Christo: “The Floating Piers”. Lago d'Iseo

Christo. The Floating Piers.
E' il riscatto internazionale, nel segno dell'arte contemporanea, del Sebino rispetto ai più blasonati Lago di Garda, Como e molti altri ancora. E' un desiderio quasi atavico che si realizza: collegare terraferma e acqua, camminando sopra un paesaggio che si riunisce, inglobando nello stesso itinerario rive, pontili e isole. Senza più aver bisogno di motoscafi, barche o battelli. Il tutto nel segno dell'ingegno di Christo, l'artista di origini bulgare che all'acqua ha dedicato buona parte della sua ricerca. L’opera? “The Floating Piers”.  

Per capire perché, dal 18 giugno 2016, il Lago d'Iseo diventa un'installazione di fama internazionale, bisogna, però, stare con i piedi ben piantati per terra e andare al Museo di Santa Giulia a Brescia e visitare la mostra "Christo and Jeanne-Claude. Water Projects" curata da Germano Celant in collaborazione con CVJ Corporation. O quantomeno consultarne il catalogo pubblicato in versione italiana e inglese. La pubblicazione contiene l’insieme dei progetti su larga scala, realizzati e non, da Christo e Jeanne-Claude dal 1961 al 2016. Oltre ai celebri monumenti impacchettati - dalla Kunsthalle di Berna (1967-1968) al Reichstag di Berlino (1971-1995) - sono presenti gli sbarramenti realizzati con barili o tessuti, da Wall of Oil Barrells - The Iron Curtain di Parigi (1961-62) a Valley Curtain a Rifle, Colorado (1960-62).

Poi i grandi oggetti gonfiabili, da 42,390 Cubic Feet Package di Minneapolis (1966) a 5600 Cubicmeter Package, Project for documenta IV a Kassel (1967-1968), i sentieri tracciati con tessuti come Wrapped Walk Ways a Kansas City (1977-1978), o con porte, come in The Gates a New York (1979-2005). I sette Water Projects, ovvero le installazioni connesse all’elemento acqua, sono documentati nel volume con maggiore ampiezza. In tali progetti, da Running Fence, Sonoma and Marin Counties, California (1972-1976) a Over the River, project for the Arkansas River, State of Colorado (dal 1992), gli artisti hanno lavorato in stretta relazione con paesaggi naturali, suburbani e urbani caratterizzati dalla presenza di mare, oceano, laghi e fiumi. 

E tra quest'ultimi ecco “The Floating Piers”, che sarà aperto al pubblico dal 18 giugno al 3 luglio 2016 e consentirà al pubblico di “camminare” sulle acque e sulle sponde del Lago d’Iseo per una lunghezza di tre chilometri. L’opera, attraverso un sistema di pontili modulari galleggianti ricoperti di scintillante tessuto giallo, collegherà il paese di Sulzano, in terra ferma, a Monte Isola per arrivare sino all’Isola di San Paolo. Tutte le opere in catalogo sono introdotte da una scheda che riporta elementi storici e tecnici, corredata da immagini di disegni preparatori, collages, modelli in scala, seguiti da documenti fotografici sui processi d’ideazione, di preparazione e di realizzazione. Il volume, oltre a un ricco apparato iconografico, accoglie un testo introduttivo di Celant e un suo dialogo con Christo. Il tutto completato da apparati scientifici, quali biografia, elenco dei progetti, bibliografia, filmografia. 

Uno degli studi preparatori di The Floating Piers.
Christo, classe 1935, emigrato negli Usa, aderisce in giovane età al movimento Nouveau Réalisme. La moglie Jeanne Claude ha segnato non solo la sua vita ma anche la sua arte e ogni realizzazione del maestro è un omaggio alla memoria della loro unione (i due sono nati lo stesso giorno e anno, Jeanne Claude si è spenta nel 2009). E anche sul Sebino, durante i numerosi sopralluoghi o gli incontri pubblici, l'artista dell'Est diventato famoso al di là dell'Oceano non ha mancato di ricordare il senso profondo di questa storia matrimoniale e sentimentale.

Dunque la creatività incontra l'acqua, elemento naturale per eccellenza, nel segno di Man Ray ma anche di uno sguardo utopico sulla fruizione dell'arte autofinanziata (mai museale) che si pone al servizio dei mille pubblici che cammineranno sul lago, lungo una promenade incredibile e, insieme, unica e inedita (anche per le soluzioni tecniche e logistiche adottate, boe comprese). Le sponde non servono più.

Christo rende omaggio alla natura e per alcuni giorni si fa egli stesso traghettatore e timoniere di un viaggio che relaziona la bellezza di un paesaggio ancora in parte incontaminato e selvaggio (ecco perché il Sebino è la "sede" ideale di “The Floating Piers”) con il senso di una ricerca che prima di tutto vuole essere un dono.

                                                                      Daniele Vaninetti

                                                      (foto di Andrea Belussi e Wolfang Volz)