Brescia Photo Festival 2021. Seiland, Fellini e gli altri...

L'antichità e il contemporaneo. Ritorna il Brescia Photo Festival. La quarta edizione si terrà dall’8 maggio al 17 ottobre 2021 con la curatela artistica di Renato Corsini ed è promossa dal comune di Brescia e da Fondazione Brescia Musei con la collaborazione di MaCof - Centro della fotografia italiana. Il tema 2021 - "Patrimoni" - si collega alle celebrazioni per il ritorno a Brescia della Vittoria Alata (una delle più straordinarie statue in bronzo di epoca romana, portavoce del valore culturale e identitario del patrimonio della città della Leonessa) dopo due anni di restauro a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Alfred Seiland, Tadmor, Palmyra. Siria 2011
La nuova collocazione della statua nell’aula orientale del Capitolium, in un allestimento museale progettato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg, valorizza l’intera area archeologica Brixia nella ricorrenza del decennale del riconoscimento Unesco al sito "Longobardi in Italia. I Luoghi del potere" e prelude al cammino culturale che, nel 2023, consacrerà Brescia come Capitale italiana della cultura con Bergamo. Il Brescia Photo Festival, avviato dalla Fondazione Brescia Musei presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov, avrà il suo fulcro nel Museo di Santa Giulia e si diffonderà  con mostre importanti in varie sedi cittadine, come il Museo delle Armi "Luigi Marzoli", il MO.CA, lo Spazio Contemporanea, il Museo Civico di Storia Naturale, il Bunkervik, la Fondazione Poliambulanza di Brescia, le gallerie d'arte della città e della provincia, con protagonisti alcuni dei più importanti maestri della fotografia, da Gianni Berengo Gardin a Ferdinando Scianna, da Francesco Cito  a Franco Fontana, da Elio Ciol a Donata Pizzi, e molti altri ancora, che interpreteranno con il medium fotografico il valore culturale, archeologico, storico e sociale dei patrimoni identitari, dall’antichità romana alla contemporaneità. L’ideale inizio del "Grand Tour" tra le varie sedi del Festival prende avvio dal Museo di Santa Giulia, nei rinnovati spazi espositivi del "Quadrilatero rinascimentale" delle gallerie alte del monastero omonimo, oggetto di un recente recupero funzionale finanziato da un bando della Regione Lombardia con il progetto "Off\On", che ha permesso a Brescia di arricchirsi di uno spazio monumentale e patrimoniale unico, forse il più esteso e  completo per esposizioni temporanee di proprietà di un museo pubblico cittadino.


Alfred Seiland, Porto Romano e Museo di Storia. Marsiglia, 2018
In queste sale interamente rinnovate, dall’8 maggio al 17 ottobre 2021, si tiene l’appuntamento più atteso: "Alfred Seiland. IMPERIVM ROMANVM. Fotografie 2005-2020", la prima retrospettiva italiana del fotografo austriaco, (St. Michael, Austria, 1952), che giunge in Italia dopo il successo ottenuto al Museo Romano Germanico di Colonia, ai Rencontres di Arles e all'Albertina di Vienna. La mostra, curata da Filippo Maggia e Francesca Morandini, organizzata da Fondazione Brescia Musei e da Palazzo della Loggia, coprodotta da Skira, presenta per la prima volta in Italia 136 immagini di grande formato,  frutto di un lavoro quindicennale che Seiland ha realizzato attorno ai luoghi mitici della romanità, reinterpretati in modo sorprendente e inatteso. Parte centrale della selezione è un nucleo di 20 inediti tra cui un portfolio di 6 scatti realizzati a Brescia tra il 2019 e il 2020. Una sezione che coglie il patrimonio antico della città e ne documenta il valore monumentale  e sociale, in costante cambiamento secondo canoni contemporanei, accompagnato da una video intervista di approfondimento. Affascinato dalle scenografie cinematografiche dell’antica Roma, allestite a Cinecittà, l'artista ha intrapreso un lungo viaggio nei territori in cui si estendeva il dominio di Roma, dalla Siria alla Scozia e oltre, per fotografare gli edifici costruiti dai romani e cogliere le diverse sfumature di interazione tra uomo e rovine.


