
Triennale Milano presenta sino al 15 febbraio 2026 la mostra Ettore Sottsass. Mise en scène, a cura di Barbara Radice, Micaela Sessa e Studio Sottsass, e con l’art direction di Christoph Radl. L’esposizione si concentra sulla dimensione della vita privata di Ettore Sottsass, attraverso un’ampia selezione di fotografie che ritraggono vari momenti, sia pubblici che privati, della vita personale e professionale del grande architetto. La mostra apre un nuovo capitolo della ricerca a tema che da diversi anni Triennale, insieme a Studio Sottsass, porta avanti. Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano, dichiara: "Sempre, quasi ogni giorno, dal 1976 al 2007, Ettore e Barbara Radice facevano del loro incontro una storia. Una sequenza di immagini, intime, private - eppure destinate prima o poi a diventare il racconto pubblico di un amore esposto, vivo, totale. La trama di vita che queste centinaia di foto raccontano è stata per anni a riposare nei faldoni (con le annualità come etichetta) che Barbara conserva nel suo appartamento, nel cuore di Milano. Oggi che Triennale le ha 'liberate' ed esposte, queste foto tornano ad essere l’almanacco di un amore intenso, che forse quotidianamente meravigliava i suoi stessi protagonisti fino al punto di spingerli a stupire del proprio amore il mondo".

Marco Sammicheli, direttore del Museo del Design Italiano, afferma: "La mostra nasce come un caleidoscopio dove emozioni, vita pubblica, vita privata e fotografia si fondono dando vita a un racconto che impasta emozioni, paesaggi e monumenti. Luoghi, persone, architetture e attimi di vita diventano, contemporaneamente, protagonisti e sfondo di una narrazione che attraversa l’esistenza di un grande maestro dell'architettura e del design come Ettore Sottsass". La mostra riunisce circa 1.200 fotografie in bianco e nero e a colori scattate tra il 1976 e il 2007, periodo che intercorre tra l’anno dell’incontro tra Barbara Radice ed Ettore Sottsass e l’anno della scomparsa di quest’ultimo. Si tratta di un variegato paesaggio della loro vita privata e pubblica a casa e in giro per il mondo, per lavoro e per visite, con poche distinzioni e differenze tra il pubblico e il privato. Le foto sono immagini scattate in tutto il mondo, da Milano a Filicudi, dagli Stati Uniti alla Polinesia francese, dall’India all’Iran e alla Siria. Il titolo dell'esposizione si riferisce all’idea di Ettore Sottsass che la vita, un poco come per la Commedia dell’Arte, assomigli appunto, alla "messa in scena", abbastanza improvvisata di un vago canovaccio. In occasione della mostra Dario Cimorelli ha pubblicato un libro con testi italiano/inglese di Stefano Boeri, Barbara Radice, Christoph Radl, Micaela Sessa. I partner istituzionali Deloitte e Fondazione Deloitte, Lavazza Group e Salone del Mobile.Milano sostengono Triennale Milano anche per questa mostra.
Copertina - Installation view della mostra Ettore Sottsass. Mise en scène. Foto Delfino Sisto Legnani- DSL studio © Triennale Milano
Sopra - Ettore Sottsass e Barbara Radice, Milano, 1977
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INFORMAZIONI
Ettore Sottsass. Mise en scène
A cura di: Barbara Radice, Micaela Sessa e Studio Sottsass
Art direction: Christoph Radl
Fino a domenica 15 febbraio 2026
Biglietto: 10 euro
Orari Triennale Milano
Martedì - domenica dalle 10.30 alle 20.00 (ultimo ingresso alle 19.00)
IL LIBRO

"Il volume apre un nuovo capitolo nella ricerca dedicata a Ettore Sottsass (1917 - 2007), presentando oltre mille fotografie in bianco e nero e a colori realizzate tra il 1976 e il 2007, scattate quasi sempre con la sua inseparabile Leica con obiettivo 21 mm, anni che segnano l’incontro con Barbara Radice e l’avvio di una vita condivisa, senza confini tra pubblico e privato. Le immagini raccontano un’esistenza nomade e intensa, da Milano all’India, dalla Tunisia all’Arizona, dall’Egitto alla Siria e al Qatar, passando per Gerusalemme, l’Iran, l’Algeria, il Messico, l’America, la Polinesia francese e la Nuova Guinea, fino alla Sicilia e a Filicudi, in un continuo attraversamento di paesaggi, interni, corpi e gesti quotidiani che trasformano la vita in una vera mise en scène. Il racconto visivo si intreccia con una costellazione di incontri e relazioni: i fotografi da Helmut Newton a Robert Mapplethorpe, insieme a Alfa Castaldi, Giovanni Gastel e Oliviero Toscani, i designer e gli architetti da Andrea Branzi a Michele De Lucchi, da Vittorio Gregotti a Carlo Scarpa, da Shiro Kuramata a Alessandro Mendini e Achille Castiglioni, fino ai collezionisti e protagonisti del sistema dell’arte e della musica come Jean Pigozzi, Max Palevsky, Carla Sozzani, Anish Kapoor e Mick Jagger. Le immagini mostrano una passione tradotta in rituale quotidiano, anticipando l’esposizione mediatica dei social della nostra epoca e restituendo un mondo osservato senza filtri". (fonte: dariocimorellieditore.it)