La "prima" italiana di Amalia Pica: "Quasi". Roma

Fondazione Memmo presenta "Quasi", prima mostra personale in Italia di Amalia Pica, in programma da martedì 12 aprile a domenica 16 ottobre 2022 a cura di Francesco Stocchi. E' un nuovo capitolo nella ricerca dell’artista argentina, incentrata sull'analisi delle strategie attuate nella comunicazione e, più in generale, sul ruolo del linguaggio. Da anni Amalia Pica si interroga sulle dinamiche per mezzo delle quali si rende l’altro partecipe di un sentimento o di un’idea, attraverso l'utilizzo di disegni, installazioni, sculture, performance.
Amalia Pica
Il pubblico viene spesso coinvolto nelle sue opere che invitano a forme di partecipazione di natura sia intellettuale sia fisica. Nella realizzazione dei suoi lavori adotta oggetti d’uso quotidiano quali mobili, scarpe, bottiglie e utensili vari, utilizzati in un paradossale ribaltamento della semiotica e delle  sue regole. In occasione della mostra alla Fondazione Memmo, Pica presenta un corpo di sculture inedite, ideale prosecuzione della serie "Catachresis" incentrata sulla figura retorica della catacresi. L’estensione di una parola oltre i limiti del suo significato rivela come linguaggio e immagini possano interagire tra loro, concorrendo alla definizione della realtà. La "gamba del tavolo", il "braccio della sedia", il "collo della bottiglia" sono alcuni esempi di catacresi di cui si serve l'artista argentina per la realizzazione  delle opere. Il risultato sono figure ibride, commistione di oggetti e forme antropomorfe o animali, dei "quasi" personaggi. Ed è proprio questo avverbio - espressione di una condizione non pienamente raggiunta - a dare il titolo a questa "prima" italiana.

Quasi allude allo stadio intermedio delle sculture realizzate dall’artista, frutto di innesti paradossali e incongruenti, attraverso i quali Pica riesce. tuttavia. a suggerire figure e anatomie dotate di una grazia inaspettata. Tutte le opere sono state realizzate a Roma nel corso di numerosi sopralluoghi e soggiorni in città, durante i quali l'artista ha avuto l'occasione di collaborare con artigiani esperti nella lavorazione del vetro, elemento ricorrente nella sua pratica. Tra le fonti di ispirazione, le marionette osservate in alcuni laboratori artigiani e teatri: a differenza delle precedenti sculture della serie Catachresis,  le opere presentate alla Fondazione Memmo mostrano, infatti, articolazioni, giunture e fili in grado di conferire loro mobilità, in una maniera che ricorda le tradizionali marionette del "teatro di figura". In linea con la programmazione della Fondazione Memmo, Pica ha avuto modo di avvicinarsi alle sue storie e al tessuto produttivo artigianale della città, mettendo così in scena un nuovo capitolo della propria ricerca.

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Amalia Pica è nata nel 1978 a Neuquén, in Argentina. Dopo la formazione all’Instituto Universitario Nacional del Arte e all’Escuela Nacional de Bellas Artes P.P. (I.U.N.A.), entrambe a Buenos Aires, si trasferisce in Europa per studiare alla Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam. Attualmente vive e lavora a Londra. Il frutto della sua ricerca è stato presentato in istituzioni pubbliche e private in tutto il mondo. Tra le mostre personali più significative si segnalano: Accumulations and Overlaps, Tanya Bonakdar, Los Angeles; Pisapapeles, Proyectos Ultravioleta, Guatemala City (2021); Round Table (and  other forms), Museum Haus Konstruktiv in Zurich (2020); ACCA Sevilla; While inside, Herald St, London (2019); please open hurry, PICA, Perth, and IMA, Brisbane; (un)heard, Cc Foundation, Shanghai (2018); ears to speak of,  The Power Plant, Toronto (2017); A ∩ B ∩ C (line), Van Abbemuseum, Eindhoven (2014); Amalia Pica en el MNBA, National Museum of Fine Arts, Neuquén; MCA, Chicago (2013); Amalia Pica, Chisenhale Gallery, Londra; For Shower Singers, Modern Art Oxford; Chronic Listeners, Kunsthalle San Gallo (2012); babble, blabber, chatter, gibber, jabber, patter, prattle, rattle, yammer, yada yada yada, Malmö Konsthall, Malmö (2010). Tra le collettive a cui ha preso parte: Fly me to the Moon. The Moon landing: 50 years on, Museum of Modern Art Salzburg e Kunsthaus Zürich; After Leaving | Before Arriving, 12a Biennale di Kaunas; The Stage Is Yours, Museum of Contemporary Art Kiasma, Helsinki, Finland (2019); 12a Biennale di Shanghai, Power Station of Art, Shanghai; Monuments to Us, Museum of Fine Arts, Boston; Stories of Almost Everyone, Hammer Museum, Los Angeles (2018); Soundtracks, MoMA, San Francisco; The String Traveller, S.M.A.K., Ghent; Drawing Biennial 2017, The Drawing Room, Londra; Asamble (performance), Solomon R. Guggenheim Museum, New York (2017); Manifesta 11, Zurigo; Gwangju Biennale (2016); Expanding  the Field of Play, Centre Pompidou, Parigi; Adventures of the Black Square, Whitechapel Gallery, Londra (2015); Ruins in Reverse, Tate Modern Project Space, London; When Attitudes Became Form Became Attitudes, Museum of Contemporary Art Detroit, Detroit (2013); On Apology, CCA Wattis Institute for Contemporary Arts, San Francisco (2012); The Ungovernables, New Museum, New York (2012); ILLUMInations, 54.a Mostra Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia (2011). Le sue opere sono parte di collezioni di musei e fondazioni quali: Tate, Londra; Guggenheim, New York; Museum of Contemporary Art, Chicago; Stedelijk Museum, Amsterdam; Fundação De Serralves, Porto; MFA, Boston. 

Didascalie delle immagini, dall'alto in basso:

1 Amalia Pica  

2, 3 e qui sotto - Amalia Pica, (Quasi) Catachresis, 2022. Mixed media, variable dimensions. Courtesy: the artist and Fondazione Memmo. Photo: Daniele Molajoli 


Amalia Pica

Quasi

A cura di Francesco Stocchi

12 aprile - 16 ottobre 2022 

Vernissage: martedì 12 aprile, ore 18.00 - 20.00

Orario: da lunedì a domenica ore 11.00 - 18.00 (martedì chiuso). Ingresso libero (è richiesto il green pass)

Fondazione Memmo 

Via Fontanella Borghese 56/b

Roma