Vittorio Storaro nella Sicilia terra di luce. Cusumano

A maggio 2022 Vittorio Storaro, vincitore di ben tre premi Oscar per la fotografia di "Apocalypse Now", "Reds" e "L’ultimo Imperatore", ha "camminato" i vigneti dell’Etna e di San Giacomo a Butera di Cusumano (qui sopra nella foto) e con una squadra di giovani registi ha realizzato una serie di contributi fotografici e video sulla luce della Sicilia. Partendo da questi contenuti, Perimetro ha aperto la open call "Lightland" alla sua community di fotografi intorno al tema della luce in Sicilia, energia della Madre Terra. Sarà proprio Storaro a presiedere la giuria di Lightland: le immagini selezionate saranno allestite in una mostra e a una raccolta fondi a scopo benefico che si terranno in ottobre a Milano. Il ricavato sarà devoluto all’Istituto Mario Negri, ente morale impegnato dal 1961 nella ricerca biomedica al servizio della salute pubblica. Le immagini dei partecipanti saranno condivise sui profili di @cusumanowinery e @perimetro con l'hashtag #Lightland".
"La potente luce della Sicilia - racconta Diego Cusumano -  è l’energia di questa terra. E i vini ne sono l’espressione. Con mio fratello Alberto ci interroghiamo da tempo su come raccontare il tratto distintivo della luce. La domanda ha assunto massima urgenza, ora, dopo due lunghi anni di buio. La scintilla che - è il caso di dire - ci ha illuminati, è scattata durante la lavorazione di un nuovo vino nella Tenuta di San Giacomo a Butera dove la luce è 'al quadrato' perché potenziata dalla rifrazione del terreno calcareo bianchissimo. Chi è il massimo interprete internazionale della luce? Con Vicky Gitto abbiamo pensato al maestro Storaro che all’invito che gli abbiamo rivolto insieme a Perimetro ha risposto con entusiasmo. Anche la finalità solidale - conclude Diego - è un modo per rivedere la luce", alludendo alla speranza che la ricerca infonde. "La Sicilia - racconta Storaro - ha avuto l’opportunità di coltivare la vite in una zona collinare vicino all’Etna in cui nei secoli, grazie alle tante eruzioni, si è formato uno strato scuro del terreno, quasi nero, che fa sì che mentre la pianta riceve la luce del sole il nero della terra assorbe il calore che scalda le radici, creando una congiunzione tra l'energia proveniente dal cielo e quella che si trasforma in calore. Sempre in Sicilia, a San Giacomo di Butera, il sole incontra un terreno molto chiaro, calcareo, per cui la pianta riceve nella parte aerea una luce incidente, mentre, nella parte bassa, il frutto e le foglie ricevono il riflesso di una luce soffusa, un'energia composta. Due luoghi particolari e completamente diversi che sfruttano gli elementi della vita, come ci insegnano i greci: la terra, il fuoco, l'acqua e l'aria. La comunione tra materia ed energia (l’opposto della materia) formano il giusto equilibrio. I greci, guarda caso, proprio in una delle fasi più creative di quel periodo, hanno costruito un tempio che si chiama 'della Concordia', un esempio di bellezza e di equilibrio architettonico che unisce in armonia le due parti: l'energia che viene dal cielo e quella offerta dalla terra". La terra bianca che riflette la luce intensa del potente sole siciliano, il mare che non si vede ma che è "portato" dal vento, hanno ispirato questo nuovo vino, vero e proprio concentrato di una luce doppia, quella del sole e quella riflessa dai trubi calcarei.

Il nome Fosnuri, ovvero due volte luce, restituisce la ricchezza e la complessità della storia della Sicilia, crocevia di genti diverse. Il cru è un Syrah in purezza, un vitigno che a sua volta arriva da lontano e trova sull’isola una dimora di elezione. E' coltivato nei bianchi terreni calcarei della Tenuta San Giacomo a Butera che sorgono a quota di 450 metri slm, con esposizione a sud: 3000 bottiglie ogni anno "per una ricarica luminosa". Il nome Fosnuri nasce dall’unione del termine luce in greco - fos φῶς e in arabo nuur نور. Una luce doppia, dunque, che racconta la peculiarità dei terreni calcarei su cui si alleva il Syrah nella Tenuta San Giacomo dove il suolo è ricco di trubi bianchi (in Sicilia l’esempio più noto di questa formazione geologica di età pliocenica è la Scala dei Turchi) che riflettono la luce del sole regalando una "luce al quadrato", diretta e riflessa, che garantisce alle uve una maturazione ottimale. Luce, fonte di vita, forti escursioni termiche tra giorno e notte e caldo diurno sono le condizioni ottimali per la maturazione di questo vitigno consentendo la perfetta e succosa maturazione delle uve. La raccolta viene fatta in cassette per conservare i chicchi intatti. Vinificazione: raccolta manuale, diraspatura delicata per vibrazione, macerazione di almeno 25 giorni con infusione più che estrazione, trasferimento manuale della vinaccia, malolattica e maturazione in fusti da 5 ettolitri per almeno 18 mesi.