Alfred Seiland, Il Canale di Corinto, Isthmia. Grecia, 2014
La mostra si pone come un ponte ideale tra il patrimonio storico e lo sguardo attuale in coerenza con l’identità del progetto pluriennale dedicato alla celebrazione e alla valorizzazione della Vittoria Alata. Sono quaranta i Paesi raccontati dai propri siti archeologici come Palmira, Samaria o Epidauro. Il progetto illustra, con fotografie talvolta iperrealiste e pop, talvolta simboliste e minimali, l'inestricabile e vitale rapporto tra le tracce residue della cultura romana e i luoghi della modernità. Le rovine emergono, così, in tutta chiarezza quali patrimonio comune di un immaginario collettivo, una sorta di minimo comune denominatore continentale tra passato, arte moderna e architettura contemporanea, la prima "forma" di globalizzazione dello sguardo. Il pubblico è invitato a scoprire le trasformazioni delle città e del paesaggio: l'occhio del fotografo ne esalta il riuso consapevole o quello casuale ed espone il surreale dialogo tra le antiche glorie monumentali e i moderni tessuti urbanistici, gli spazi del turismo di massa, dello sport e della cultura del tempo libero. Il Colosseo a Roma, le terme di Bath, il Pont du Gard in Provenza, ma anche rovine di siti meno noti al grande pubblico, riferimento per piccole comunità o territori totalmente travisati o, ancora, edifici moderni iperrealisti che alludono all’antico in tutto il loro paradosso, come il set di Cinecittà per una fiction inglese ambientata nell’antica Roma o il Caesar Palace di Las Vegas o la presenza discreta dei resti archeologici nel tessuto urbanistico attuale.


Sandro Becchetti, Fellini. Roma1973
I monumenti dell’Impero  romano, diffusi in Europa e lungo il bacino del Mediterraneo, costituiscono per i suoi abitanti un’abitudine visiva, per i turisti un feticcio, per le infrastrutture un ostacolo. La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue italiano e inglese edito da Skira. Il percorso espositivo al Museo di Santa Giulia prosegue, dall’8 maggio al 17 ottobre 2021, con "Palmira. Una memoria negata", a cura di Renato Corsini, il reportage del fotografo friulano Elio Ciol, composto da 20 scatti, realizzato nel 2015 in Siria prima delle distruzioni inferte dall’Isis a uno dei tesori più preziosi dell’umanità. La rassegna è corredata da un focus architettonico e urbanistico curato da Alberto Ferlenga, rettore dello IUAV di Venezia e professore ordinario di progettazione architettonica, dedicato alla prima rappresentazione pittorica di Palmira nel 1691, la monumentale "Veduta di Palmira" del pittore olandese Hofstede van Hessen, conservata presso l’Allard Pierson Museum di Amsterdam. "Donata Pizzi, con Roma in Africa: un viaggio fotografico", dall’8 maggio al 17 ottobre, a cura di Renato Corsini, racconta attraverso 29 fotografie le suggestioni delle antiche città del Nord Africa, tra deserti e rovine romane. Il viaggio ha condotto l’artista da Cirene in Libia, attraverso Timgad e Djemila nella regione della Cabilia, Tipasa lungo la costa algerina, Dougga, Thuburbo Maius, Sbeitla e il grande Colosseo di El Djem in Tunisia, e ancora a Sabratha e Leptis Magna. Per tradurre in immagine intima quella luce, quelle immense distanze, Pizzi ha tentato di ridurre il mezzo fotografico al minimo, utilizzando una piccola macchina panoramica, con un semplice obiettivo standard, come se guardasse attraverso la fessura del turbante dei Tuareg. "Eros", a cura Clelia Belgrado, presenta dall’8 maggio al 17 ottobre 25 fotografie di sculture che l’artista reggiano Bruno Cattani ha scattato all’interno dei musei, svelando il lato inedito delle opere classiche. "Eros raccoglie gli anni di appassionate indagini e affascinanti percorsi nell'universo della scultura, in cui l'autore ha saputo intercettare e plasmare quegli aspetti oscuri e nascosti del desiderio, che finalmente si rivelano,  grazie ad uno sguardo capace di cogliere istinti e pulsioni, [...] in figurazioni di forte impatto visivo, come corpi vigorosi, dotati di profonda vitalità.” (Benedetta Donato, 2019).

