E’ una delle tre auto di maggiore successo di tutti i tempi,
questo Maggiolino dal design che riprende il passato per proiettarsi verso il
futuro. Abbiamo provato la versione Diesel 1.6 da 105 CV, la meno potente in gamma, ma anche la più attenta sul fronte dei consumi.
Il legame con il modello originale è tuttora evidente: nel
confronto con la versione attuale, le due vetture viste dall’alto sono
praticamente identiche. Ma l’ultimo Maggiolino è decisamente più grintoso,
dinamico ed indirizzato ad un pubblico maschile. Le linee scolpite mostrano i
muscoli, distinguendosi in due distinti allestimenti, Design e Sport,
affiancati dalla serie speciale Fender Edition. Oltre alla parentela con il
modello originale, emerge un evidente richiamo al mondo delle Hot Rod
americane, ed un pizzico di ispirazione al design Porsche. Uno stile evocato
dalla grinta del frontale, dalle decise curve sagomate del posteriore e dalla
vetratura laterale con i finestrini anteriori senza cornice. Lateralmente si
apprezza anche la striscia bombata e cromata posizionata in basso, un bel
retaggio delle origini. Il design gioca anche sul contrasto tra
il posizionamento verticale del parabrezza e l’inclinazione del lunotto: due
elementi distintivi sia esternamente che internamente.
Anche l’abitacolo riporta al primo Maggiolino. Una striscia
verniciata di colore nero attraversa tutta la plancia, raccordandosi con i
braccioli sulle portiere e la modanatura del volante. Un dettaglio sempre in
sintonia con il colore della carrozzeria e quindi abbinato di conseguenza.
Grintoso anche il tettuccio interamente nero, esaltato
ulteriormente dal colore nero della carrozzeria. Un ulteriore elemento ripreso dal
passato è il cassetto portaoggetti sulla plancia, posto proprio davanti al
passeggero e a filo della plancia. Un particolare che affianca il tradizionale
cassetto, integrato nella parte inferiore della stessa plancia. Spicca su tutto
la qualità di materiali e assemblaggi, in grado di trasmettere una apprezzata
ricercatezza che si riscontra anche nella strumentazione, composta da tre
elementi di forma circolare, affiancati da un pratico display digitale.
Le due porte hanno una apertura larga, caratteristica che
permette anche ai passeggeri posteriori di salire e scendere in modo piuttosto
agevole. Soli 4 posti, ma con adeguata abitabilità anche per gambe e testa di
chi sta dietro. Gradevoli le maniglie sul montante centrale, altro elemento
retrò ripreso dal passato.
Spazio anche per i bagagli, da 310 a 905 litri , grazie
all’abbattimento dello schienale dei sedili posteriori, di serie divisi a meta’.
Per effetto di una apertura decisamente ampia, il portellone permette di
caricare in comodita’, mentre la forma regolare della base consente di
sfruttare a fondo la capienza disponibile. Apprezzato il dettaglio dei pratici
ganci portaborse, applicati alle pareti del bagagliaio.
La plancia di questo Maggiolino è talmente accattivante, che ci si ritrova ad osservarlo piacevolmente durante la guida. In particolare il parabrezza verticale proiettato verso il cofano rappresenta un elemento distintivo, ben abbinato ai singoli elementi che compongono la posizione di guida. Tra gli stessi, spicca il volante, piuttosto rigido e in grado di trasmettere un certo peso, allineato con la manovrabilità del cambio che richiede una selezione decisa.
Nella guida in ambito cittadino, le particolari forme esterne rendono difficile percepire gli effettivi ingombri, quindi in manovra meglio ricorrere al sistema di assistenza al parcheggio dotato di sensori anteriori e posteriori. Il display dell’impianto multimediale riproduce la vista dell’auto dall'alto, visualizzando eventuali ostacoli posti sia davanti che dietro.
Valido il lunotto posteriore: sotto la pioggia consente buona visibilità, malgrado l’assenza della spazzola tergi. Piacevole anche la sagoma dello specchietto retrovisore, perfettamente in linea con lo stile della vettura.
Maggiolino si trova a suo agio pure in autostrada, dove a tratti viene rilevato un leggero fruscio aerodinamico, comprensibile visto l’orientamento del parabrezza.
Ma probabilmente la bellezza di guidare Maggiolino sta anche in questi dettagli, che fanno parte di un’auto dalla esclusiva personalita’, icona senza tempo di intere generazioni di automobilisti.
Bruno Bianchi