I riflettori di tutta Europa puntati su Vinitaly 2017


Vinitaly: dopo il capo dello Stato Sergio Mattarella nel 2016 è la volta del commissario Ue all'Agricoltura, l'irlandese Phil Hogan. E per il vino prende sempre più corpo una strategia comunitaria. Lo ha annunciato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina: “Vinitaly 2017 sarà la capitale della nuova politica comune di settore, un'occasione imperdibile per riscriverne le linee a sessant’anni dai Trattati di Roma. La presenza del commissario Ue lo confermerà. Chiediamo alla realtà vitivinicola italiana di essere protagonista di questa riflessione. A Vinitaly porteremo il Testo unico del Vino e daremo spazio alla discussione presentando il primo pacchetto attuativo”. Martina traccia le linee future del comparto intervenendo a Roma alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione (Veronafiere, 9-12 aprile 2017) che si conferma come la più importante rassegna internazionale dedicata al vino e al suo mondo. Export in primissimo piano.
L’edizione n.51 prosegue nel percorso di sviluppo delineato nel 2016 in occasione del cinquantesimo anniversario del salone. La trasformazione in Spa di Veronafiere, con il relativo piano industriale, è un passaggio cruciale per confermarne le volontà di crescita. Lo ribadisce con forza Maurizio Danese, presidente di Veronafiere:
Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina
“Il nuovo piano da 94 milioni di euro di investimenti sino al 2020 si basa su un'analisi attenta delle dinamiche del mercato fieristico mondiale, europeo e italiano. Per il settore wine and food - con Vinitaly, Sol&Agrifood e Enolitech e il sistema ad essi collegato - il nostro progetto prevede una crescita mirata all’estero e la creazione di nuovi servizi per l’internazionalizzazione delle imprese del settore, con un focus su Stati Uniti e Cina”. Vinitaly, la prima fiera del vino al mondo per superficie espositiva e per numero di operatori esteri presenti, già quest’anno fa da apripista divenendo più internazionale, offrendo maggiori occasioni di business e molta innovazione digitale. “Per raggiungere questi obiettivi - spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - ci stiamo attrezzando anche dal punto di vista tecnologico. Infatti, la nuova edizione della manifestazione inaugura un progetto pilota di digital transformation che coinvolgerà alcune migliaia di buyer esteri e durante il quale saranno sperimentate soluzioni 4.0”.

L’internazionalizzazione del business resta una priorità. All’inizio di marzo erano già duemila i nuovi buyer esteri registrati per l'edizione 2017. I nuovi arrivi del trade provengono in particolare da Usa (presente una ventina di Stati della confederazione), Cina, Hong Kong, Australia, Canada, Francia, Danimarca, Belgio, Germania, Giappone, Svizzera, Norvegia, Svezia e Russia. Sono in aumento le adesioni da Taiwan e Brasile e, nonostante la Brexit, anche il Regno Unito rafforza la sua presenza con altri 100 iscritti. Nell'edizione 2016 erano stati 28 mila in totale, provenienti da 140 Paesi. Altri numeri: 49 mila operatori esteri e 130.000 visitatori, 5 mila gli incontri b2b già fissati nelle agende degli operatori esteri selezionati dalle attività di incoming congiunte che vedono collaborare la rete di delegati di Veronafiere e l'Italian Trade Agency (Ice) grazie al piano straordinario di promozione del Made in Italy promosso dal ministero dell'Economia e da Mipaaf.


Vinitaly, anche quest’anno, rappresenta il fulcro di un sistema di promozione e formazione continua che comprende la rete globale di Vinitaly International e della sua Academy, la guida 5StarWines THE BOOK, l’e-commerce di Vinitaly Wine Club, l'OperaWine, wine2wine, il fuori salone di Vinitaly and the City. Si tratta di una community sempre più evoluta per la promozione del settore vitivinicolo, integrata e completata da Sol&Agrifood, rassegna sull’olio extravergine di oliva e agroalimentare di qualità, e da Enolitech, salone sulle tecnologie per il settore del vino e dell’olio. Una serie di proposte e appuntamenti che Verona rivolge ogni anno a oltre 4.100 aziende espositrici, a cui si sommano le 291 di Sol&Agrifood e le 200 di Enolitech. La strategia commerciale resta saldamente mirata ai due grandi mercati degli Stati Uniti e della Cina, mercati da cui, nel 2016, sono arrivate le cifre di una creascita impetuosa: +130% buyer dal Paese del Dragone e più 25% dagli USA. 


Sono confermate le tradizionali aree tematiche: Vinitaly Bio, sul mondo del biologico certificato, ViViT, dedicato ai vini artigianali, e VinInternational, spazio che raggruppa la gran parte dei produttori esteri di Vinitaly. Torna anche il programma di degustazioni della VIA-Vinitaly International Academy e della rassegna Tasting Ex…Press. Da quest’anno, infine, parte il progetto sperimentale di innovazione digitale e dei servizi collegati per l’internazionalizzazione delle imprese, come previsto dalle linee del nuovo piano industriale di Veronafiere.
Tutti elementi che rendono Vinitaly un punto di riferimento oramai insostituibile anche per le aziende estere che incrementano significativamente la loro presenza nel padiglione Vininternational. A Stati Uniti, Francia, Spagna, Sudafrica, Germania, Argentina e Australia si aggiungono quest’anno, per la prima volta, Giappone, Andorra e Kosovo. Continua lo sviluppo parallelo anche del fuori salone di Vinitaly and the City pensato per separare i momenti in fiera riservati agli operatori e agli affari dalle iniziative per i wine lover. L’evento coinvolge il centro storico di Verona e, da quest’anno, anche Bardolino sul lago di Garda, aggiungendo un giorno in più di programmazione: da venerdì 7 a martedì 11 aprile. Ma è il "nettare degli Dei" a rimanere protagonista assoluto con etichette e "terroirs" di tutto il mondo: dall’Australia all’Ungheria, dalla Mar Morto al Peru, dall’Austria alla Gran Bretagna, dalla Slovenia all’Italia con i suoi vitigni più rari, fino all’Estremo Oriente per conoscere la Bordeaux della Cina. Un'occasione imperdibile per approfondire la conoscenza dei miti dell’enologia, dal Sassicaia allo Champagne, passando da Franciacorta, Trentodoc e Brunello di Montalcino.
                                                                                                              D. V.