"Abruzzo in bolla" all'Aquila: lo spumante è il futuro

Sarà una giornata spumeggiante quella di venerdì 22 settembre 2023 all’Aquila, nel Colonnato di Palazzo dell'Emiciclo, dove le bollicine della regione saranno protagoniste di "Abruzzo in Bolla". L’incontro, organizzato dalla testata giornalistica Virtù Quotidiane e patrocinato dal Consorzio di tutela vini d’Abruzzo, vuole fare il punto, per la prima volta, sul mondo della spumantistica regionale, da anni in forte crescita e rilancio. La manifestazione si svilupperà in due momenti. Uno di approfondimento, con due masterclass alle 16 e alle 18 sull’abbinamento cibo e vino, e uno più corale, dalle 18 alle 21, con la possibilità di assaggio delle 12 cantine che aderiscono all’evento: Vin.co, Citra, Casal Thaulero, Eredi Legonziano, Centorame, Matteo Ciccone, Faraone, Luca Biagi, Piandimare, Francesca Valente, Cioti e San Lorenzo.
Photo "Abruzzo in bolla"
"Abruzzo in bolla" è un momento pensato per avvicinare il grande pubblico all’affascinante mondo delle bollicine su cui, al contrario di quanto si possa credere, questa Regione inizia ad avere molto da dire. "Pur non vantando una lunga tradizione spumantistica, oggi le cantine stanno investendo molto su questa tipologia, sia coloro che utilizzano il metodo classico sia quelli che hanno sposato il recente marchio collettivo Trabocco - spiega Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio tutela Vini D’Abruzzo -. Appoggiamo con entusiasmo questa iniziativa e ci auguriamo che tutto lo Spumante d’Abruzzo DOC cresca sempre di più, anche in virtù della naturale predisposizione dei nostri vitigni autoctoni alla spumantizzazione". L’ingresso alla manifestazione avviene esclusivamente su prenotazione (all’indirizzo abruzzoinbolla@virtuquotidiane.it) e per i banchi d’assaggio ha un costo di 20,00 euro. Il Consorzio ha recentemente spiegato: "Lo Spumante d’Abruzzo DOC 'Trabocco' è il primo spumante dall’identità tutta abruzzese: realizzato con Metodo Italiano, prodotto solo con uve autoctone e imbottigliato esclusivamente in Regione. Anche il nome fa riferimento ad una peculiarità territoriale: il Trabocco, un’antica macchina da pesca più volte celebrata da Gabriele d’Annunzio nel 'Trionfo della morte'. I trabocchi sono un tratto unico e distintivo della costa abruzzese e, come appendici sul mare, si inseriscono nel paesaggio caratterizzato da uliveti e vigneti che degradano dolcemente verso le rive. Inoltre, il mare e la costa, con la loro brezza, riportano alla mente sensazioni di freschezza, allegria e felicità, le stesse emozioni che regalano gli Spumanti d’Abruzzo DOC Trabocco, per un momento di vero piacere".

Photo "Abruzzo in bolla"
Ma conta anche la storia: "Da Ovidio a Polibio sono tante e autorevoli le testimonianze della presenza di una tradizione vitivinicola in Abruzzo già nell’antichità. Concentrata, fino al Rinascimento, prevalentemente nella Valle Peligna, in provincia de L’Aquila, la viticoltura abruzzese ha poi conosciuto una fase di rapida trasformazione, soprattutto nel periodo dell’Unificazione. Ma è negli ultimi 40-50 anni che la viticoltura abruzzese si è specializzata e in modo molto razionale ha via via abbandonato le aree più difficili per ridistribuirsi in quelle più vocate della collina litoranea. Il Montepulciano è tra i vitigni più diffusi e rappresenta oltre la metà della base ampelografica regionale, oltre a essere il vitigno di riferimento della DOC Montepulciano d’Abruzzo, che conta anche la tipologia Cerasuolo. Coltivato su circa 17 mila ettari, con un trend in continua crescita (negli ultimi anni oltre il 70% dei nuovi impianti sono stati realizzati con questo vitigno), si hanno notizie certe sulla sua presenza in Abruzzo sin dalla metà del Settecento. Segue poi il vitigno bianco Trebbiano d’Abruzzo con circa 14 mila ettari, che dà origine all’omonima DOC, altra protagonista della storia vinicola locale. Infine si annoverano una serie di vitigni tra autoctoni, nazionali e internazionali quali Passerina, Pecorino, Cococciola e poi Sangiovese, Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Merlot". E ora spazio alle bollicine. Il futuro?