Citroen 2CV Soleil, la gioia di vivere


Un "pezzo" unico che corona, dopo il restauro, un sogno nel cassetto di un artista, Serge Gevin, che ha ricoperto un ruolo fondamentale nella storia della mitica 2CV di Citroen. E' nata, anzi rinata, Soleil, proprio come Gevin la voleva sin da quando quel progetto fu abbandonato decenni fa. Un solo esemplare che farà bella mostra di sé nei saloni e duranti gli eventi della "memoria" storica delle automobili.


“Deve essere bianca e gialla. La scocca bianca, i parafanghi gialli, così come il cofano posteriore e la capote. Sul bagagliaio c'è il disegno di un salvagente e sulle portiere un cappello da marinaio e una pipa. Guardandola, si deve pensare al cielo, al mare, al sole, alla gioia di vivere”, spiegava (e spiega) Gevin. Partendo dalle “ceneri” di una 2CV Club del 1982 questo "raggio di…Soleil" prolunga e riattualizza la celebre saga della piccola "Deuche" (contrazione di Deux Chevaux, ovvero Due Cavalli) e delle sue innumerevoli serie speciali.

In generale, l'idea originaria, con il lancio nel 1948, fu quella di far debuttare una piccola, economica ma robusta vettura. Il suo "inventore", Pierre-Jules Boulanger, a capo di Citroën negli anni Trenta, la presentò così ai progettisti transalpini: “Voglio quattro ruote, sotto a un ombrello, capaci di trasportare, attraverso un campo arato, una coppia di contadini, cinquanta chili di patate e un paniere di uova. Senza romperne uno”. Questo colorito capitolato passò nelle mani dello stilista varesino Flaminio Bertoni (uno dei tre padri della futura DS) che conferirà alla vettura quella linea così caratteristica che contribuirà a farne una dei simboli della storia dell'automobile e della mobilità più anticonformista. 

Ma, sin dagli anni Cinquanta, la piccola Citroën era già entrata nel cuore dei francesi e ciascuno la personalizzava secondo il proprio gusto. Perché la “Deuche” non era una semplice autovettura ma anche una "tavolozza" su cui disegnare se stessi, i propri sogni, il proprio immaginario. Un'idea troppo invitante per non interessare il fantasioso Gevin, titolare dell'agenzia Pink che si occupava dello studio dell'allestimento degli stand Citroën nelle manifestazioni più importanti in giro per l'Europa. 

E proprio da un progetto di Gevin nacque, quasi per gioco, la prima serie speciale della 2CV, denominata Spot, la cui carrozzeria bianca-arancio riprendeva i motivi tipici delle sedie da spiaggia. Da questa versione derivò negli anni Ottanta la 2CV Charleston con le sue scale cromatiche nero-giallo, nero-rosso o nella doppia tonalità di grigio. Poi arrivarono la Dyane Caban, la Visa Sextant, la 2 CV Dolly e molte altre ancora. 

Gevin ha cominciato la sua carriera come pittore decoratore. I suoi clienti? Citroën e Olivetti, per citarne solo due, marchi connotati storicamente dalle idee dei loro fondatori, André Citroën e Camillo Olivetti, e dal legame strettissimo che avevano stretto con il mondo degli artisti, dei designer e dei grafici. L'agenzia di Gevin, la Pink, si occupava degli stand di queste due aziende nei saloni dell'automobile e delle macchine per ufficio, in giro per il mondo. Erano gli anni Sessanta e sembrava che da lì a breve la fantasia sarebbe arrivata al potere e le auto (specialmente le Citroën) rispecchiavano quel momento storico. 

Inoltre, la collaborazione tra la Pink e Citroën poteva contare anche sul genio comunicativo di Bob Delpire, un farmacista prestato alla pubblicità che faceva del gusto e della fantasia le sue bandiere verso cui orientare la propria attività di editore e di pubblicitario. Prese corpo, dunque, una vera e propria équipe che si trovò ad operare nella Parigi di quegli anni, tra avanguardia, proteste sociali e giovanili e un uso creativo del colore su una delle macchine più eclettiche della seconda metà del Novecento. 

La “Deuche”, in quegli anni, era nei cuori di tutti e ciascuno la personalizzava trasformandola in ciò che voleva, molto tempo prima del "diluvio" di proposte di oggi. Un modo di distinguersi senza apparire troppo. Un vettura popolare e unica allo stesso tempo. La possibilità di smarcarsi rispetto alle mode imperanti, ritagliandosi i propri spazi e la propria "gioia di vivere". Uno stile di vita e quasi un "pensiero contro". Cinquant'anni dopo, nel suo atelier immerso in un giardino di Malakoff, nei sobborghi di Parigi, Gevin ha fatto rinascere questo sogno: ridare vita a una 2CV mai nata.
                                                                                      
Daniele Vaninetti