Antica Corte Pallavicina, Polesine Parmense



Dell’Antica Corte Pallavicina, nelle terre di Giuseppe Verdi, ha già parlato mezzo mondo. Il culatello di zibello che si produce qui è paragonato, per raffinatezza e gusto, ai prodotti più esclusivi che dalla natura finiscono sulle tavole più importanti del mondo: il caviale iraniano, il tartufo d’Alba, il foie gras della Provenza, i grandi vini francesi. E da questa peculiarità arriva il successo di un’azienda agricola nobile in continua evoluzione, ed erede della storia trecentesca dei marchesi Pallavicino.

Al suo interno operano e convivono, fondendosi insieme, un ristorante gourmet appena aperto e già stellato Michelin, una tavola più semplice che in estate serve le sue prelibatezze all’aperto, sotto l’aia e il Palazzo delle Torri, un relais con le prime camere da sogno. E poi ancora le cantine: quella dei vini, dei formaggi e, soprattutto, dei salumi, il culatello come re di questo tempio. Ma dentro la Corte c’è molto altro: antichi saloni affrescati, piccoli angoli con i caminetti sempre accesi, mobili e broserie bellissimi, libri antichi. Tutto forse ancora da scoprire a pieno.

I fratelli Massimo e Luciano Spigaroli sono gli autori e, contemporaneamente, i registi di questo piccolo mondo antico riportato al suo splendore originario o a quella fase storica dove le massaie di Polesine Parmense si prodigavano a preparare il culatello di zibello perché arrivasse alla giusta stagionatura, pronto per essere degustato dall’autore dell’Aida e dai suoi ospiti. Questo celebre committente ha un po’ fatto la fortuna dell’Antica Corte Pallavicina che da allora, seppur con fasi alterne, ha ripreso a vivere e respirare di vita propria.

Quando visiti le tre stanze della cantina del culatello – senza nulla togliere alla qualità degli altri salumi che si preparano qui e che fanno da contorno a tutta una serie di altre proposte gastronomiche a tema – hai la strana sensazione di entrare in un’altra realtà dove solo la mano esperta dell’uomo può arricchire ulteriormente un “materiale” di partenza già ricco di sé, già quasi perfetto. Ma ci vogliono mesi – e il Principe Carlo d’Inghilterra o il Principe Alberto di Monaco lo sanno bene – per arrivare al capolavoro e basta una mossa sbagliata per compromettere tutto. Accanto a quelli di Carlo e Alberto, in bella mostra e ben ordinati alle pareti, compaiono gli altri ordinativi tra cui i culatelli per Armani o per tutti i più grandi ristoranti stellati italiani ed europei. Comprova che chi fa alta cucina non può mai sbagliare indirizzo, nel rifornirsi di quanto gli serve come materia prima.

Ma Corte Pallavicina merita un soggiorno o una sosta anche per la sua armonia d’insieme. Devi avere pazienza nello scoprire, stanza dopo stanza o ricetta dopo ricetta, i segreti di un posto che guarda al grande fiume come baricentro di tutta la sua storia ma che oggi, nell’epoca dei tablet e delle smart tv, sembra prepotentemente riaffermare la sua aristocratica immagine di luogo dove la tecnologia va lasciata fuori dalle torri che dominano il panorama di Polesine. E quando le temperature ridiventano miti, è uno spettacolo desinare sotto le volte dell’ex azienda agricola. Non devi attendere molto ed ecco una compagnia di ciclisti arrivare per la degustazione dei salumi o dei tortelli. In molti si riposano qui, all’ombra di una casa che è tra le poche, in Italia, ad essere già entrata nei Chateaux & Hotels Collection di Alain Ducasse, un indirizzario di prestigio che punta molto sul connubio albergo-ristorante.

                                                                                               Daniele Vaninetti

Antica Corte Pallavicina
Strada del Palazzo Due Torri, 3
43010 Polesine Parmense (PR)
Tel. 0524 936539
www.acpallavicina.com