Pellicola e pittura. L'addio a Gianni Berengo Gardin

Uno dei modi migliori e più rispettosi per rendere omaggio a Gianni Berengo Gardin, il grande fotografo italiano scomparso nella serata di mercoledì 6 agosto 2025 a Genova, all'età di 93 anni, è visitare le sue mostre ancora in corso. Sino al 28 settembre 2025, la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, nello spazio CAMERA OSCURA dedicato alla fotografia, allestito all’interno del percorso del museo perugino, ospita "Gianni Berengo Gardin fotografa lo studio di Giorgio Morandi", a cura di Alessandra Mauro. Qui sono esposti 21 dei più significativi scatti realizzati da Berengo Gardin nel 1993, quando venne chiamato a documentare i luoghi dove aveva lavorato il grande pittore emiliano, in occasione dell’apertura a Palazzo d’Accursio, a Bologna, del Museo Morandi. Prima di smantellare lo studio, era necessario che lo si immortalasse per sempre.
L’obiettivo di uno dei più importanti fotografi del Novecento penetra, così, negli ambienti dove sono nati i capolavori di Giorgio Morandi (Bologna 1890-1964), per raccontare la stratificazione di luoghi tanto vissuti, l’usura e la familiarità evidente con quelle stanze che sono state abitate ogni giorno per anni. L'arte di Berengo Gardin entra così nell’intimità di quella di Giorgio Morandi. Si ferma sugli oggetti tante volte osservati e ritratti nelle tele. Con attento pudore, il fotografo registra lo spazio del pittore: il cappello lasciato sul letto, il materasso che sembra riportare ancora l’impronta del suo corpo, per proporre un piccolo grande "viaggio in una stanza" che ha la portata di una vera avventura esistenziale. Soprattutto, gli scatti fissano, attraverso l’obiettivo, i vasi, le bottiglie, i piatti, le caffettiere e tutte le cose che Morandi disponeva con sapienza e ordine, prima e dopo averle riprodotte nei suoi quadri. All’interno di CAMERA OSCURA, si osserva, quindi, il dietro le quinte del lavoro del maestro, con la possibilità di comprendere ancora meglio il segreto dei suoi dipinti. Grazie a due eccezionali prestiti dal Museo Morandi di Bologna - Giorgio Morandi, Natura morta, 1951, olio su tela; Giorgio Morandi, Natura morta con oggetti bianchi su fondo scuro, 1930, incisione all’acquaforte da matrice di rame - l’esposizione perugina crea un inedito confronto tra le immagini di Berengo Gardin, nel loro impeccabile bianco e nero, e i colori delicatissimi di Morandi, che ha trasformato un’ossessione in pura poesia. La documentazione fotografica diventa evocazione poetica, registrazione puntuale di una pratica artistica fatta di misura e contemplazione. La mostra è realizzata in collaborazione con il Museo Morandi di Bologna, con lo Studio Berengo Gardin di Milano e con il supporto de L’orologio società cooperativa - Business Unit Sistema Museo. Catalogo Silvana Editoriale. 

Copertina: Gianni Berengo Gardin (photo pagina Facebook Galleria Nazionale dell'Umbria)  

Qui sottoGrandi navi a Venezia, la celebre foto-denuncia di Gianni Berengo Gardin (Fondazione Forma)

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GIANNI BERENGO GARDIN 

Gianni Berengo Gardin, nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, è stato uno dei protagonisti della fotografia italiana del Novecento. Dopo aver vissuto in diverse città europee, si stabilisce a Milano nel 1965, avviando una carriera da professionista focalizzata sul reportage, l’indagine sociale, l’architettura e il paesaggio. Collabora con numerose testate italiane e internazionali, ma privilegia la pubblicazione di libri fotografici, oltre 260. Dal 1954 lavora per Il Mondo di Mario Pannunzio, poi per il Touring Club Italiano e per aziende come Olivetti, Fiat, IBM, documentando anche per trent’anni i progetti di Renzo Piano. Le sue opere sono state presentate in più di 360 mostre, tra cui il Guggenheim di New York, la Biennale di Venezia e il MAXXI di Roma. Ha realizzato anche reportage di denuncia, come quello sulle Grandi Navi a Venezia. Tra i principali riconoscimenti ricevuti figurano il Prix Brassaï (1990), il Leica Oskar Barnack Award (1995), il Lucie Award alla carriera (2008) e il Leica Hall of Fame Award (2017). Le sue fotografie sono conservate in importanti collezioni internazionali, tra cui il MoMA di New York, la Bibliothèque Nationale di Parigi e il Museo Reina Sofía di Madrid. (fonte: Galleria Nazionale dell'Umbria)