Sonya Egger e la sua nobile cantina. Kuppelrain

Sonya Egger (Le Donne del Vino). Ristorante Kuppelrain 
"Cerco di trovare sempre il bicchiere di vino giusto per ciascuna portata, per ciascun condimento, per ciascun sapore. Quando mi riesce di far felici i commensali con la mia scelta, sento di trasmettere delle emozioni e anch'io sono felice del mio lavoro. Ciascun bicchiere di buon vino è un’esperienza stupenda. In questo modo, caro ospite, entrambi apprezziamo la bellezza della vita". E' questo il programma enogastronomico di Sonya Egger, moglie di Jorg Trafoier, la coppia che ha reso famosa la "grand table" stellata del Kuppelrain, a Castelbello, in Vale Venosta. 

I riconoscimenti non sono tutto ma contano, eccome: "Miglior cantina 2013" della Guida Espresso con 18 punti, "Vino dell'Alto Adige Culture Award 2004 Restaurant" ,"Ambasciatore del Vino- Enoteca italiana Siena", "La Carta delle Carte". E soprattutto l'affiliazione a Le Donne del Vino, quello splendido circuito nazionale che ha proiettato il gusto femminile nel mondo, troppo maschile sino a qualche anno fa, di Bacco e dei suoi prodotti migliori. Sonya Egger racconta: "La nostra cantina del Kuppelrain è il frutto di 25 anni di ricerche e di lavoro. Occorre scegliere e acquistare le bottiglie migliori, anche dai piccoli produttori italiani e stranieri sia con la testa sia con il cuore. E le mode non sono la discriminante. Se lavori così, prima o poi, le note di merito arrivano. Con la testa ma anche con il cuore".

La sintesi naturale di tutta questa opera di collezione e proposta è, naturalmente, la carta dei vini. Quella di Sonya è arricchita dai dipinti di Edo Avi e intervallata da piccole annotazioni come quella di Paolo Foradori: "Il ristorante di classe si rispecchia nella sua cantina. La cantina si rispecchia in chi l'ha creata con la sua carta da consultare. Sonya ne è l'artefice inimitabile. Scegliete con cura o fatevi consigliare da lei. Avrete la carta vincente". Si comincia con il meglio degli champagne, tra cui un "Bruno Paillard N.P.U Brut 1996", un "Salon Le Mesnil Blanc de Blancs 1995” o ancora un "Dom Riunart 1990". Subito dopo arriva la sezione degli spumanti: dell'Alto Adige, della Val Venosta, del Trentino, dei Colli Euganei e della Franciacorta. Per quest'ultimi una specifica a tema: "I Franciacorta tendono ad avere una nota spazio-vegetale associata ad alta complessità". Come dire che la scienza ha sempre fatto parte della storia del vino.

La selezione di Sonya è semplicemente perfetta nella sua terza parte, riservata doverosamente ai vini bianchi e rossi della sua terra e di tutto l'Alto Adige: 112 etichette tra Gewurztraminer, Sauvignon, Manna, Terlaner, Weissburgunder, Chardonnay, Pinot Grigio e Riesling solo per i bianchi. Ma poi c'è grande spazio per i Blauburgunder, le riserve di Pinot Nero (Donà Noir, ad esempio), i Cuvée si grandissimo livello come il "Dolomytos Tenuta Sant Raphael 2001". E poi avanti con le proposte dei nomi imperdibili delle altre regioni italiane: Trentino, Lombadia, Veneto, Piemonte (tra cui un "Barolo Sperss Angelo Gaja 1996”), Umbria, Toscana (eccellenze come il "Chianti Clasico Casanuova di Nittardi" nelle annate 2002 e 2005 e tutti i Marchesi de' Frescobaldi, Ornellaia, Tignanello e Sassicaia Marchese Incisa della Rocchetta che contano), Marche, Romagna, Abruzzo, Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna.

Poi si riprende con i vini bianchi e rossi francesi ben divisi per zone e tipi di produzione: Chablis, Bourgogne (il "Grand Echezeaux G.C. Dom Gros Frère et Soeur di Vosne-Romanée 2009" tra tutti), Loire, Alsace, Cote d'Or, Cote de Beaune, Haut-médoc, Graves, Pomerol, Pavillac, Saint Julien, Rhone ecc. Sfilano così i Chambolle, i Gevrey-Chambertin, i Riesling, i Pommard, i Chateau-Chasse. Tra i capolavori assoluti le bottiglie di "Chateau-Haut Brion Premier Grand Cru Classé” e di "Chateau Lafitte Rothschil 1999” da Pavillac. Non è finita: la carta dei vini di Sonya e del "suo" Kuppelrain raggiunge i migliori vigneti di Spagna, Germania, Austria, Australia, California (Nord Coast, Dakville e Napa Valley con il gioiello dell'Opus One Baron Philippe de Rothschild, un cabernet franco-americano che rappresenta il gioiello della produzione Usa raccontata in più di un film come "Sideways-In viaggio con Jack").

L'ultimo "capitolo" del "romanzo" della sommelier Sonya è tutta riservata ai vini da dessert e per l'alta pasticceria (il regno della figlia Nathalie). Anche in questo caso bottiglie e mezze bottiglie locali, dal Piemonte, dalla Toscana, dal Veneto e dalle altre regioni italiani. Quindi e ancora la Francia (un "Lur-Salules" del 1999 come eccellenza assoluta), l'Austria, la Germania, ecc. L'ospite che siede sulla terrazza del Kuppelrain sfoglia il libro dei vini di Sonya e per almeno un'ora non può che stupirsi, apprezzando questa maestria tutta artigianale del "bon vivre" che racchiude anni di fatiche e di certosina indagine tra le vigne di mezzo mondo. Per portarle in tavola, al Kuppelrain. Con gesti semplici anche se si tratta di autentici tesori.

                                                                                           Daniele Vaninetti