Le grandi mostre | "Rubens a Palazzo Te". Mantova

Fondazione Palazzo Te presenta la mostra "Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà", allestita dal 7 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024 nella villa giuliesca a Mantova. L’esposizione curata da Raffaella Morselli con la collaborazione di Cecilia Paolini illustra il percorso dell’artista fiammingo evidenziando quanto le suggestioni intellettuali rinascimentali elaborate negli anni mantovani e italiani siano continuate, evolvendosi, nella pittura della sua maturità, per sedimentarsi come eredità artistica nei suoi allievi. Articolato in dodici sezioni che seguono il percorso di visita del museo, il progetto espositivo approfondisce le tematiche più affascinanti e prolifiche del pensiero rubensiano - dal mito all’idillio della natura, alla sfida del potere, dalla lezione di Giulio alla storia romana e alla filosofia che genera civiltà - presentandole al pubblico attraverso un corpus di oltre cinquanta opere in prestito dai più prestigiosi musei italiani e internazionali.
La presentazione della mostra su Rubens
Tra quest'ultimi il Musée du Louvre, il Museo Nacional del Prado, la National Gallery of Denmark e il Royal Museum of Fine Arts di Anversa. Accanto a una straordinaria selezione di oltre quindici opere di Rubens - tra queste "Achille scoperto da Ulisse tra le figlie di Licomede" del Prado, "Cristo sulla croce" del KMSKA e "Romolo e Remo allattati dalla lupa" dei Musei Capitolini - sono esposti una raccolta di incisioni provenienti dall’Istituto della Grafica di Roma e di disegni di Giulio Romano dal Louvre che facevano parte della collezione del fiammingo; l’intera serie della decorazione del salone principale della casa di Jacob Jordaens, allievo prediletto del maestro, mutuata dalla camera di Amore e Psiche di Palazzo Te, per la prima volta esposta in Italia; e altre importanti tele di pittori legati all’artista, come il collega Jan Brueghel il Vecchio, e i collaboratori Theodor van Thulden, Sebastian Vrancx e David Teniers (Il Giovane). Rubens risiedette stabilmente a Mantova in quattro periodi: appena arrivato in Italia, dopo il brevissimo viaggio in Veneto, tra agosto e ottobre del 1600; tra dicembre 1600 (dopo aver assistito, insieme alla corte gonzaghesca, alle nozze per procura di Maria de’ Medici a Firenze) ad agosto dell’anno successivo (quando partì per Roma); dal suo ritorno dall’Urbe, nel luglio del 1602, alla partenza per la missione diplomatica in Spagna, il 5 marzo 1603; dall’inizio del 1604 fino alla fine di novembre dell’anno successivo, quando partì nuovamente per Roma. Seguendo questa cronologia, appare evidente che abbia conosciuto de visu Raffaello e Michelangelo solo dopo aver visto Giulio Romano. Il poliedrico artista allievo di Raffaello fu per lui la certezza dell’approdo rinascimentale, che avrebbe portato ad altri linguaggi.

Raffaella Morselli: "Il colto umanista universale Peter Paul Rubens, educato nelle lettere nei territori liberi di quella che fu la Lotaringia, con la testa in fermento per le letture greche e latine apprese in patria, arriva nella città ducale dei Gonzaga nella calda e umida estate dell’agosto del 1600". Il palazzo, e le sue collezioni, dovettero sprofondare il fiammingo in una vertigine: Mantegna, Giulio Romano, Correggio, Tiziano, la scultura antica delle collezioni isabelliane, i cammei, gli artificialia, i tanti naturalia. Architetture, affreschi, quadri, statue, oggetti gli vennero incontro come degli amici che improvvisamente si materializzavano ai suoi occhi. Le opere esposte a Palazzo Te mettono in luce il dialogo con i miti e l’interpretazione di Giulio Romano e, non di meno, la sintonia mai interrotta con il Rinascimento e la favola mitologica: è qui che Rubens tramuta il suo mondo in un linguaggio universale capace di parlare a tutte le corti d’Europa. L’immaginifica popolazione di divinità e di testi antichi inventati e citati da Giulio Romano furono la palestra ideale per il colto Rubens. Sotto il tetto di Palazzo Te si consumò la conversione dell’artista da fiammingo ad italiano: Rubens è l’uomo nuovo universale, che oltrepassa i confini religiosi, geografici e politici, per inventare un nuovo linguaggio che è, a tutti gli effetti, internazionale. Una lingua figurativa europea, la prima della Storia dell’arte. La mostra  rientra nell’ambito dell’iniziativa "Rubens! La nascita di una pittura europea", promossa in collaborazione con Palazzo Ducale di Mantova e Galleria Borghese di Roma.


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