Swiss Architectural Award allo studio Bruther (Parigi)


È lo studio parigino Bruther, fondato da Stéphanie Bru e Alexandre Thériot, il vincitore della settima edizione dello Swiss Architectural Award, premio internazionale di architettura a cadenza biennale promosso dalla Fondazione Teatro dell’architettura, che ha raccolto l’eredità di Bsi Architectural Foundation. Riunite, per l'occasione, le tre Scuole di architettura elvetiche: Università della Svizzera italiana-Accademia di architettura; Politecnico Federale di Losanna-Enac, Section d’Architecture; Politecnico Federale di Zurigo-Departement Architektur, rappresentate in seno alla giuria presieduta da Mario Botta.
Il Premio fruisce del sostegno organizzativo dell’Università della Svizzera italiana-Accademia di architettura. Anche grazie a questa inedita collaborazione, che ne sancisce la rilevanza nazionale, lo Swiss Architectural Award si conferma uno dei riconoscimenti di architettura più prestigiosi, forte di un comitato di advisor composto da architetti e critici di rinomanza internazionale. Si intende promuovere un’architettura attenta alle questioni etiche, estetiche ed ecologiche contemporanee, favorendo il dibattito pubblico. Il Premio è attribuito ad architetti di età non superiore ai 50 anni (nell’anno in cui è, di volta in volta, bandito), senza distinzione di nazionalità, che abbiano realizzato almeno tre opere significative. Ammonta a 100.000 franchi svizzeri e sarà consegnato al vincitore nella primavera 2021 all’Auditorio del Teatro dell’architettura dell’Università della Svizzera italiana a Mendrisio nel corso di una cerimonia che segnerà anche l’apertura dell’esposizione dei lavori presentati dai candidati. Lo studio parigino è stato scelto fra 33 candidati provenienti da 19 Paesi, vincendo l’edizione con il maggior numero di partecipanti dall’istituzione del concorso nel 2007, circostanza che ribadisce il ruolo di sismografo delle più feconde ricerche contemporanee che lo Swiss Architectural Award si propone di assolvere grazie all’eccellenza del comitato di advisors cui spetta la nomina dei candidati.


La giuria, all'unanimità, ha premiato Bruther per i progetti del Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, Parigi (2010-2014), per il New Generation Research Center, Caen (2013-2015) e per la Residenza per ricercatori universitari "Maison Julie-Victoire Daubié2, Parigi (2014-2018). "Le tre opere presentate da Bruther affrontano, con grande coerenza e qualità, il tema della periferia (e nello specifico, la periferia delle città francesi), riconosciuta come luogo nevralgico in cui si manifestano, con forza dirompente, le contraddizioni della nostra società. In contesti difficili, percorsi da tensioni sociali e caratterizzati da spazi anonimi se non degradati, Bruther interviene con un’architettura caratterizzata da una profonda istanza civica, che si propone di restituire dignità a questi luoghi e ai loro abitanti". La giuria, inoltre, ha riconosciuto nell’opera di Bruther una piena consonanza con gli obiettivi dello Swiss Architectural Award: favorire, attraverso il coinvolgimento delle tre Scuole di architettura svizzere, il dibattito pubblico sul ruolo dell’architettura nella società contemporanea, e con maggiore urgenza nel periodo di crisi che stiamo attraversando.

La giuria della settima edizione era presieduta da Mario da Botta e composta da Riccardo Blumer (direttore dell’Accademia di architettura, Usi), João Luís Carrilho da Graça (Lisbona), Dieter Dietz (direttore della Section d’Architecture, Epfl-Enac) e Christophe Girot (decano del Departement Architektur, Ethz). Fondato nel 2007 a Parigi da Stéphanie Bru (1973) e Alexandre Theriot (1972), Bruther lavora nel campo dell’architettura, della ricerca, della didattica, dell’urbanistica e del paesaggio. Si propone "di comprendere e di accettare le esigenze concettuali e costruttive, ma anche di sapersi ritrarre per incontrare inaspettatamente nuovi ambiti di sperimentazione e di ricerca. I nostri progetti suggeriscono un delicato equilibrio tra strategia e forma, rigore e libertà, specificità e genericità, immediatezza e istanza evolutiva. Considerando il programma in proiezione futura, si distinguono per le infrastrutture aperte che si adattano alla ricchezza di possibilità offerte dal contesto e a un’ampia flessibilità d’uso". Prima di conseguire lo Swiss Architectural Award 2020, Bruther ha vinto il Prix de l’Équerre d’argent 2016 (per il New Generation Research Center, Caen), il Gold Award, Best Architects Awards 2016 (per il Centro Culturale e Sportivo Saint-Blaise, Parigi) ed è stato nominato nel 2015 per il Mies van der Rohe Award (per il Centro Culturale e Sportivo Saint-Blaise, Parigi). Bru e Theriot hanno tenuto conferenze e hanno insegnato, come professori invitati di Progettazione, in varie scuole di architettura in tutto il mondo. La Fondazione Teatro dell’architettura, dal 2019 promotrice dello Swiss Architectural Award, ha sede a Mendrisio ed è presieduta da Mario Botta. Si propone, in particolare, di offrire visibilità ai nuovi interessi transdisciplinari che sempre più intervengono nel processo progettuale e che ridefiniscono il ruolo sociale dell’architettura. Le complesse questioni che la società contemporanea è chiamata ad affrontare - l’impegno a favore dell’ambiente, la reperibilità delle risorse energetiche, i drastici cambiamenti climatici e le nuove complesse realtà sociali - condizionano fortemente le dinamiche legate agli aspetti identitari che si registrano a livello territoriale tanto da rendere necessari nuovi approcci e una nuova sensibilità disciplinare nell’ambito dell’architettura, degli studi urbani e della progettazione del paesaggio. 

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Didascalia completa delle immagini, dall'alto in basso:

1 - Bruther, Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, Parigi, 2010-2014. © Foto di Filip Dujardin

2 - Bruther, New Generation Research Center, Caen (Francia), 2013-2015. © Foto di Maxime Delvaux

3 - Bruther, New Generation Research Center, Caen (Francia), 2013-2015. © Foto di Julien Hourcade

4 - Bruther, Residenza per ricercatori universitari “Maison Julie-Victoire Daubié”, Parigi, 2014-2018. © Foto di Maxime Delvaux

Alexandre Theriot e Stéphanie Bru. © Foto di Marvin Leuvrey