Da venerdì 17 novembre 2023 a domenica 24 marzo 2024, Palazzo della Ragione a Bergamo è teatro di una straordinaria operazione artistica e culturale. Uno dei più antichi palazzi comunali d’Italia accoglie la mostra di Yayoi Kusama (Matsumoto, Giappone, 1929), l’artista più popolare al mondo secondo un sondaggio condotto dalla rivista The Art Newspaper, che porta nel cuore della città orobica "Fireflies on the Water", una delle sue Infinity Mirror Room più emblematiche, proveniente dalla collezione del Whitney Museum of American Art di New York. L’evento, promosso da The Blank Contemporary Art in intesa culturale con il Comune di Bergamo, si svolge in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 ed è parte del programma del Festival di Arte Contemporanea ARTDATE organizzato da The Blank e Palazzo Monti in corso fino al 26 novembre nelle città di Bergamo e Brescia.
Yayoi Kusama, Portrait; ©Yayoi Kusama |
L'esposizione, con un allestimento curato da Maria Marzia Minelli, si snoda lungo un itinerario che approfondisce la ricerca di Kusama attraverso poesie, filmati, libri e documentazioni, creando infine uno spazio di condivisione fisica dell’esperienza vissuta e permettendo di entrare da più punti di vista nell’immaginario della celebre artista giapponese. Il fulcro è "Fireflies on the Water", un'installazione dalle dimensioni di una stanza pensata per essere vista in solitudine, una persona alla volta. L’opera consiste in un ambiente buio, le cui pareti sono rivestite di specchi; al centro, si trova una pozza d'acqua, che trasmette un senso di quiete e in cui sporge una piattaforma panoramica simile a un molo e 150 piccole luci appese al soffitto che, come suggerisce il titolo, sembrano lucciole. Questi elementi creano un effetto abbagliante di luce diretta e riflessa, emanata sia dagli specchi che dalla superficie dell'acqua. Lo spazio appare infinito, senza cima né fondo, inizio né fine. Come nelle prime installazioni dell'artista, tra cui l’Infinity Mirror Room (1965), "Fireflies on the Water" incarna un approccio quasi allucinatorio alla realtà. Sebbene legato alla sua mitologia personale e al processo di lavoro terapeutico, quest’opera si riferisce anche a fonti varie come il mito di Narciso. Il luogo che accoglie l’installazione è ovattato nelle luci e nei suoni e l’arrivo alle soglie della stanza ha la valenza di un atto meditativo, di una contemplazione capace di portare il pubblico in una dimensione altra e diversa, un invito ad abbandonare il senso di sé e ad arrendersi a una sorta di magia meditativa.
Photo by Paolo Biava |
Copertina: Yayoi Kusama, Fireflies on the Water, 2002. Mirrors, plexiglass, lights, and water, 111 × 144 1/2 × 144 1/2 in. (281.9 × 367 × 367 cm). Whitney Museum of American Art, New York; purchase with funds from the Postwar Committee and the Contemporary Painting and Sculpture Committee and partial gift of Betsy Wittenborn Miller 2003.322. © Yayoi Kusama. Photograph by Sheldan C. Collins
Immagine in bianco e nero: Venezia, 1966 - XXXIII edizione della Biennale d'Arte di Venezia. Gli artisti Yayoi Kusama e Lucio Fontana durante la performance (pirata) Narcissus Garden ai Giardini della Biennale. ©Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia
L’arte e la vita per Kusama sono indissolubilmente legate: è nata in Giappone, a Matsumoto, nel 1929, da una famiglia agiata che aveva previsto per lei una precisa posizione nella società. Fin da bambina, però, comincia ad avere delle allucinazioni uditive e visive. Come la stessa artista ha raccontato è iniziato tutto in un campo di fiori: "C'era una luce accecante, ero accecata dai fiori, guardandomi intorno c'era quell'immagine persistente, mi sembrava di sprofondare come se quei fiori volessero annientarmi". L’arte si rivela fin da subito un elemento necessario e terapeutico, con