Festivaletteratura Mantova 2023 per "trovare le parole"

Festivaletteratura Mantova alla ventisettesima edizione: oltre trecento tra scrittrici e scrittori da tutto il mondo arriveranno nella città dei Gonzaga dal 6 al 10 settembre 2023 "per un’edizione alla ricerca delle parole per leggere e raccontare il nostro tempo. Un Festival che si confronta con i canoni, si allea con le Arti tutte, punta lo sguardo sulla storia recente, rimette al centro istanze sociali che sembrano scomparse dal dibattito pubblico, mette in dialogo autori e lettori, si pone al servizio di giovani e bambini, coinvolge musei e centri di ricerca, parla di luoghi lontani, di sport e di ambiente e non smette mai di essere romantico!". Trovare le parole è la sfida che attraversa tutta la manifestazione (di cui Style Legends anticipa alcuni contenuti) e che arriva "in un momento storico in cui dare nome alle cose e a quanto ci succede intorno sembra sempre più arduo e ingannevole".
Presentazione di Festivaletteratura 2023 
E ancora: "Mettere insieme le parole, provare a ricucirne il senso, misurarne la 'tenuta' e farne dialogo - spiegano gli organizzatori - è lo sforzo che da sempre impegna Festivaletteratura e si esprime nel chiamare autrici e autori da tutto il mondo, nell’aprire sempre nuovi spazi di ascolto e di scambio, nel tentare operazioni di aggancio più o meno ardite tra linguaggi e narrazioni diverse per leggere, attraverso la letteratura, una realtà che parla e ci sembra non dire". Questa ricerca nell’edizione 2023 prende la forma di un possibile rovesciamento dei canoni sotto la spinta di generi, cittadinanze e appartenenze che si vanno ridefinendo; di un’inedita alleanza con le arti, per dare più forza ed evidenza alle parole e riportarle in piazza; di una partita da riaprire con la letteratura e la storia del nostro recente passato; di istanze sociali che premono per rientrare nel discorso collettivo; di modalità più intense e raccolte di confronto tra autori e lettori; di ragazze e ragazzi che per primi sentono l’urgenza di ritrovarsi nelle parole e al Festival arrivano desiderosi di interrogarle, ridiscuterne il significato, aprirle alla propria esperienza. Spingersi in questa direzione porta Festivaletteratura anche a uscire dai suoi luoghi più "tradizionali", muovendosi dentro e fuori la città, e insieme a lavorare sui tempi lunghi con centri di studio, musei e altre realtà per far sì che le parole restino e continuino a raccontare.

Edizione 2022 (ph. Facebook/Festivaletteratura)
Dall’India alle Americhe, dalle molte anime dell’Europa al Mediterraneo, il ricco panorama internazionale del Festival è un crocevia di presenze ormai emancipato da canoni letterari nazionali ed etichette della letteratura postcoloniale: prestiti, rimandi, citazioni e derivazioni rendono oggi ogni opera letteraria patrimonio comune. In una vasta proposta di narrativa che guarda a diversi contesti geografici, l’attenzione si rivolge soprattutto a scrittrici e scrittori del subcontinente indiano, capaci di raccontarne le molteplici e spesso tragiche contraddizioni, come lo srilankese Shehan Karunatilaka, vincitore del Man Booker Prize 2022, l’astro nascente del noir indiano Deepti Kapoor o Pankaj Mishra, tra i più brillanti saggisti e giornalisti indiani dei nostri giorni. In un momento in cui è fondamentale ritrovare nella letteratura una risposta alla brutalità cieca della guerra, delle barriere e dei regimi autoritari, torna a Mantova il Premio Nobel per la letteratura Olga Tokarczuk; largo spazio viene dato alle memorie della diaspora balcanica e albanese, che trova voce nel dialogo tra la scrittrice croata Ivana Bodrožić e Lella Costa o nell’incontro tra Gazmend Kapllani ed Elvira Mujčić. Le molte, diverse, Americhe vivono nelle parole di Ken Kalfus e David Sedaris, in quelle dell’attivista cilena Cynthia Rimsky e nelle peregrinazioni tra Sud America ed Europa raccontate dal romanziere Miguel Bonnefoy.

Edizione 2020 (ph. pagina Facebook/Festivaletteratura) 
Al ruolo della scrittura come intrinseca dissidenza intellettuale guarda invece l’intervento al Festival del narratore di origini turche Hakan Günday, mentre l’irlandese Audrey Magee discute insieme a Marcello Fois delle gabbie vernacolari di cui son spesso prigionieri gli abitanti di un’isola. Sul racconto della catastrofe, imminente o prossima ventura, si sofferma la saggista e narratrice statunitense Elvia Wilk. Autrice tra le più amate dal grande pubblico, arriva quest’anno al Festival anche Valérie Perrin. Tra romanzi, autobiografie e memoir, la letteratura più recente sembra sempre più segnata dall’affermazione dell’autofiction, ovvero di quelle forme di narrazione in cui l’autore si pone come protagonista, instaurando una particolare interrelazione tra verità e finzione, deformazione del ricordo e proiezione del sé. A parlarne al Festival saranno Paolo Giordano e Walter Siti, Emanuele Trevi e Francesco Piccolo, Marco Drago in dialogo con Marta Cai, nonché numerosi degli ospiti stranieri presenti in una serie di incontri che, tra ricordi familiari, amori e ossessioni adolescenziali, osservazione del quotidiano, disillusioni dell’età adulta e straordinarie colonne sonore, racconta l’insopprimibile tentativo di riappropriarsi della propria vita attraverso la parola, ma soprattutto tenta di guardare al presente e al recente passato con maggiore autenticità e nitidezza.

Di romanzi che prendono a prestito atmosfere, frammenti, situazioni, singoli episodi delle biografie personali o familiari per dare sostanza e colore all’impasto narrativo offriranno diversa testimonianza le presenze in dialogo di Francesca Capossele e Silvia Di Natale, di Olga Campofreda e Mavie Da Ponte, e  - sconfinando nei territori del fumetto - di Piersandro Pallavicini e Sualzo, di Vincenzo Latronico e Manuele Fior. Nel centenario della nascita di Italo Calvino non potevano mancare appuntamenti dedicati a uno dei più grandi scrittori del Novecento. Da Se una notte d’inverno un viaggiatore - il romanzo che più di ogni altro gioca con i meccanismi della creazione narrativa e l‘esperienza della lettura - nasce Ludmilla, l’escape room ideata e sviluppata dal collettivo di game designer We Are Muësli e aperta al pubblico già dal weekend antecedente a quello d’inizio ufficiale del Festival. Un’attigua sala di atterraggio - realizzata in collaborazione con il Laboratorio Calvino, la Fondazione Alberto e Arnoldo Mondadori e altri archivi e istituzioni culturali – dopo l’esperienza di gioco consente di (ri)avvicinarsi all’autore grazie a una selezione di libri, documenti, recensioni, interviste video. Non mancano incontri con scrittori e studiosi come Greta Gribaudo, Marco Belpoliti, Silvio Perrella, Francesca Rubini e Domenico Scarpa per proporre alcune chiavi di lettura per ripercorrere i romanzi, i racconti e gli scritti critici del maestro.


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