"Divine. Ritratto d'attrici...1932-2018". Venezia Mestre

Photo Biennale di Venezia Archivio Storico
C'è tempo sino all'1 novembre 2020 per visitare a Forte Marghera (Polveriera austriaca, Via Forte Marghera 30, Venezia Mestre) la mostra fotografica "Divine. Ritratto d’attrici dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1932–2018​", a cura del direttore artistico della Biennale Cinema Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia con il suo Archivio storico. Sono esposte 92 fotografie divise cronologicamente in quattro periodi, dal 1931 al 1952, dal 1953 al 1967, dal 1970 al 1991 e dal 1993 al 2018, con immagini di alcune delle più celebri dive italiane e internazionali "catturate" da scatti speciali al Lido durante la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica o protagoniste nei film presentati in Sala Grande.
Photo Città di Venezia Live
Sfilano ad esempio, in ordine di apparizione e in ritratti indimenticabili, "divine" quali Ingrid Bergman e Greta Garbo, Michèle Morgan e Bette Davis, Lauren Bacall e Machiko Kyō, Anna Magnani e Gina Lollobrigida, Sophia Loren e Brigitte Bardot, Claudia Cardinale e Jeanne Moreau, Julie Christie e Catherine Deneuve, Hanna Schygulla e Ornella Muti, Nastassja Kinski e Meryl Streep, Gong Li e Isabelle Huppert, Michelle Pfeiffer e Nicole Kidman, Charlize Theron e Monica Bellucci, Emma Stone e Natalie Portman, Valeria Golino e Alba Rohrwacher, Scarlett Johansson e Cate Blanchett. La mostra è a ingresso libero con orari d’apertura dalle 13 alle 21 fino al 20 settembre e dalle 10 alle 18 dal 22 settembre all’1 novembre (chiusura lunedì). La rassegna rientra nel programma di esposizioni che La Biennale di Venezia organizza, a cura dei direttori artistici dei diversi settori, per valorizzare i materiali del suo Archivio Storico e per portare alla luce periodi ed episodi significativi della propria storia. Si ringraziano il Comune di Venezia, la Fondazione Forte Marghera e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna.


Barbera osserva: "Tra i tanti fili rossi che corrono lungo la storia di successi, cadute e resurrezioni della Mostra del Cinema di Venezia, ne abbiamo scelto uno per questa mostra temporanea al Forte Marghera, il cui titolo non lascia adito a interpretazioni incerte - dichiara il direttore artistico della Mostra del Cinema -. Non c’è dubbio che la storia del cinema, sin dal momento in cui quest’ultimo abbandonò i panni della curiosità da baraccone per rivestire quelli di industria più fiorente della comunicazione e dell’intrattenimento di massa, questa stessa storia appare indelebilmente intrecciata con quella dei divi e delle divine che sono stati una delle principali attrattive per il pubblico di tutto il mondo. Non a caso, inoltre, i primi ‘divi’ furono per lo più figure femminili: il processo di trasformazione degli attori in star sembra, infatti, essere strettamente connesso alla femminilità e a quell’immagine di una Eva futura, nata dalla sintesi tra la figura della primadonna dell'opera e la rappresentazione femminile offerta dalla cultura europea del XIX secolo (in particolare in pittura, letteratura e poesia). Sostengono gli studiosi che le donne potevano essere divinizzate più facilmente degli uomini, in quanto incarnazione di alcuni dei temi fondamentali della cultura di massa, come l'aspirazione alla bellezza, alla giovinezza e alla ricerca dell'amore. Più facile e remunerativo, in virtù del fascino naturale di cui sono dotate, idealizzarle, modellarle su misura a seconda delle diverse esigenze, renderle meno reali e più astratte, più facilmente venerabili e venerate. Non a caso, nella liturgia dei festival - riti collettivi che da tempo hanno sostituito altre celebrazioni un tempo delegate a luoghi di lunga consuetudine socializzante come le parrocchie e i partiti - il tappeto rosso costituisce un momento centrale e imprescindibile, tanto da essere diventato pietra di paragone anche per chi non può permetterselo".


Barbera conclude così: "Concediamoci allora al piacere di ripercorrere, in un breve itinerario composto dalle 92 immagini provenienti dall’Archivio Storico, la storia della Biennale Cinema attraverso il filtro di fascino e glamour offerto dai ritratti di alcune fra le tantissime Divine che hanno trasformato ogni anno, per dieci giorni, il tratto di strada che dall’Hotel Excelsior conduce al Palazzo del Cinema in una versione lagunare della Hollywood Walk of Fame di Los Angeles. In attesa che i riflettori si accendano sulla 77. esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il primo festival dopo il lungo e doloroso periodo di chiusura che ha messo in ginocchio il mondo intero...".