la quale gestisce le sue allucinazioni. I suoi genitori, tuttavia, non accettano la sua passione, tanto che sua madre distrugge i suoi disegni prima che lei riesca a terminarli. È proprio per questo motivo che una delle prime forme d’arte di Yayoi Kusama sono i pois, elementi veloci da disegnare. Dedicandosi con grande dedizione allo studio dell’arte, nonostante il parere contrario della famiglia, rimane colpita dai dipinti dell’artista Georgia O’Keeffe, moglie di Alfred Stieglitz, e decide di scriverle. Fu proprio dopo aver ricevuto la sua risposta che Kusama si trasferisce nel 1958 negli Stati Uniti, prima a Seattle e poi a New York. Qui all’inizio trova notevoli difficoltà nell’ambiente artistico, sia perché fortemente maschilista, sia per le sue origini giapponesi, ma ben presto comincia a farsi notare con le sue opere. Già negli anni Sessanta consolida la sua posizione nell’avanguardia newyorkese e viene considerata una rivoluzionaria per l’epoca. Dopo aver raggiunto la fama modiale, nel 1973 torna in Giappone e nel 1977 si fa ricoverare spontaneamente in un istituto psichiatrico dove vive ancora oggi. Ma questo non le ha in alcun modo impedito di affittare un atelier davanti al nosocomio, in cui si reca ogni giorno per dipingere. In questi anni, infatti, ha continuato a lavorare, collaborando anche con celebri marchi di moda, e a dedicarsi completamente alla sua ricerca, dipingendo quadri e scrivendo romanzi e poesie.
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NOTE BIOGRAFICHE
L’arte e la vita per Kusama sono indissolubilmente legate: è nata in Giappone, a Matsumoto, nel 1929, da una famiglia agiata che aveva previsto per lei una precisa posizione nella società. Fin da bambina, però, comincia ad avere delle allucinazioni uditive e visive. Come la stessa artista ha raccontato è iniziato tutto in un campo di fiori: "C'era una luce accecante, ero accecata dai fiori, guardandomi intorno c'era quell'immagine persistente, mi sembrava di sprofondare come se quei fiori volessero annientarmi". L’arte si rivela fin da subito un elemento necessario e terapeutico, con la quale gestisce le sue allucinazioni. I suoi genitori, tuttavia, non accettano la sua passione, tanto che sua madre distrugge i suoi disegni prima che lei riesca a terminarli. È proprio per questo motivo che una delle prime forme d’arte di Yayoi Kusama sono i pois, elementi veloci da disegnare. Dedicandosi con grande dedizione allo studio dell’arte, nonostante il parere contrario della famiglia, rimane colpita dai dipinti dell’artista Georgia O’Keeffe, moglie di Alfred Stieglitz, e decide di scriverle. Fu proprio dopo aver ricevuto la sua risposta che Kusama si trasferisce nel 1958 negli Stati Uniti, prima a Seattle e poi a New York. Qui all’inizio trova notevoli difficoltà nell’ambiente artistico, sia perché fortemente maschilista, sia per le sue origini giapponesi, ma ben presto comincia a farsi notare con le sue opere. Già negli anni Sessanta consolida la sua posizione nell’avanguardia newyorkese e viene considerata una rivoluzionaria per l’epoca. Dopo aver raggiunto la fama modiale, nel 1973 torna in Giappone e nel 1977 si fa ricoverare spontaneamente in un istituto psichiatrico dove vive ancora oggi. Ma questo non le ha in alcun modo impedito di affittare un atelier davanti al nosocomio, in cui si reca ogni giorno per dipingere. In questi anni, infatti, ha continuato a lavorare, collaborando anche con celebri marchi di moda, e a dedicarsi completamente alla sua ricerca, dipingendo quadri e scrivendo romanzi e poesie.
YAYOI KUSAMA. Infinito Presente
17 novembre 2023 - 24 marzo 2024
Palazzo della Ragione (Piazza Vecchia, 8A)
Palazzo della Ragione (Piazza Vecchia, 8A)
BERGAMO
Orari e informazioni: www.theblank.it
+39.035.19903477
Orari e informazioni: www.theblank.it
+39.035.19903477