaggia non è parte integrante del Grand Hotel ma la sua presenza è fondamentale per chiudere il cerchio magico e aggiungere al numero intero quel mezzo che completa il senso del nostro viaggio, associandolo al film che idealmente racchiude tutta l’arte di Fellini e, si dice, fosse quello che il grande regista amasse di più. La spiaggia ha un senso profondo perché è il luogo di mezzo che collega la terra al mare, il tangibile all’intangibile, il reale al sogno, verso un orizzonte su  cui aleggia il mitico Rex. Infine uno scherzo del caso contraddistingue la spiaggia del Grand Hotel: è l’unico stabilimento  balneare a non avere una numerazione, o meglio, trovandosi tra il bagno 8 e il bagno 9 il suo numero sarebbe … 8½". Quasi profetico.  Ecco perché "Alla scoperta de La Dolce Vita di Fellini" - in attesa dell'inaugurazione del museo a lui dedicato dalla città, frenato dal Covid - è molto di più di una semplice, seppur allettante, offerta alberghiera di fascino. E' un modo, invece, per entrare davvero nel mondo onirico e luccicante di un posto unico nel panorama dell'hotellerie nazionale. Quello che faceva trasognare Fellini da ragazzo e che è poi è diventato parte integrante del suo universo poetico. Dietro la macchina da presa e nella vita reale. Diceva: "Il Grand Hotel era la favola della ricchezza, del lusso, dello sfarzo orientale. Quando le descrizioni nei romanzi che leggevo non erano abbastanza stimolanti da suscitare scenari suggestivi nella mia immaginazione, tiravo fuori il Grand Hotel..."⁠.

                                                                                                          a cura di Daniele Vaninetti



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