Dal 1° novembre 2025, il violinista Daniel Hope (
nell'immagine qui sopra) è alla guida del Menuhin Festival di Gstaad in qualità di direttore artistico. E non perde tempo, annunciando già ora, mentre sulle Alpi Svizzere si scia, i contenuti dell'edizione 2026 di piena estate. Con il suo programma inaugurale intitolato "Family Matters", Hope si ricollega consapevolmente al principio fondante del festival: 70 anni fa, il grande virtuoso dell'archetto Yehudi Menuhin riunì amici e compagni da tutto il mondo nella regione del Saanenland, in uno spirito di apertura e unità. Hope riprende questo inizio e lo attualizza.

Dal 16 luglio al 5 settembre, la kermesse elvetica presenterà oltre 75 concerti nelle chiese di Saanen, Zweisimmen, Lauenen, Gsteig e Rougemont, oltre che sotto il grande tendone del festival a Gstaad, palcoscenico principale della manifestazione musicale. Una novità fondamentale è "The Summit ", un forum che affronta temi orientati al futuro in ambito musicale, culturale, economico e sociale. Spiega Hope: "L'estate 2026 segna sia l'inizio di una nuova era sia un ritorno alle radici del Menuhin Festival Gstaad. Seguendo il tema scelto per la nuova edizione, esploriamo le molteplici sfaccettature della famiglia: quella in cui nasciamo, ma anche quella che scegliamo nel corso della nostra vita nella musica, nell'arte, all'interno delle nostre comunità. Ma la famiglia non è solo un luogo di fiducia, condivisione e appartenenza. Può anche essere un mondo impegnativo, rivelare confini ed evidenziare tensioni. È proprio questa sua natura multiforme che la rende un tema artistico così potente. Vicinanza e distanza, coesione e attrito: tutto questo fa parte della famiglia, così come il senso di sicurezza. È questo l'intero spettro delle tematiche che desideriamo esplorare durante il Festival. Perché riflette i valori incarnati da Yehudi Menuhin: apertura, curiosità e la convinzione che l'arte possa unire le persone, indipendentemente dal loro background".
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| Isata Kanneh-Mason |
Qualche anticipazione: Domenica 16 agosto 2026, alle 18, Iván Fischer e la "sua" Budapest Festival Orchestra tornano a Gstaad con un nuovo programma. Dopo aver calcato i più grandi palcoscenici del mondo per oltre quarant'anni, questo ensemble dal forte senso familiare, invita la giovane Isata Kanneh-Mason, stella nascente del pianoforte (e sorella del celebre violoncellista Sheku Kanneh-Mason) a cimentarsi con la musica per tastiera di Rachmaninov. Il momento clou della serata sarà la consegna del "Beethoven Friendship Award" al direttore d'orchestra ungherese, un riconoscimento assegnato in collaborazione con la Beethoven-Haus di Bonn (presieduta dal 2020 proprio da Daniel Hope) nel segno dell'amicizia musicale e non solo. Sabato 22 agosto 2026, con inizio alle 19,30 e sempre sotto la grande tenda del Menuhin Festival, la Danimarca è al centro della scena di una serata sinfonica che vede il debutto regionale della Royal Danish Orchestra - fiore all'occhiello della scena orchestrale del Paese nordico, la cui fondazione risale addirittura al 1448 - e il ritorno di Nikolaj Szeps-Znaider (che proprio qui fece scalpore con il Concerto per violino di Brahms durante il gran finale dell'edizione 2015 sotto la direzione di Philippe Jordan).
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| Marie Jacquot |
In programma, tra l'altro, l'esecuzione dei Tre pezzi di Hans Abrahamsen, figura di spicco della scena contemporanea danese. E' una partitura presentata in prima assoluta nel 2018 da Simon Rattle e dalla Filarmonica di Berlino. Sul podio di Gstaad, per l'occasione, Marie Jacquot, vincitrice del premio Victoires de la Musique Classique 2024 e nuova direttrice principale dell'orchestra in residenza al Teatro Reale di Copenaghen. Formatasi a Vienna e poi a Weimar, la nuova stella della direzione orchestrale francese ha iniziato la sua carriera al… Roland-Garros, come campionessa junior di tennis!
Grazie alle sue masterclass di direzione d'orchestra, strumenti ad arco, pianoforte, canto e musica barocca, nonché ai suoi workshop per orchestre amatoriali e al programma Discovery, che offrono una nuova prospettiva attorno al mondo delle Sette Note, la Gstaad Academy rimane un pilastro della rassegna svizzera. Giovani talenti provenienti da tutto il mondo beneficiano di questa opportunità per affinare le proprie capacità sotto la guida di interpreti di fama mondiale come Jaap van Zweden, Sir András Schiff e Ludovic Tézier. Questo contributo al futuro della musica è profondamente radicato nel Dna del Festival. Appuntamento all'estate 2026.