Novant'anni della Mostra del Cinema di Venezia. Eventi

Il ritorno del grande cinema a Venezia (31 agosto - 10 settembre 2022) si avvicina a grandi passi ma è la storia, per ora, a suscitare emozioni e interessi in Laguna. Viene inaugurata venerdì 8 luglio (ore 12) al Portego di Ca’ Giustinian (San Marco 1364, ingresso libero) l'attesa mostra "La prima Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica dall’Archivio della Biennale di Venezia", che l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC) organizza per celebrare i 90 anni della rassegna. L'esposizione di Ca’ Giustinian illustra e documenta quella prima edizione (nella foto qui sopra) che si svolse, dal 6 al 21 agosto1932, sulla terrazza dell’Hotel Excelsior al Lido con il nome di Esposizione Internazionale d'Arte Cinematografica, prima di assumere nel 1934 il nome di Mostra. Sono esposti - dai materiali conservati dal 1932 all’Archivio Storico - i manifesti e le locandine originali dei programmi, le foto di scena dei film presentati, le foto d’attualità nel contesto del Lido dell’epoca, i documenti e la corrispondenza che testimoniano la nascita e l’organizzazione della Mostra, i comunicati e la rassegna stampa.
Fra i materiali in "vetrina" c'è anche la lettera con cui Louis Lumière, il "padre" del cinematografo, accetta di far parte del Comitato d’onore nonché la scheda del referendum tra il pubblico per eleggere la migliore attrice e il miglior attore nonché il regista del film "più divertente", di quello "più commovente", di quello "più originale" e di "maggior perfezione tecnica". Per l'occasione sono inoltre proiettati documentari dell’Istituto Luce su Venezia e il Lido d’epoca e un filmato di 30’ con una selezione di scene dai film presentati a  quella prima edizione. "La più nobile e idealmente condivisibile motivazione alla base di quella fortunata e lungimirante prima edizione - osservano il presidente della Biennale, Roberto Cicutto, e il direttore della Mostra, Alberto Barbera - consisteva nell’affermare una volta per tutte la natura artistica del cinema, il nuovo medium nato come un fenomeno da baraccone e affermatosi in poco tempo come il più grande e popolare spettacolo di massa, conferendogli la dignità delle altre Arti delle quali La Biennale si era sino a quel momento occupata". Le celebrazioni per il novantennale proseguono sabato 9 luglio con un convegno  internazionale nella Biblioteca dell’Archivio Storico della Biennale (ASAC) ai Giardini (ore 10.30 - 18). Dopo il saluto di Cicutto viene presentata, con un dialogo fra Barbera e l’autore, l’edizione italiana della nuova "Storia della Mostra del Cinema di Venezia" scritta dallo storico e critico Gian Piero Brunetta, frutto della collaborazione fra la Biennale e l’editore Marsilio. Il convegno vedrà la partecipazione di studiosi e docenti, autorevoli testimoni sul valore dell’esperienza storica e culturale della Mostra del Cinema. La giornata del 9 luglio si conclude con la proiezione serale (ore 21) nella storica Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di due capolavori presenti nel programma della prima edizione della Mostra del 1932: Regen (Pioggia) di Mannus Franken e Joris Ivens (Olanda, 1929, 12’, copia dell’EYE Filmmuseum, Amsterdam) e Gli uomini, che mascalzoni... di Mario Camerini (Italia, 1932, 66’, copia della  Cineteca Nazionale, Roma), alla presenza della figlia del regista, Manitta Camerini.

Gli uomini che mascalzoni... di Mario Camerini
L'opera di Camerini (copia della Cineteca Nazionale, Roma), fu il primo film italiano presentato alla Mostra del 1932, l’11 agosto. Era anche già stato annunciato come film d’apertura della prima edizione, in occasione della serata inaugurale del 6 agosto. Invece un comunicato stampa del 4 agosto diede notizia di una variazione di programma: "L’inaugurazione della Prima  Esposizione Internazionale d’arte cinematografica, fissata per le ore 21.15 di domani sabato, 6 agosto, sulla Terrazza a mare dell’Excelsior al Lido, avverrà con il grandioso film nordamericano Dr. Jekill and Mr. Hyde di edizione Paramount, anzichè con Gli uomini, che mascalzoni… di edizione Cines-Pittaluga". Gli uomini, che mascalzoni… è l’opera più celebre del maestro e una delle sue migliori, un capolavoro della commedia sentimentale. Prodotto dalla Cines e sceneggiato da Aldo De Benedetti e Mario Soldati oltre che da Camerini, ebbe come interprete il giovane Vittorio De Sica, che v’incontrò il suo "primo" personaggio, quello del giovanotto vanitoso e farfallone. De Sica, fino ad allora attore di teatro leggero, qui canta, rendendola celebre, la canzone Parlami d'amore Mariù. Il film, che ha come protagonista femminile la "meteora" Lya Franca, rappresentò un'importante innovazione nel cinema italiano dell'epoca per la scelta rivoluzionaria di girare in esterni, alla Fiera di Milano, invece che nei teatri di posa. Il film descrive una Milano industriale, costellata dai segni della civiltà dei consumi, con un’aderenza alla realtà dell’Italia di quegli anni che sembra prefigurare il Neorealismo, distaccabdosi dalle atmosfere artefatte del cinema di regime dell'epoca.