A Ridley Scott Il premio Cartier Glory to the Filmmaker

L'inizio è folgorante: dal debutto con l'affresco storico de "I Duellanti" nel 1977 - film da cineteca e prova autoriale che ancora oggi resta un piccolo capolavoro di ritmo e ambientazione - a "Thelma & Louise" di quattordici anni dopo, Ridley Scott (nella foto sopra, dalla pagina Facebook del regista) "si permette" di girare "Alien" (1979) e "Blade Runner" (1982). Il maestro britannico - classe 1937, da anni anche produttore televisivo - entra così, d'impeto, nell'olimpo mondiale del cinema proponendo grande spettacolo unito a temi e riflessioni solo apparentemente di genere. "Alien" e soprattutto "Blade Runner" fanno subito scuola, entrano presto nella leggenda dell'arte filmica novecentesca e si meritano ancora oggi il successo internazionale riscosso quarant'anni fa.
Ridley Scott (Photo Scott Council)
Questo collaudato e riuscito binomio arte filmica-emozioni continua con l'affermazione globale de "Il gladiatore" nel 2000, con il successivo "Black Hawk Down"(tra i migliori film di guerra sulle missioni Usa all'estero e pertanto ancora attualissimo) e con "Le crociate" del 2005 (lezione d'autore su come si possa raccontare il dualismo Occidente-Islam senza rinunciare mai all'onestà intellettuale ma anche al fascino del racconto e della ricostruzione storico-scenografica). 
Il sodalizio con Russel Crowe (premio Oscar per "Il Gladiatore") continua anche in "Un'ottima annata - A Good Year" del 2006 mentre poi arriveranno i nuovi titoli dedicati alla fantascienza: il Matt Damon di "Prometheus" (2012), "Alien: Covenant" (2017), tra gli altri. "Tutti i soldi del mondo" (2017), The Last Duel (2021) e "House of Gucci" (2021) chiudono, per ora, un'avventura filmica ininterrotta, viva e vitale da 45 anni. Giusto e sacrosanto, dunque, che La Biennale di Venezia e Cartier abbiano annunciato che proprio al grande regista britannico è stato attribuito il premio Cartier Glory to the Filmmaker della Settantottesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (1 - 11 settembre 2021), dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo. La consegna del riconoscimento di Cartier avrà luogo venerdì 10 settembre in Sala Grande (Palazzo del Cinema) alle ore 21.15, prima della proiezione fuori concorso di "The Last Duel" (Usa, Regno Unito, 142') con Matt Damon, Adam Driver, Jodie Comer e Ben Affleck. Il film è un racconto di tradimento e vendetta che mostra la brutalità del XIV secolo in Francia, prodotto da 20th Century Studios.

Photo pagina Facebook Blade Runner Italia
Proprio a proposito di questo tributo veneziano il direttore della Mostra Alberto Barbera ha osservato: "L’approccio personale al cinema di genere, in grado di conciliare esigenze dello spettacolo, aspettative del grande pubblico e pretese dei critici, costituisce l’elemento che maggiormente caratterizza il cinema di Ridley Scott... che ha dimostrato di poter attraversare con naturalezza i generi più disparati, innestando nuova linfa vitale in ciascuno di essi. Con 'Thelma & Louise' è sembrato anticipare  di molti anni il dibattito odierno sulla condizione femminile e l’ansia di affermazione che la contraddistingue... Tra i suoi meriti indiscutibili ci sono lo straordinario talento visivo e il gusto pittorico di cui ha dato prova, al servizio della creazione di sontuose immagini barocche e graficamente maestose, accompagnate da una rara e preziosa abilità nel dirigere gli attori". Giustamente Barbera sottolinea la centralità di "Blade Runner" nell'intera filmografia di Scott, quasi a segnarne passato e futuro perché capace di stabilire nuovi paradigmi stilistici e persino politici nel racconto di fantascienza sul grande schermo, ribaltando ripetutamente certezze e convenzioni dello spettatore, che infatti resta spiazzato. "Siamo orgogliosi di unirci alla Biennale di Venezia nell’onorare Ridley Scott per il suo straordinario lavoro, per il talento e per l’eccezionale contributo al cinema contemporaneo - ha dichiarato Arnaud Carrez, chief Marketing Officer di Cartier -. Dagli anni Settanta arricchisce con le sue opere il mondo del cinema e rappresenta un vero pilastro della creatività artistica dei nostri tempi".

 
Harrison Ford e Ridley Scott (pagina Facebook Ridley Scott)
Dall'edizione 2021 Cartier collabora con La Biennale di Venezia nel ruolo di main sponsor della manifestazione, contribuendo allo stesso tempo a sostenere la produzione del cinema contemporaneo. Nell’ambito di questa collaborazione, proprio da quest'anno in poi, il Cartier Glory to the Filmmaker Award verrà dedicato, di anno in anno, ad una personalità che abbia apportato notevoli innovazioni nell’industria del cinema contemporaneo. "L’arte e la cultura sono sempre state intimamente legate alla storia di Cartier. Questa nuova collaborazione con uno dei più rinomati eventi culturali a livello internazionale si basa sugli impegni duraturi della Maison, volti a preservarne l’eredità culturale e a sostenere la produzione artistica contemporanea". Nel 1995 il grande regista inglese ha fondato la Scott Free Productions, società di produzione destinata a film e progetti televisivi quali "Blade Runner 2049", "Assassinio sull’Orient Express", "Hannibal", "American Gangster", "Zona d’ombra", la fiction CBS acclamata dalla critica "The Good Wife", il suo spin-off "The Good Fight" e l’attesissima serie di fantascienza HBO "Max Raised  by Wolves". I più recenti film prodotti dalla Scott Free sono "American Woman" di Jake Scott, "L’amico del cuore" di Gabriela Cowperthwaite e "Dove la terra trema" di Wash Westmoreland. I più recenti lavori di Ridley Scott sono "Alien: Covenant", sequel di Prometheus, con Michael Fassbender e Katherine Waterston e "Tutti i soldi del mondo", con Christopher Plummer, Michelle Williams e Mark Wahlberg. Oltre a "The Last Duel" (presente a Venezia), con Matt Damon, Ben Affleck e Jodie Comer, sono attesi "House  of Gucci", con Lady Gaga, Adam Driver, Jared Leto e Al Pacino e "Kit Bag" con Joaquin  Phoenix.
                                                                                                         
                                                                                                            a cura di Daniele Vaninetti