Giuseppe Palmas, Federico Fellini ai Nastri d'Argento 1954
Quale ideale conclusione della quarta edizione del Brescia Photo Festival, dal 21 settembre al 17 ottobre, verrà presentato al Museo di Santa Giulia "Con amore e cura grandissima", il restauro dell’albumina della Chiesa dei Miracoli, di Giacomo Rossetti.
Premiata all’Esposizione Industriale di Vienna del 1873, l’opera di Rossetti fu acquistata dal Comune di Brescia nel 1903 ed è parte della collezione dell’Archivio Fotografico dei Civici Musei d’Arte e Storia, costituitosi in parallelo allo sviluppo delle collezioni museali e dotato di propri registri a partire dal 1935. Il restauro è reso possibile dal contributo del bando Strategia Fotografia 2020 della Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC) del MIC. L’itinerario diffuso in città prosegue al Museo delle Armi Luigi Marzoli, nel Castello di Brescia, che accoglie, dall’8 maggio al 17 ottobre, "Vita da centurioni", a cura di Renato Corsini. L’esposizione documenta, attraverso 36 fotografie di scena e di backstage, oltre a 6 manifesti originali, i miti, le leggende, le avventure e le peripezie degli eroi del Peplum, uno dei generi più prolifici del cinema italiano, raccontando l’invenzione dei centurioni e dei gladiatori nelle pellicole del Dopoguerra e rivedendo in forma spesso ironica e dissacrante il mito del militare romano. Il MO.CA - Centro per le nuove culture ospita tre rassegne: la prima, "È Brescia", a cura di Albano Morandi, presenta dall’8 maggio al 31 luglio sette grandi fotografi italiani - Gianni  Berengo Gardin, Francesco Cito, Franco Fontana, Gianni Pezzani, Ferdinando Scianna, Luca Gilli - che raccontano Brescia e le sue eccellenze culturali con il loro obiettivo. La seconda, una mostra-omaggio, è dedicata al ritorno della Vittoria Alata: "Bellissima. 20 fotografi travolti da un insolito splendore". Curata da Mario Trevisan, propone dall’8 maggio al 27 giugno le opere di più di venti fotografi, tra cui Silvia Camporesi, Renato Corsini, Maurizio Galimberti, Giovanni Gastel e altri artisti, che hanno deciso di lavorare su questa straordinaria scultura, vera Musa della rassegna fotografica del 2021. Infine e da non perdere, ecco "Federico Fellini/dietro le quinte", a cura di Renato Corsini, dal 29 giugno al 31 luglio, testimonianza dell'opera di un grande maestro della cinematografia del secondo Novecento e, appunto, un "patrimonio" italiano. Accanto ad alcuni manifesti dei suoi film più conosciuti, si racconta, attraverso circa 50 scatti di Sandro Becchetti, Tazio Secchiaroli e Agenzia Dufoto, un Fellini più privato rispetto alla sua immagine ufficiale legata al ruolo di grande regista di fama internazionale. Spazio Contemporanea accoglie la rassegna "Le cattedrali del lavoro", a cura di Renato Corsini e Paolo Conforti, con il supporto di Fondazione ASM: gli scatti di Matteo e Stefano Rodella (Bams Photo), accompagnano il visitatore nei luoghi dell’archeologia industriale di Brescia e della sua provincia, sorti nell’immediato dopoguerra, documentando alcuni straordinari testimoni dello sviluppo industriale,  capaci di farci riflettere su una storia economica e sociale che ha caratterizzato forti metamorfosi urbane. Molte altre le proposte artistiche in "programma".


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