Tenuta San Giacomo
Fondata da Alberto e Diego Cusumano nel 2001 a Partinico, dove ha sede, l'azienda produce vini eleganti e identitari in cinque tenute: Ficuzza a Piana degli Albanesi in provincia di Palermo, San Giacomo a Butera (Caltanissetta), Presti e Pegni sulle colline di Monreale, Monte Pietroso a Monreale, San Carlo a Partinico (Palermo). Nel 2013 la famiglia Cusumano ha creato Alta Mora racchiudendo sotto un unico nuovo marchio le contrade di Guardiola, Pietramarina, Verzella, Feudo di Mezzo e Solicchiata sull’Etna. La realtà di Perimetro nasce da un forte bisogno di riconnessione con le città. In un momento storico in cui la gente sembra essere assorbita da un sentimento di alienazione, ecco, una realtà che va in direzione diametralmente opposta: un Community magazine che racconta il territorio urbano. "Lo spazio che racchiude i nostri interessi, le persone che li alimentano, gli episodi, le intenzioni che continuamente nascono e si mostrano a noi. La nostra community e tutto quello che le gravita attorno. È una storia che abbiamo deciso di condividere in una maniera differente, con l’immagine. Attraverso lo sguardo di alcuni tra i fotografi più talentuosi della nostra generazione, Perimetro racconta le città".

Vittorio Storaro è nato a Roma il 24 Giugno 1940. Nel 1960 il Centro Sperimentale di Cinematografia lo diploma nella sezione di Ripresa Cinematografica. Il momento dell'esordio arriva nel 1968 con "Giovinezza Giovinezza" diretto da Franco Rossi, primo film che gli dà modo di esprimere completamente quei concetti che gli sono propri, come un'impronta digitale della sua visione figurativa. Registi come Luigi Bazzoni, Giuseppe Patroni Griffi, Giuliano Montaldo, Salvatore Samperi, Luca Ronconi, Rachid Benhadj, Alfonso Arau e particolarmente Bernardo Bertolucci, Francis Coppola, Warren Beatty, Carlos Saura e Woody Allen, lo portano, poi, a una maturazione sempre più approfondita dello stile cinematografico che gli ha permesso nel tempo una sempre più cosciente ricerca sulle possibilità creative luministiche dell'Immagine. La sua espressione artistica si concentra sin dagli inizi sulla luce, sulle sue possibilità di scrittura, sul suo valore di dialogo tra gli elementi contrastanti che la compongono, per passare successivamente a esplorare dall'interno la luce stessa, scoprendone le valenze espressive dello spettro cromatico, i colori che la compongono, dedicandosi allo studio degli elementi fondamentali della vita e alla loro possibile rappresentazione visiva. In questi ultimi anni la sua attenzione è stata rapita dalle intuizioni creative simbolizzate dalle muse, dalla possibilità di preveggenza creativa dei visionari e divinatorie dei profeti.  Il suo sogno, realizzato con l'edizione della prima trilogia la LUCE, i COLORI, gli ELEMENTI, è l'edizione della seconda serie di libri su Pittura, Filosofia, Simbologia de: le MUSE, i VISIONARI, i PROFETI, che fanno parte della sua vita creativa dal titolo "SCRIVERE CON LA LUCE". La sua aspirazione è il possibile riconoscimento legislativo del "Diritto d'autore" per tutti gli autori della cinematografia del mondo.

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L’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri IRCCS, con tre sedi a Milano e Bergamo, è una fondazione privata senza scopo di lucro dal 1961. Opera nella ricerca biomedica al servizio della salute pubblica. Nel 2018 Silvio Garattini ne diviene presidente lasciando la direzione dell’Istituto a Giuseppe Remuzzi, già coordinatore delle sedi di Bergamo. Indipendente rispetto a interessi commerciali, partiti politici, credo religiosi, l’Istituto sceglie di non brevettare le proprie ricerche per metterle a disposizione della comunità scientifica e dei pazienti. L’attività di ricerca vede impegnati 700 ricercatori in 10 dipartimenti e si focalizza principalmente su tumori, malattie rare, malattie cardio-vascolari, malattie neurodegenerative, malattie renali, trapianto d’organo, salute pubblica e inquinamento ambientale. Le oltre 16.000 pubblicazioni scientifiche attestano il riconoscimento internazionale dell’Istituto, sempre al fianco dell’ammalato.

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www.cusumano.it