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| ph. Alessio Pizzicannella |
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| Franco Battiato, Dervisci, olio su tela 60x80 |
IL PITTORE
"'La musica è stata la mia vita'. Inutile cercare scorciatoie per ricordare, in un altro modo, l''evoluzione' dell'esistenza di Branco Battiato, spentosi nella sua casa di Milo (Catania) martedì 18 maggio 2021, dopo una lunga malattia, all'età di 77 anni. Eppure proprio la parola 'evoluzione' - una delle basi della sua perenne ricerca di apertura ai mondi dell'Occidente e dell'Oriente - ci pone in allerta e ci fa meglio comprendere i contorni e i 'confini altri' delle sue partiture. Cioè ci spinge e incoraggia a non dimenticare quanto peso abbiano avuto anche le altre arti nel suo procedere verso l'essenza spirituale: pittura, cinema, letteratura e ancora la musica nelle sue parti e generi non commerciali (dalla classica all'avanguardia). Partiamo dalle fonti ufficiali: 'Sulle basi di sereno e attento dialogo con la propria individuale facoltà pittorica, Battiato ha intrapreso un cammino di ricerca che si è progressivamente consolidato in una ben definita pratica artistica. Questa attività si è venuta ad affiancare a quella più ampiamente nota di musicista e dal 1993 ha condotto i suoi quadri ad essere esposti in parecchie mostre personali tra Roma e Catania, Stoccolma, Miami, Firenze e Goteborg, in Svezia. Le opere figurative prodotte sono circa ottanta, tra tele e tavole dorate. Le tecniche prevalentemente adoperate sono quelle ad olio e mediante uso di terre o pigmenti puri. Le copertine di Fleurs e Ferro Battuto, e il libretto dell’opera Gilgamesh, sono state realizzate da Franco. Süphan Barzani è lo pseudonimo col quale, agli inizi, firmava i suoi dipinti'. L'amico scrittore e critico Gesualdo Bufalino ha messo a fuoco la profondità di questa produzione: 'Una doppia tentazione ci coglie davanti alle sue opere: da un canto si avrebbe voglia di abbandonarsi a un giudizio ingenuo, scompagnato dai clamori che ci vengono della sua leggenda di musicista, cantante e poeta; dall’altra sentiamo di non poterla eludere, codesta leggenda, tanto necessariamente essa cospira a darci il ritratto intero dell’uomo. In altri termini la pittura di Battiato - prosegue l'autore della Diceria dell'untore -, qualora pretendessimo di canalizzarla in un comodo alveo di neoprimitivismo, dimenticando la ricchezza operativa e intellettuale che la sorregge, rischierebbe di apparirci l’hobby di un artista episodico e dimezzato; mentre, viceversa, osservandola con tutti due gli occhi, della natura e della cultura, ne vedremo i colori sposarsi affettuosamente alle note, alle parole, alle meditazioni dell’autore e in quest’alleanza, per non dire connivenza, spiegarci la cifra inconfondibile di un’anima'". (da Style Legends del 18 maggio 2021)

