La casa ginevrina, ai vertici dell'orologeria a livello
mondiale per affidabilità, metodologia di lavorazione e bellezza, ha creato nel
corso della propria storia varie icone ed assoluti must del settore; è il caso
del Calatrava, di cui abbiamo già parlato in passato, del Gondolo, del
Calendario Annuale, dell'Aquanaut per arrivare fino all'alta orologeria con
grandi complicazioni quali la serie
Celestial.
Fra tutti i modelli creati, Patek ha una vera punta di
diamante nell'ormai mitico Nautilus. Disegnato nel 1976 da Gerald Genta, è
diventato immediatamente un "must have" per i collezionisti, un
gioiello di interesse primario per gli esperti di settore. Negli anni la maison
ha provveduto ad inserire varie funzioni sempre più complesse, che dal
"solo tempo" ha rinnovato continuamente l'interesse per un meccanismo
in continua evoluzione e un design esterno rivisto e modernizzato mantenendo -
ed anzi aumentando esponenzialmente - l'interesse del pubblico.
Dunque sono state diverse le versioni che si sono rivelate a
posteriori particolarmente azzeccate e gradite dagli acquirenti, una su tutte è
l'ormai ricercatissimo 3712/1A prodotto solo nel 2005 e solo in 1.000 pezzi al
mondo, complicato con calendario lunare, giorni del mese, riserva di carica e
piccoli secondi. Meccanismo d'eccellenza nelle funzionalità, con microrotore in
oro 24 k. capace di fornire, a pieno regime, 48 ore di riserva di marcia.
L'altra versione che il pubblico ha molto gradito nell'arco
del tempo è il crono, affascinante per la soluzione innovativa applicata fin
dalla sua prima immissione sul mercato. Ora Patek Philippe propone agli
appassionati il primo Nautilus crono nelle versioni acciaio/oro rosa oppure
tutto in oro rosa con quadranti monocontatore tono su tono.
Sviluppato con una cassa da 40,5 mm (dalle 10 alle 16)
punti di maggior estensione) il nuovo cronografo esalta la classica
caratteristica che da sempre contraddistingue il Nautilus, vale a dire una netta sportività ma assolutamente elegante,
mai esagerato o fuori posto. Non è raro come un orologio di prestigio, con
ottimo meccanismo, possa venire sminuito - soprattutto per il gusto europeo -
da un massiccio utilizzo di oro su cassa e bracciale, rendendo l'oggetto troppo
appariscente, in alcune occasioni non adatto, in altre certamente esagerato e
fuori luogo. Non è questo il caso della nuova proposta, per vari motivi: il
materiale utilizzato è l'oro rosa, scelta
molto fine che non appesantisce, visivamente, in maniera eccessiva; la
forma della cassa poi si mantiene certamente accattivante e molto gradevole, di
misura adeguata alla tendenza moderna ma non eccessiva.
L'utilizzo dell'oro rosa nel bracciale conferisce
preziosità, e grazie alla forma delle maglie, sagomatura e spessore, crea una
continuazione della cassa senza trasformarsi in un oggetto troppo appariscente.
Con i suoi 120 metri
di profondità di tenuta riesce ad essere adatto all'uso sportivo, mentre con la
sua preziosità ed il proprio DNA, si dimostra adattissimo all'ambito
lavorativo, conferendo importanza a chi lo indossa.

Le altre caratteristiche sono la finestrella della data ad
ore 3 sul quadrante, la corona a vite, apertura del bracciale a deployante e
fondello in cristallo di zaffiro a mostrare il meccanismo.
Patek propone dunque un restyling della colorazione dei
quadranti e dei materiali preziosi, mantenendo inalterata la qualità di
un'icona dell'orologeria.
Stefano Carazzali