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Foto Luigi Filetici |
L’allestimento a cura dello studio Parasite 2.0 organizza lo spazio come paesaggio urbano attraversabile: nella sala principale al piano terra un’area delimitata dal solo colore - verde come il green screen cinematografico - fa da sfondo e da campo d’azione a una successione di opere, suoni, visioni. Al piano superiore, invece, lo spazio disegnato da Parasite2.0 si attiva come un set in continuo divenire: performance, laboratori, dj set, conversazioni e proiezioni si susseguiranno ogni settimana, coinvolgendo collettivi, realtà di produzione e comunità culturali della città. Il progetto include anche una serie di interventi off-site commissionati da MACRO ma realizzati nelle loro sedi da alcuni spazi indipendenti romani, per attivare progettualità autonome ma connesse alla mostra. Sempre a partire da ottobre, con l’avvio della nuova programmazione, il museo si arricchirà di una vera e propria sala cinema: uno spazio da 100 posti, ricavato da una delle attuali sale conferenze, che ospiterà una programmazione di prima visione curata, dedicata ai film meno distribuiti del circuito festivaliero e del cinema d’essai. In dialogo con la mostra, i primi mesi saranno dedicati a registe e registi emergenti romani, affiancati da una serie di incontri con i cineasti più rappresentativi della scena cittadina. A partire da febbraio 2026, la sala cinema sarà attiva quotidianamente con una programmazione incentrata su anteprime, film indipendenti, documentari, film d’arte e classici rivisitati, in dialogo con le mostre e con il palinsesto complessivo del museo. Il secondo capitolo espositivo della stagione inaugurerà a novembre e sarà dedicato a Dissonanze, il festival che tra il 2000 e il 2010 ha trasformato Roma in un crocevia internazionale per la musica elettronica sperimentale, la cultura digitale e l’arte visiva. Ideato da Giorgio Mortari, la rassegna ha abitato luoghi emblematici e inusuali della città - dagli ex lanifici di Pietralata al Palazzo dei Congressi, fino all’Ara Pacis e alla Cappa Mazzoniana - dando vita a un dialogo inedito tra linguaggi, architetture e pubblici. Attraverso materiali d’archivio visivi, sonori e grafici, l'esposizione al MACRO - intitolata One Day You’ll Understand - Venticinque anni di Dissonanze (novembre 2025 – febbraio 2026), a cura di Carlo Antonelli, Lorenzo Castore, Valerio Mannucci - restituirà lo spirito anticipatore del festival, raccontando come abbia saputo intercettare e connettere sensibilità artistiche oggi più che mai attuali. Allestita nelle due sale storiche del secondo piano, di cui una interamente dedicata all’ascolto, l’esposizione sarà accompagnata da un public program di incontri, concerti, performance e visite guidate, che metteranno in relazione la storia del festival con le traiettorie della scena contemporanea. Una parte degli spazi sarà, poi, dedicata al primo degli allestimenti periodici della collezione storica afferente al MACRO, che ripercorrerà l’arte a Roma dal secondo Novecento ai primi anni Duemila, offrendone una rilettura dinamica e relazionale. Già da questo esordio del nuovo programma ogni mostra sarà accompagnata da un intenso programma di eventi live, performance, talk, workshop, incontri pubblici. Tra gli appuntamenti speciali della stagione, il 1° novembre 2025, in occasione delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini organizzate da Roma Capitale, sarà ospitata l’anteprima del nuovo lavoro del coreografo Enzo Cosimi, Una disperata vitalità. Un tributo a Pier Paolo Pasolini, seguita dalla proiezione di The Visitor (2024) di Bruce LaBruce, remake queer e provocatorio di Teorema. "Con questa nuova stagione il MACRO torna a essere il museo della sua città: aperto, presente, accogliente - sottolinea Marco Delogu, presidente Azienda Speciale Palaexpo -. Un luogo in cui ogni giorno può accadere qualcosa di inaspettato, in cui l’arte non si contempla soltanto, ma si attraversa, si discute, si vive. È un museo che parla la lingua della contemporaneità, ma non dimentica mai la relazione con il proprio contesto". "Il MACRO è uno dei poli dell’arte contemporanea a Roma, che si appresta ad essere, grazie alla linea e alle proposte della nuova direttrice Perrella, un presidio culturale che, oltre alle stagioni delle grandi mostre, recupera funzioni che non erano più attive come la ricchissima biblioteca che inizierà a svolgere di nuovo la sua attività e ne introduce di nuove come l’apertura di una sala cinema, che arricchisce il lavoro importante che stiamo costruendo a sostegno del settore...", afferma Massimiliano Smeriglio, assessore alla Cultura, Comune di Roma.
Copertina - Cristina Perrella. Ph. Daniele Molajoli
museomacro.it