Il Festival di Cannes 2023 è d'autore. Tutta la selezione


Sempre più d'autore. Dopo gli annunci delle anteprime mondiali delle ultime opere di Martin Scorsese e Pedro Almodovar (oltre al "ritorno" di Harrison Ford - Indiana Jones e di Johnny Depp sulla scena dei grandi film in costume), ecco che il Festival di Cannes annuncia per la sua Settantaseiesima edizione (16 - 27maggio 2023) anche l'arrivo di Wes Anderson, Ken Loach, Wim Wenders e Aki Kaurismaki, tra gli altri cineasti d'impegno e d'arte, e di ben tre pellicole italiane in concorso: "Il sol dell'avvenire" di Nanni Moretti, "La Chimera" di Alice Rohrwacher e "Rapito" di Marco Bellocchio, tutti in gara per la Palma d'oro. L'Italia non registrava un trio di titoli in lizza nella sezione principale dal 2015. L'ultima vittoria di un regista del Belpaese risale al 2001 con "La stanza del figlio" di Moretti, che sulla Croisette è di casa da tempo (come Bellocchio, d'altra parte). Vince la Settima Arte capace di emozionare e, insieme, riflettere.
Harrison Ford fa tornare a Cannes Indiana Jones
Il programma completo - salvo nuovi inserimenti - della rassegna è stato svelato dal delegato generale del festival Thierry Fremaux (nella foto di copertina) durante la conferenza stampa ufficiale a Parigi con la nuova presidente della kermesse Iris Knobloch. Frémaux ha annunciato i film in concorso: Club Zero di Jessica Hausner; The Zone Of Interest di Jonathan Glazer; Fallen Leaves di Aki Kaurismaki; Les Filles D'Olfa (Four Daughters) di Kaouther Ben Hania; Asteroid City di Wes Anderson; Anatomie D'Une Chute di Justine Triet; Monster di Kore-Eda Hirokazu; Il Sol Dell'Avvenire di Nanni Moretti; La chimera di Alice Rohrwacher; Kuru Otlar Ustune (Les Herbes Sèches /About Dry Grasses) di Nuri Bilge Ceylan; L'été Dernier di Catherine Breillat; La Passion De Dodin Bouffant di Tran Anh Hung; Rapito di Marco Bellocchio; May December di Todd Haynes; Firebrand di Karim Ainouz; The Old Oak di Ken Loach; Banel Et Adama di Ramata-Toulaye Sy (Opera prima); Perfect Days di Wim Wenders; Jeanne Du Barry di Maiwenn e Jeunesse di Wang Bing.

Photo Cannes Festival/Facebook

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Un po' di storia

"Simbolicamente, l'era moderna del Festival di Cannes è segnata anche da un cambio di location. Dalla fine degli anni '70, di fronte al crescente successo dell'evento, i responsabili capirono che prima o poi servirà un nuovo Palazzo. Al termine dell'edizione del 1982, il trionfo di ET, l'extraterrestre di Steven Spielberg, segna l'ultima proiezione del Palais Croisette che sarà demolito nel 1988. Il nuovo edificio, progettato da Druet e Bennett, fu completato nel 1983 e prese il nome di Palais des Festivals et des Congrès, ovvero "Bunker" per gli addetti ai lavori. Ospita come prima sessione, in break-in, la proiezione de La Valse des pantins ( Il re della commedia) di Martin Scorsese. Le sue nuove strutture, il Grand Théâtre Lumière e l'auditorium Claude Debussy contribuiscono al successo e all'influenza della rassegna in Costa Azzurra ma anche alla continua crescita del mercato del cinema che, superando il traguardo di 2.000 espositori e 600 proiezioni giornaliere alla fine del decennio, la vetrina  cinematografica più importante del mondo. Da quel momento in poi, la salita dei ventiquattro famosi gradini rossi divenne un vero e proprio rito di Cannes, ricevendo e mantenendo una copertura mediatica mondiale".

Il Palazzo del Festival di Cannes