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Enrico Crippa del Ristorante Piazza Duomo di Alba (3 Stelle Michelin) al lavoro |
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Ricordi: Enrico Crippa (con la bandana) e Gualtiero Marchesi (l'ultimo a destra nella foto) |
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I protagonisti della consegna del Grand Prix de l'Art de la Cuisine |
Un menu, quindi, che variava moltissimo, mettendo a dura prova l’organizzazione della cucina e della sala e dove la regola imponeva la variazione continua di cibi e di tecniche di cotture, esaltando il contrasto tra forme, colori, consistenze così come tra crudo, stufato, vapore, fritto, arrosto. E dove l’abbellimento del piatto non era fine a se stesso, ma completava il piacere del gusto. Per fare un esempio, l’unica ripetizione accettata nelle verdure erano i funghi e i tartufi. Idee che ho conservato e che metto in pratica anche più facilmente di altri cuochi che non vivono in provincia e in campagna. Per me è un fatto più istintivo avvertire in anticipo i cambi di stagione". Conclude Crippa: "Una scuola importante quella della cucina Kaiseki, tanto più oggi che, lavorando ad Alba, mi confronto ogni giorno con la classicità della cucina piemontese, riuscendo a non tradire il gusto delle cose, pur proponendole in uno stile contemporaneo.
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Il Ristorante Piazza Duomo di Enrico Crippa ad Alba: una Grand Table |
Gualtiero Marchersi parla, a proposito di Enrico, di "un ragazzo preciso. Leggendo le parole di Crippa mi pare, tutto sommato, di aver ben seminato con lui e con altri che sono riusciti prima di tutto a esprimere se stessi e poi a farsi strada nel mondo della cucina. Ammetto che la cosa mi rende orgoglioso, perché insegnare e imparare sono facce della stessa medaglia. E non c’è dubbio che io abbia imparato molto dai miei allievi. Quelli sono stati anni energici e profondi, in cui ci si confrontava molto, si discuteva e si sgobbava. Crippa si faceva notare per l’impegno. Era un ragazzo preciso, direi puntiglioso, molto organizzato, non gli piaceva lasciare le cose al caso. Dipendeva dal carattere, ma era anche frutto del desiderio di riuscire.
Ricordo che la vicinanza con Lopriore - conclude il maestro dei cuochi italiani e non solo - non era priva di scintille e, alla fine, essendo loro troppo diversi - più introverso e metodico Crippa e più estroverso e sbarazzino Paolo - un bel giorno Enrico prese i suoi coltelli e se ne andò. Sicuramente, averlo mandato in Giappone, è stata una buona idea. Quella cucina, ma direi piuttosto quel modo di essere e di pensare, mi ha conquisto per la semplicità. Mi ha fatto capire come tutto inizi e torni alla materia prima. Se la rispetti fai, innanzitutto, salute e attraverso la semplicità scopri la forma, raggiungi una naturale perfezione. A dirla tutta, la verità del cuoco è saper cuocere bene". E forse guardare oltre la cucina stessa, allargando orizzonti e flirtando con l'arte tutta. Riferimenti, citazioni e persino esperimenti. Da mettere nel piatto ogni giorno per dare vita ad un'esperienza indimenticabile. Il Maestro dei Maestri. Opere, non solo cibo: Gualtiero Marchesi.
Ricordo che la vicinanza con Lopriore - conclude il maestro dei cuochi italiani e non solo - non era priva di scintille e, alla fine, essendo loro troppo diversi - più introverso e metodico Crippa e più estroverso e sbarazzino Paolo - un bel giorno Enrico prese i suoi coltelli e se ne andò. Sicuramente, averlo mandato in Giappone, è stata una buona idea. Quella cucina, ma direi piuttosto quel modo di essere e di pensare, mi ha conquisto per la semplicità. Mi ha fatto capire come tutto inizi e torni alla materia prima. Se la rispetti fai, innanzitutto, salute e attraverso la semplicità scopri la forma, raggiungi una naturale perfezione. A dirla tutta, la verità del cuoco è saper cuocere bene". E forse guardare oltre la cucina stessa, allargando orizzonti e flirtando con l'arte tutta. Riferimenti, citazioni e persino esperimenti. Da mettere nel piatto ogni giorno per dare vita ad un'esperienza indimenticabile. Il Maestro dei Maestri. Opere, non solo cibo: Gualtiero Marchesi.
a cura di Daniele Vaninetti