La Vittoria Alata fa risplendere tutta la Brescia Romana


L'avvenimento, non un semplice evento (parola abusata), per un città intera. Bellezza e Cultura. La Vittoria Alata, una delle più straordinarie statue di epoca romana, ritorna a Brescia dopo due anni di restauro condotto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e promosso dal Comune di Brescia, dalla Fondazione Brescia Musei, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia, con il sostegno della Regione Lombardia e con il patrocinio dell’Ateneo di Brescia, Accademia di scienze lettere ed Arti e dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia.
La grande statua in bronzo, simbolo della città di Brescia, amata da Giosuè Carducci che la celebrò nell’ode Alla Vittoria, ammirata da Gabriele d’Annunzio e da Napoleone III che ne vollero una copia, è una delle opere più importanti della romanità per composizione, materiale e conservazione oltre ad essere uno dei pochi bronzi romani proveniente da scavo giunti fino a noi. Un accadimento destinato a valorizzare l’area archeologica Brixia - Parco Archeologico di Brescia Romana con la collocazione del capolavoro bronzeo nel Capitolium in un allestimento museale progettato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg (Santander, 1939) e concepito per esaltare le caratteristiche materiche e formali valorizzate dalla complessa operazione di restauro. Il delicato impegno di garantire alla Vittoria Alata le migliori condizioni di conservazione è stato assolto dal Gruppo A2A, che grazie alla esperienza pluriennale nell’ambito dell’impiantistica speciale e del patrimonio storico monumentale ha saputo individuare le migliori soluzioni, affidandosi a professionisti e fornitori di comprovata competenza. Da questo momento inoltre, grazie allo straordinario impegno di A2A e Comune di Brescia, il Tempio Capitolino è esaltato da una nuova illuminazione che ne valorizza le architetture nel pieno rispetto dei valori archeologici che esprime. La Vittoria Alata venne ritrovata, insieme a sei teste di età imperiale e a centinaia di altri reperti in bronzo, nel 1826 durante gli scavi archeologici condotti nell’area dai membri dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Brescia in un’intercapedine dell’antico tempio, dove forse era stata occultata per preservarla da eventuali distruzioni. La scultura, realizzata in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa indiretta, è databile intorno alla metà del I secolo dopo Cristo, forse ispirata a modelli più antichi.


L’operazione di restauro e di ricerca ha coinvolto circa trenta professionisti che a vario titolo, ciascuno con la propria specializzazione, sono stati impegnati nelle numerose attività di conoscenza e di conservazione del bronzo. Gli interventi si sono concentrati, dapprima, sulla pulitura della scultura, quindi sulla rimozione controllata dei materiali che riempivano la statua e della struttura interna di epoca ottocentesca a cui si agganciavano le ali e le braccia della Vittoria, e infine sulla stesura di un materiale protettivo. Durante questo processo, sono state condotte indagini scientifiche ed esami volti a una conoscenza più approfondita della tecnologia di costruzione, oltre alla cronologia e origine della statua stessa. Le équipes dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, di Fondazione Brescia Musei, del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale della Sapienza Università di Roma e dell’azienda Capoferri hanno dedicato grande cura alla progettazione e realizzazione di un nuovo supporto interno alla statua altamente tecnologico per sorreggere le ali e le braccia, che furono trovate staccate dal corpo centrale nel 1826 e che fino a due anni fa erano sostenute dal dispositivo ideato nell’Ottocento. L'inedito allestimento, curato da Juan Navarro Baldeweg, si pone all’avanguardia nella museografia internazionale e si propone come un progetto complesso, in ragione del luogo speciale nel quale viene declinato e per l’importanza delle opere da valorizzare, da leggere come un’opera totale nella quale il rispetto dei criteri conservativi, illuminotecnici e tecnologici si sposa con la cura dei materiali.


Il coordinamento della direzione lavori dell’allestimento architettonico è stato garantito dalla competenza dell’architetto Camillo Botticini (Studio ARW,Botticini+Facchinelli, Architectural |Research|Workshop). In esso, la scelta di un pavimento in terrazzo veneziano, coerente con i tradizionali pavimenti romani, convive con le ragioni della sicurezza e della stabilità della statua, collocata su un piedistallo cilindrico in pietra di Botticino, e garantita da una piattaforma antisismica progettata ad hoc insieme all’azienda THK. Un tavolo-vetrina presenta le cornici in bronzo ritrovate insieme alla Vittoria nel 1826. Altri frammenti di cornici sono disposti sulla parete occidentale della cella, secondo uno schema pensato dall’architetto per richiamare la geometria tipica delle decorazioni di età romana. La luce artificiale, concentrata in un’unica lampada composta da diversi corpi illuminanti, sospesa nello spazio e simile nell’aspetto a una luna solitaria, conferisce all’aula una dimensione fuori dal tempo ed è stata realizzata da iGuzzini Illuminazione. Il progetto sulla Vittoria Alata ha dato vita a un ricco apparato editoriale che comprende la monografia "Non ho visto nulla di più bello" dedicata alla statua e al nuovo allestimento, corredato da un racconto fotografico firmato da Alessandra Chemollo, la guida aggiornata dell’area archeologica, il volume "Vittoria d’autore. Gli scrittori e la dea alata", a cura di Marco Roncalli che ripercorre la fortuna della scultura bronzea negli ultimi due secoli, così come l’hanno celebrata alcuni dei più importanti scrittori e uomini di cultura e il volume "Il restauro dei grandi bronzi archeologici.


Laboratorio aperto per la Vittoria Alata di Brescia", a cura di Francesca Morandini e Anna Patera, che contiene gli atti del convegno internazionale sul restauro dei grandi bronzi tenuto a Firenze a maggio 2019. L’identità visiva studiata per la comunicazione del progetto culturale è stata realizzata dalloStudio Tassinari/Vetta cui va anche il merito di aver progettato, su disegno di Paolo Tassinari, la vignetta del francobollo celebrativo emesso dal ministero per lo Sviluppo Economico, che raffigura la Vittoria Alata in grafica stilizzata. Per festeggiare la Vittoria Alata, la Fondazione Brescia Musei ha studiato un ricco palinsesto di eventi espositivi al Museo di Santa Giulia e al Capitolium, inaugurato già nell’estate del 2019


Nelle immagini La Vittoria Alata dopo il restauro nel Capitolium con il nuovo allestimento di Juan Navarro Baldeweg. Archivio fotografico Musei di Brescia ©Alessandra Chemollo

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