Gozzi Mimì cresce ancora. In Croazia con Navis Marine

Il network di Gozzi Mimì continua a crescere grazie all’accordo con Navis Marine, azienda croata attiva da anni nel settore delle vendite, dell’intermediazione e della consulenza. Le barche del cantiere fondato nel 1975, sempre più apprezzate grazie al connubio tra modernità e flavour del Made in Italy e partenopeo, vanno ad aggiungersi alle flotte dei numerosi marchi italiani di cui Navis Marine è già importatore, come Azimut Yachts, Benetti e Pirelli.
Libeccio 8,50 Classic
Questa nuova collaborazione rappresenta un altro passo avanti nella strategia d’internazionalizzazione di Gozzi Mimì, che ha subito una grande accelerazione nei primi mesi del 2021, dopo un 2020 di importanti risultati economici. Domenico Senese, amministratore del cantiere campano, ha commentato: "Ci stiamo affidando a nuovi dealer perché prevediamo un ulteriore aumento delle vendite con l’avvicinarsi della  stagione estiva e con il proseguire di una particolare situazione mondiale che sta favorendo lo sviluppo del settore, legato al desiderio di  vacanze sicure lontane da luoghi affollati". Gordan Zadro, responsabile di Navis Marine si è detto soddisfatto e orgoglioso di aggiungere Mimì tra i marchi che la sua azienda rappresenta. Lo "spirito" di Gozzi Mimì resta quello di un’azienda a conduzione familiare che ha superato i confini nazionali senza mai cambiare proprietà, tanto che il fondatore è tuttora presente in azienda accanto ai due figli.


Libeccio 9,5
Oggi il brand è conosciuto in tutta Europa e in diversi paesi dell’Asia per i suoi gozzi plananti, punto d’incontro tra passato e futuro: il design richiama l’affascinante tradizione dei maestri d’ascia sorrentini (il Libeccio 8.5 Classic propone addirittura il timone a barra) ma nasconde un cuore iper-moderno e tecnologico, grazie al quale è possibile navigare ad andature sorprendenti e consumi molto ridotti. L’innovazione, in cantiere, gioca poi un ruolo fondamentale anche a livello produttivo: i modelli sono disegnati e progettati in 3D e realizzati mediante frese a CN a sette assi. In particolare, gli scafi sono lavorati con l’infusione sottovuoto, una tecnica che, oltre a offrire molti vantaggi a livello di sicurezza ed emissioni, permette di ottenere un composito performante (dal peso ridotto), un corretto rapporto resina-fibra e uno spessore costante. Questo processo viene, per altro, continuamente aggiornato e migliorato grazie ai risultati di una costante ricerca a cui partecipano anche Valerio Rivellini, progettista di tutti i più recenti modelli del cantiere, e l’Università Federico II di Napoli.