Truly, le opere monumentali di Fabio Viale. Pietrasanta

Souvenir David, 2020, marmo bianco e pigmenti, 196x114x115 cm. Photocredit e Courtesy Fabio Viale Studio, Torino
La piazza del Duomo, la Chiesa di Sant’Agostino e il suo Chiostro: da sabato 27 giugno 2020 i più suggestivi spazi pubblici della città di Pietrasanta saranno "abitati" dalle opere monumentali dello scultore Fabio Viale (Cuneo 1975).

Con Truly - mostra a cura di Enrico Mattei realizzata con il sostegno della Galleria Poggiali - l’artista risponde a un invito che gli è stato rivolto direttamente dal sindaco Alberto Stefano Giovannetti e dall’assessore alla Cultura e al Turismo, Senatore Massimo Mallegni, esponendo fino al 4 ottobre 2020 una serie di opere pensate in dialogo con alcuni spazi cittadini. Truly sarà "il principale evento espositivo dell'Estate 2020 di Pietrasanta - sottolinea Mallegni - a rivendicare il ruolo della cultura quale motore di civiltà e impulso sociale irrinunciabile. Grazie a un artista di fama internazionale, la mostra offrirà un’interpretazione imprescindibile della voglia di ripartenza del nostro territorio, nel rispetto delle regole e con attenzione rigorosa alla sicurezza". Dopo la personale al Glyptothek Museum di Monaco di Baviera, la partecipazione al Padiglione Venezia dell’ultima Biennale di Venezia e l’esposizione al Pushkin Museum di Mosca, con questa mostra Viale interpreta il senso dei nostri giorni di forzato isolamento, presentando - tra le altre opere - la scultura Le Tre Grazie, allestita in anteprima assoluta all’interno della Chiesa di Sant’Agostino.


In marmo bianco e dal panneggio estremamente dettagliato, la scultura ha come soggetti tre donne originarie di Ghardaia, città algerina di religione islamica ibadita dove la donna indossa il tradizionale haik, un’ampia veste bianca lunga fino ai piedi, avvolta intorno al corpo e al viso che lascia scoperto un solo occhio. Viale, entrato in contatto con questa città durante uno dei suoi frequenti viaggi, desidera porre particolare attenzione sul tema della libertà negata e al contempo sulla percezione scontata che ne hanno gli occidentali, i quali, proprio adesso, in momenti di forte limitazione, ne avvertono la misura. Rispondendo allo stimolo della nuova iconografia cui tutti noi siamo sottoposti - i cosiddetti dispositivi di protezione individuale, in particolare le mascherine sul volto, con cui abbiamo e avremo ampia familiarità, ma a cui non eravamo abituati - Le Tre Grazie creano un cortocircuito visivo e semantico che, a dispetto del titolo, non ha alcun riferimento classico: connettendosi alla simbologia del velo e all’esperienza del distanziamento sociale, basato sulla diffidenza verso il prossimo, specie se coperto, la scultura si apre a significati religiosi e comportamentali. La collocazione della scultura nella Chiesa di Sant’Agostino ne acuisce il portato mistico e simbolico evocando un dialogo sui temi della spiritualità, libertà personale, di culto e meditativa, suggerito anche dalla scelta allestitiva che la vede giustapposta a Star Gate, scultura realizzata in marmo arabescato dell’Altissimo che raffigura due cassette per la frutta monumentali (2 metri di altezza), che unite lasciano un varco nello spazio, un passaggio, e al tempo stesso, un limite da oltrepassare cui si associano portati di nuova spiritualità ed emancipazione.

Come sostiene Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze e autore di un saggio in catalogo, "alla base del lavoro di Viale esiste sempre una conoscenza rispettosa della materia, ed è grazie a questa relazione virtuosa, coltivata negli anni, tra tecnica e poesia, tra materiali e strumenti, tra uomo e natura, che si è perfezionato un processo creativo il cui scopo è, al netto di altre considerazioni, l’esaltazione delle proprietà formali della pietra e di quelle concettuali e figurative nella fantasia umana". In occasione della mostra, l'autore, legato fin da giovane alla Versilia per la selezione e la lavorazione del marmo, ha previsto l’allestimento nella piazza del Duomo di alcuni marmi tatuati, di grande dimensione. I segni realizzati sul marmo sono una combinazione personale delle più attuali tendenze del tatuaggio, da quelli già sperimentati del mondo criminale e giapponese, ai nuovi orientamenti provenienti dal mondo sudamericano e dei Trapper. Confermando l’attitudine dell’artista a decodificare la sensibilità dei nostri giorni, Viale compone un inedito linguaggio trasversale, che attinge a una sorta di universo segnico Old Style.

Tra questi lavori spiccano Souvenir David (un magistrale volto cavo, una sorta di maschera monumentale del David di Michelangelo, su cui l’artista ha sperimentato per la prima volta questo nuovo tipo di tatuaggio), un grande torso ispirato al Torso Belvedere e un'opera inedita: un torso ispirato al Torso Gaddi che vedrà la collaborazione del famoso direttore creativo Marcelo Burlon. Sulla superficie marmorea, saranno tatuati i suoi noti motivi, un mix audace di elementi naturali e stilemi contemporanei. Nel Chiostro di Sant’Agostino e nelle sale adiacenti al piano terra sono allestiti, inoltre, una serie di lavori che hanno scandito il percorso dell’artista: da Infinito - scultura in marmo nero che rappresenta le ruote di un Suv intrecciate - a una versione de La Suprema che ritrae due cassette per la frutta con impeccabile effetto legno. A Marina di Pietrasanta, infine, posta proprio sul Pontile di Marina comunemente detto "la Piazza al mare", ancora un’opera in marmo bianco. In occasione della mostra sarà edito un catalogo con testi di Enrico Mattei, Sergio Risaliti e Massimiliano Simoni, la cui presentazione al pubblico avverrà sabato 1 agosto 2020.
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Dall'alto in basso: 

Fabio Viale, Laocoonte, 2020, marmo bianco e pigmenti, 198,5x134x87 cm. Photocredit e Courtesy Fabio Viale Studio, Torino

Fabio Viale, Le Tre Grazie, 2020, marmo bianco, (da sx a dx) 125x89x61 cm, 124x86x88 cm, 137x77x75cm. Photocredit e Courtesy Fabio Viale Studio, Torino