"Domenica Regazzoni Lucio Dalla a 4 mani". Bologna

Bologna: lunedì 25 maggio 2020 riapre la mostra "Domenica Regazzoni Lucio Dalla a 4 mani" allestita nella Sala d'Ercole di Palazzo d'Accursio in Piazza Maggiore. L'esposizione, a cura di Silvia Evangelisti, sarà visitabile fino al 2 giugno con orario continuato 10:00 - 18:30 e ad ingresso gratuito. L'artista si è fatta sedurre dalle canzoni di Dalla per produrre una serie originalissima di opere ad esse ispirate. Trenta i lavori esposti, quasi tutti inediti, integrati da preziose immagini di repertorio con commenti diretti del compianto cantautore.
Figlia d’arte (il padre Dante era un noto liutaio), sorella d’arte (il fratello Cesare è compositore e arrangiatore) e madre d’arte (il figlio, Alessio Bidoli, è un virtuoso violinista con una brillante carriera già avviata), Domenica ha respirato musica fin da giovanissima, per poi convertirla in arte figurativa: le sue opere sono vere e proprie meditazioni in cui si mescolano materiali extrapittorici a cromatismi del pennello. Stoccate di blu intensi, pennellate di verdi tenui, sfumature aranci e rosa, oro e rame, rappresentano suggestivi e semantici messaggi dell’anima che vogliono non descrivere o riprodurre, quanto evocare, e così facendo integrare, i dispacci di una narrazione testuale pervasa di poesia, come rappresentano non a caso i brani scritti da Dalla.


Se lirica è la magia dei versi nel raffinatissimo repertorio prescelto, liriche esponenziali sono le atmosfere percorse in questa selezione, sensibilmente curata dalla storica dell’arte Silvia Evangelisti, che ripercorrono un cammino artistico realizzato in oltre un ventennio, dal 1998 al 2019. Quattordici le canzoni "in mostra": da Henna a Com’è profondo il mare, da Milano a Scusa, da Cosa sarà a L’ultima luna, solo per citarne alcune, accompagnate da brevi pensieri concettuali su ogni pannello, per far vivere al visitatore-spettatore-ascoltatore una sorta di Weltanschauung nella quale la visione del quadro assurge alla dimensione di un’esperienza artistica totale. Afferma Domenica: “Penso che il principio della creazione sia il medesimo in tutte le arti anche se i prodotti differiscono tra loro. Le impressioni estetica, visiva, poetica, musicale sono troppo intrecciate per essere divise! Ciò che è primario nella musica può essere secondario nella poesia e nella pittura, ma le reti d’intersezione sono, a mio parere, fittissime. Il rapporto sinergico tra le Arti, così come il confronto tra gli elementi naturali e l’uomo, nella plasmazione e trasformazione di segno e significante della materia, è una costante nel repertorio dell’artista che, nella sua lunga e diversificata carriera, interseca figurativo ed astratto per contemplare e interpretare le infinite possibilità della percezione di un oggetto nel suo contesto e nelle molteplici direzioni ermeneutiche a cui va incontro.

In questo passaggio dalla Natura all’Arte, Domenica parla di “orchestrazione della materia” espressa in un colloquio intimo e vero con il soggetto ritratto o, per meglio dire, richiamato. Ne sono esempio, oltre alle opere in mostra, anche le originali sculture del passato ispirate all’attività del padre, in cui la lima e lo scalpello sfrugugliano il legno per produrre una specifica auto-funzionalità. In tale ambito, la figlia devia dalle orme paterne del più antico artigianato musicale per deflagrare la perfezione dello strumento ad arco verso forme aperte e illimitate: basti pensare alle opere “The Broken Violin”, del 2009, scultura in bronzo collocata in permanenza nel Coltea Park nella piazza dell’Università di Bucarest, o in ferro, come anche a “Preghiera” a Segrate, in legno di abete, a “Cello scomposto” del 2012, fino al recentissimo “Fiore di Violino” in metallo, a Barzio. Come immersa in una costante colonna sonora, Domenica Regazzoni sfugge al tempo per creare nuove coordinate tra suono e parola, mediate dal colore. Una tridimensionalità introspettiva che si esprime al meglio nella gestualità pensante degli imponenti quadri esposti a Palazzo d’Accursio, proprio a poca distanza dall’abitazione di Dalla. E il mix tra tecniche pittoriche differenti, densità cromatiche aggettanti e il collage di forme ad incastro producono messaggi altamente subliminali nei quali perdersi, immaginare e ricordare, con nostalgia, con amore, col desiderio di ciò che di bello è ancora possibile. L'esaustivo catalogo, realizzato con MR Fine Art di Milano, galleria di riferimento per le opere dell’artista, contiene un’inedita intervista della curatrice a Domenica Regazzoni. "Nelle opere di Domenica ci sono le mie tonalità preferite. Il modo con cui quest’artista ha interpretato la mia musica è stato per me davvero inimmaginabile", ebbe a commentare Lucio Dalla nel 2000 in un'intervista di Fabrizio Zampa ("Il Messaggero").