Museo del Tessuto di Prato celebra Alaïa e Balenciaga

In occasione del suo cinquantesimo anniversario, la Fondazione Museo del Tessuto di Prato, in collaborazione con la Fondazione Azzedine Alaïa di Parigi, annuncia dal 25 ottobre 2025 al 3 maggio 2026 la mostra "Alaïa e Balenciaga. Scultori della forma", un progetto espositivo speciale dedicato a due riferimenti assoluti della moda francese. La mostra - curata da Olivier Saillard e presentata alla Fondation Azzedine Alaïa nel 2020 - arriva per la prima volta in Italia mettendo a confronto la creatività dei due couturier grazie a un nucleo di cinquanta abiti provenienti dalla Fondazione Azzedine Alaïa con documenti e video originali dell’Archivio Balenciaga.
L’omaggio alla storia della moda con Cristobal Balenciaga e Azzedine Alaïa prosegue idealmente lo studio del Museo del Tessuto iniziato con Gianfranco Ferrè (2014) e Walter Albini, padre del prêt-à-porter italiano (2024), e gli inglesi Ossie Clark e Celia Birtwell (2022), protagonisti della scena londinese degli anni Sessanta e Settanta del Novecento. L'esposizione ha ottenuto il prestigioso patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia. Cinquanta abiti provenienti dalla Fondazione Azzedine Alaïa saranno esposti nelle sale suggestive della ex fabbrica Campolmi, accompagnati da documenti e video originali dell’Archivio Balenciaga per mettere a confronto la creatività dei due stilisti. Venticinque creazioni di Azzedine Alaïa (1935-2017) - considerato dai più l’ultimo couturier in grado di saper padroneggiare ogni fase della progettazione e della realizzazione di un abito - dialogano in mostra con altrettanti capi del grande Cristobal Balenciaga (1895-1972), in un confronto senza tempo tra due abilissimi sperimentatori di forme e volumi. Solo per citare un esempio, lo spencer di Alaïa della collezione Couture Autunno/Inverno 1986 trova ispirazione nella giacca Haute Couture 1938 di Balenciaga, così come i bolero delle collezioni Autunno/Inverno 1986 e 1989 citano il bolero della Haute Couture 1940. È ormai risaputo come, una volta chiusa definitivamente la Maison Balenciaga nel 1968 per mano della stessa, Alaïa - giovane stilista emergente - sia stato chiamato dalla vicedirettrice vendite, Mademoiselle Renée, a scegliere liberamente una selezione di creazioni del maestro, che solo le sue abili mani avrebbero potuto rielaborare per dar loro un nuovo aspetto. Il giovane Alaïa restò talmente stupito dalle forme, dall’architettura dei tagli e dall’abilità tecnica di ogni capo, che da allora coltivò per tutta la vita un profondo rispetto per la storia della moda e considerò l’incontro con il lavoro di Balenciaga il punto di partenza per la riscoperta dai grandi maestri del taglio che lo avevano preceduto.  

"Le clienti mi portavano abiti di Balenciaga e mi chiedevano di accorciare l’orlo: io chiedevo loro se potevo tenere gli abiti e fare invece qualcosa di nuovo per loro. E’ in quel periodo che ho iniziato a prendere coscienza del fatto che la moda è un patrimonio culturale: è importante dare ai giovani stilisti l’opportunità di scoprire il lavoro e le tecniche dei loro predecessori. E’ così che ho iniziato a collezionare moda, ma anche arte e design. Ho intenzione di creare una fondazione per ospitare la mia collezione oltre ai miei archivi" (Azzedine Alaïa, Revue des Deux Mondes, 2014). Tutti i capi presenti in mostra appartengono alla Fondazione Azzedine Alaïa, creata nel 2007 dallo stesso couturier francese per preservare e valorizzare i suoi archivi personali e la sua ricchissima collezione di abiti dei più grandi stilisti che hanno segnato la storia della moda. Con questa mostra, la Fondazione Museo del Tessuto di Prato prosegue il suo percorso di studio e valorizzazione della Moda e dei protagonisti che ne hanno fatto la storia, affrontando per la prima volta il tema della couture francese; questo all’indomani del recente omaggio al padre del prêt-à-porter italiano Walter Albini (2024), all’inedita retrospettiva su Ossie Clark e Celia Birtwell (2022), protagonisti della scena londinese degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, e - ancora prima - della prima grande mostra dedicata alla camicia bianca di Gianfranco Ferré (2014). La mostra è realizzata con il supporto di: Comune di Prato, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Saperi, Estra; Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura, Regione Toscana. Un sentito ringraziamento a Pitti Immagine. Si ringraziano, per l’importante supporto al progetto, le aziende tessili Arché, Marini Industrie, Balli il Lanificio, oltre che Gruppo Colle, Lyria, Faliero Sarti e le aziende del Museo del Tessuto Textile Lovers.

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