Stiamo parlando de “Il visone sulla pelle”, film del 1962 del regista statunitense Delbert Mann, prodotto e girato ad Hollywood, che vinse un Golden Globe (più una candidatura per il miglior attore a Cary Grant) e raccolse la bellezza di tre candidature agli Academy Award come miglior regia, miglior suono e miglior sceneggiatura originale. Accanto ai due attori che impersonano un ricco e sofisticato industriale ed una semplice ragazza di campagna, figura lei, altera ed irraggiungibile nella sua esclusiva tinta Gris Sahara: una DS19 Décapotable destinata a Cary Grant e arrivata (insieme ad una vettura gemella) da Parigi con un volo speciale dell’Air France allestito grazie ad un Lockheed Super Constellation.
Nel panorama americano dei primi anni ‘60 (il film uscì nel 1962), la sagoma della DS19 Cabriolet contrastava potentemente con quella delle opulente automobili americane di quegli anni, tanto da portare l’architetto italiano Giò Ponti a dichiarare che la “Nuova Citroën non abbaglia i suoi acquirenti con cromature e sgorbi policromi fatti per mascherare la linea, come fanno le vetture americane, ma al contrario ha una forma bellissima e perfettamente funzionale, perché la scuola europea, di cui la DS19 è una bandiera, è la tecnica!”. La DS era entrata negli States passando dalla porta principale: gli americani non restarono indifferenti alla visione di quella DS19 Décapotable e nel giro di pochi anni Hollywood (e più in generale la California) si popolò di DS, berline e Cabriolet, che riscossero un buon successo tra un certo tipo di pubblico colto e sofisticato, meno provinciale e più aperto alle novità stilistiche e tecniche. Molti celebri attori e grandi registi acquistarono delle DS e successivamente anche molte SM; tra di loro c’è Francis Ford Coppola, che tutt’oggi possiede due berline DS che usa quasi quotidianamente.