Ricordo di Nino Manfredi: quei film da non dimenticare

Ricordare Nino Manfredi (nella foto qui sopra dalla Pagina Facebook dell'attore) nei giorni del centenario della nascita tra nuovi libri, docu-film e omaggi, che finalmente diventano corali, significa ricollocarlo come interprete unico e originalissimo nella storia del cinema e dello spettacolo del secondo Novecento italiano (davanti e dietro la macchina da presa, in tv e sui mille palcoscenici della sua vita). Giustizia è fatta e Nino, nato a Castro dei Volsci (Frosinone) il 22 marzo 1921, riconquista il  suo posto di primissimo piano nella memoria nazionale del grande schermo, accanto ai "mostri sacri" Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi e Alberto Sordi.
Nino Manfredi in "Caffè Express" di Nanni Loy (Photo Cinecittà)
Occorre, giocoforza, ripartire dal set. Da tre, in particolare. Il primo capolavoro è  "Pane e cioccolata" (1974) sceneggiato e diretto da Franco Brusati, opera-denuncia ancora attualissima sui temi dell’emigrazione (in questo caso il racconto-riflessione è ambientato nella ricca Svizzera, terra per elezione, insieme alla Germania, della fuga  italiana del Dopoguerra di molti italiani in cerca di un riscatto lavorativo). La corsa contro il tempo per ottenere il fatidico permesso di soggiorno, il trattamento da serie B riservato all'epoca agli italiani, storicamente speculare all’odissea vissuta da tanti profughi extraeuropei di oggi, tutti i temi del razzismo interno al Vecchio Continente, dominano la vicenda, sino alla decisione del protagonista del film di continuare nella sua lotta per ottenere rispetto umano e dignità sociale. Dramma (con scene choc proprio sul fronte della condizione dell’immigrato in terra elvetica) e commedia si alternano in questa pellicola amara, pluripremiata, dai tempi perfetti e dalla visione profetica che giustamente si è meritata la collocazione tra i 100 film italiani da salvare (il restauro è avvenuto  a cura della Cineteca di Bologna nel 2014). Il secondo snodo è "Café Express" del 1980 diretto da Nanni Loy.


Qui Nino Manfredi recita le parti di Michele Abbagnano, disabile, venditore senza licenza di caffè sui treni che collegano la Lucania a Napoli. La storia di questo invalido napoletano e il racconto delle vicissitudini della sua "clandestinità ferroviaria" per mantenere in collegio il figlio di 14 anni si mantengono nel solco della migliore commedia all'italiana ma sfiorano molte volte il cinema-verità e di denuncia sociale, della serie: come essere costretti a sbarcare il lunario in tempi difficilissimi (che in Italia sembrano non finire mai). Il terzo momento importante - indimenticabile anche per la regia di Ettore Scola, premiato a Cannes - è il più  surreale e crudele di tutti: "Brutti, sporchi e cattivi", girato dal regista romano nel 1976 e ambientato nelle baraccopoli delle periferie romane trasformate in un Girone Dantesco. Qui il capo-famiglia (o capo-clan?) interpretato da Manfredi assume la maschera dell'indifferenza e della sopraffazione nella povertà con momenti da tragedia-simbolo dell'emarginazione urbana più negletta e miserevole della storia italiana. Non c'è spazio per la speranza sul volto dell'attore ciociaro in un'interpretazione tanto magistrale quanto straniante. In occasione del 45° anniversario dalla vittoria di Ettore Scola al Festival di Cannes, proprio in questi giorni CG Entertainment lancia la campagna di crowdfunding START UP! per pubblicare per la prima volta in alta definizione il Blu-Ray Limited Edition proprio di "Brutti, sporchi e cattivi". Il progetto è reso possibile grazie alla collaborazione di Surf Film. L'edizione numerata (500 copie) sarà pubblicata solo al raggiungimento di 300 copie pre-acquistate entro il  18 marzo.



E arriva anche l'omaggio del figlio: "Un friccico ner core - I 100 volti di mio padre Nino" di Luca Manfredi. Il libro, già nelle librerie e negli store digitali per le edizioni Rai, accompagna anche un’altra opera letteraria a tema, "Alla ricerca  di Nino Manfredi" di Andrea Ciaffaroni, che esce il 18 marzo 2021 per Sagoma editore ed è stato realizzato grazie al supporto del Centro Sperimentale di Cinematografia. Il libro di Luca è un libro intimo, famigliare, gli occhi di un figlio che hanno guardato  “I 100 volti…” del proprio papà, come recita il sottotitolo, e quindi raccontano soprattutto un padre, seppur non uno qualunque, ma un artista eclettico e articolato come è stato Manfredi. "Entrato nelle case di tutti gli italiani con la  naturalezza di un amico di famiglia, ci ha stupiti, emozionati, fatti ridere e commossi in sessant'anni di carriera, dal primo trionfo a Canzonissima nel 1959 ai suoi più di cento film, per il grande e piccolo schermo, da 'Il padre di famiglia' a 'Straziami  ma di baci saziami' all'indimenticabile Geppetto nello sceneggiato televisivo 'Le avventure di Pinocchio' di Luigi Comencini (al confronto molte serie di oggi impallidiscono, ndr), senza dimenticare la sua prima regia, subito con echi internazionali: 'Per  grazia ricevuta' (1971), premio Miglior Opera Prima a Cannes". Luca Manfredi narra un lato diverso, privato e intimo dell'artista spentosi a Roma nel 2004, a tutto tondo. E lo fa anche nel documentario "Uno, Nessuno, Cento Nino" che Sky Arte manda in onda lunedì 22 marzo 2021 alle 21.15 proprio nel giorno del centenario. L'opera si avvale di materiale di repertorio e di nuove riprese e si propone di raccontare tanto la carriera da attore quanto la vita privata del padre, offrendo un ritratto inedito in occasione  della nascita di questo personaggio chiave dello spettacolo italiano. 

                                                                                                    a cura di Daniele Vaninetti