Ducati Hyperstrada


A cavallo tra la moto da turismo e la motard, Ducati Hyperstrada ha colpito l'attenzione degli appassionati già durante il salone di Milano. Una ulteriore progressione del costruttore italiano verso le moto da turismo, che meritava una prova su strada con una percorrenza che si rispetti ed un itinerario adeguato. Per capire fino a che punto questo modello possa essere apprezzato nel touring, abbiamo percorso più di 1.400 chilometri sulle Dolomiti Friulane.

A guardarla frontalmente, si rimane catturati dal suo sguardo simpatico. Il cupolino è piuttosto piccolo, ma grazie alla prossimità con il busto, durante la guida non si creano fastidiose turbolenze malgrado la protezione si fermi prima del casco.


Anche gli specchietti sono piuttosto vicini al busto, e obbligano a spostare la testa per vedere cosa succede dietro.
Belle le frecce inserite nel guscio che protegge manopole e mani, un contributo al look dinamico della moto.
Anche il faro è piccolo, ma garantisce una ottima illuminazione.






Il bel cerchio esibisce una pinza Brembo di tutto rispetto. L'ABS Bosch è regolabile su due livelli, per gestire la soglia di intervento in base alle proprie preferenze personali. Valida anche l'incisività del freno posteriore, che viene sfruttato ampiamente con una moto così maneggevole.
Il peso, di soli 181 kg a secco, fa sentire la differenza anche nelle manovre a motore fermo, dove non ci si trova mai in difficoltà.



Cuore 'pulsante' di Hyperstrada, il Testatretta II da 821 cc che si esprime a pieno con 110 cavalli, addomesticabili grazie ai Riding Mode Ducati:
Sport per avere i 110 CV, un ridotto intervento del controllo di trazione e livello 1 di efficienza dell'ABS.
Touring, sempre con 110 CV ma maggiore intervento del controllo di trazione e livello 2 per l'ABS.
Con Urban invece i cavalli diventano 75, il controllo di trazione è ancora più incisivo, e livello 2 per l'ABS.


In tutte e tre le opzioni, la potenza del motore viene gestita dal sistema di controllo 'Ride by Wire', e l'effetto sul carattere della moto è immediatamente percepibile. Con Urban si può tranquillamente girare in un centro urbano, limando il carattere energico del motore, a cui piace girare in alto.




Sempre consistente invece, la voce dello scarico, che concede qualche tregua solo con la modalità Urban. Per il resto è un quasi un urlo continuo, che nei tratti più impegnativi fa anche piacere, ma sulle percorrenze giornaliere di una moto turistica, fa sentire fin troppo la sua presenza.






Dalla parte opposta, spicca il mono ammortizzatore Sachs, dalla facile regolazione del precarico molla, con apposito pomello.
Il posizionamento piuttosto arretrato del motore, facilita anche la guida nel periodo estivo, senza il classico fastidioso calore che arriva alle gambe.






La sella propone una seduta piuttosto raccolta, per sfruttare al meglio la postura in stile motard, piuttosto proiettata al manubrio. Nei tratti più guidati questa postura si rileva azzeccata, per sfruttare a pieno la maneggevolezza di Hyperstrada. Per contro, nei lunghi trasferimenti si apprezzerebbero quei due centimetri in più, nella parte posteriore.




La strumentazione si mostra subito impeccabile: moderna, funzionale e sempre perfettamente leggibile. Una pellicola opaca evita il formarsi di fastidiosi riflessi e le informazioni sono sempre ben rappresentate. In evidenza il Riding Mode inserito, e altre ricche informazioni in stile automobilistico. Manca solo il livello del carburante, raffigurato unicamente dalla spia della riserva. Si accende quando rimangono 4 litri di benzina disponibili sui 16 totali, e contestualmente inizia un conteggio dei chilometri percorsi in riserva.


A proposito di consumi, il computer di bordo conferma un dato interessante, con i tempi che corrono: 4,2 litri per 100 km. Una buona notizia, che si affianca a quella sui tagliandi di Hyperstrada, previsti a ben 15.000 km.



Al blocchetto di sinistra spetta la selezione delle principali funzioni, tra cui la scelta dei Riding Mode. Possono essere cambiati anche mentre si guida, ma la manopola del gas deve essere rilasciata per l'ingresso della nuova regolazione.






Comode e leggere, le borse laterali, disponibili di serie su Hyperstrada. Sono agganciate lateralmente grazie a tre punti, belli da vedere anche quando le borse non sono installate. Di serie anche una pratica sacca impermeabile per ogni borsa. La cerniera prevede anche un punto di aggancio per un piccolo lucchetto, per mettere al sicuro le proprie cose, in hotel oppure in viaggio.










Hyperstrada si distingue immediatamente per la posizione ravvicinata del manubrio, che contribuisce ad esaltare una maneggevolezza notevole nel panorama delle due ruote dedicate al touring. Il contraltare di tanta maneggevolezza è la precisione e il mantenimento delle traiettorie impostate.






Hyperstrada è una moto che diverte, sopratutto nel misto e nei tornanti stretti. Quando il cartello indica curve in arrivo, ecco il momento migliore questa moto. Leggerezza e facilità di guida sono un altro punto di forza, per non parlare del doppio carattere gestito dai Riding Mode Ducati: praticamente come avere due moto diverse, fruibili all'occorrenza.
Certo il sound Ducati è sempre potente, e con una moto da turismo non sempre lo vorresti in primo piano. Ma questo è il marchio di fabbrica, e non si cambia.







Bruno Bianchi