Brescia annuncia: Zehra Doğan ArtReview Power 100

Zehra Doğan

Il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei, presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov, sono lieti di annunciare il riconoscimento attribuito all’artista Zehra Doğan dalla prestigiosa rivista internazionale ArtReview nell’ambito dell’Art Power 100 (Bmw Group Culture), la consueta classifica annuale delle 100 personalità più influenti nel sistema dell’arte. L’artista curda ha conquistato il 97° posto nella graduatoria nota per essere indicatore di tendenze e aspirazioni dell'intero settore.
Afrin
La grande visibilità e il prestigio internazionale di Zehra Doğan sono un riconoscimento dell'attenzione data dalla città di Brescia all’artista e giornalista curda che dal 16 novembre 2019 all’8 marzo 2020 nel Museo di Santa Giulia ha debuttato a livello europeo con la sua prima mostra di impronta curatoriale "Avremo anche giorni migliori - Zehra Doğan. Opere dalle carceri turche”, inaugurata in occasione del Festival della Pace. Fondazione Brescia Musei è stata la prima istituzione in Italia e Europa a dedicarle una mostra personale, curata da Elettra Stamboulis, nella quale le opere realizzate in clandestinità durante la sua lunga prigionia nelle carceri turche sono state esposte con un grande successo (17.456 visitatori), segnandone la scoperta da parte del pubblico europeo. L’artista è stata editata per la prima volta in Occidente da Skira e Fondazione Brescia Musei con il catalogo "Zehra Doğan. Avremo anche giorni migliori. Opere dalle carceri turche". La "personale" nella Città della Leonessa è stata il volano che ha permesso di far conoscere al grande pubblico la qualità e il carattere poliedrico della sua ricerca artistica, caratterizzata da un fervente attivismo politico e dall'impegno sociale. Il progetto espositivo è stato accompagnato da numerosi eventi speciali fin dall’inaugurazione che ha visto la partecipazione del presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Il 23 novembre 2019 l’artista ha realizzato una performance live presso il Museo di Santa Giulia realizzando il ritratto di Hevrin Khalaf, segretaria generale del Partito del Futuro siriano e attivista per i diritti delle donne, uccisa barbaramente il mese prima da un commando di miliziani. L’opera sarà esposta nel corso del 2021 presso la Presidenza del Consiglio Comunale di Brescia per dare concretezza al rapporto tra la presenza dell’artista in città e l’evento Festival della Pace organizzato dallo stesso Consiglio comunale da cui il progetto espositivo è scaturito.

Palestina
A coronamento del sodalizio tra Fondazione Brescia Musei e l’artista, il 20 luglio 2020 è stata presentata un’opera site-specific di Zehra dedicata alla resistenza della città di Brescia al Coronavirus che l’artista ha voluto donare alla Fondazione. Colta a Ginevra dal lockdown e quindi impossibilitata a produrre direttamente a Brescia un murale, ha realizzato un lavoro digitale stampato su una superficie di 130 mq per ornare un affaccio monumentale su Piazza del Foro, cuore archeologico della città (vedi Style Legends del 23 luglio 2020). La scoperta dell’artista da parte di Fondazione Brescia Musei rientra nel ciclo "arte e diritti umani" dedicato ad approfondire tematiche sociali di cui la mostra dedicata a Zehra è stata il secondo episodio dopo "Porti possibili: sei artisti per l’accoglienza", instant exhibition allestita al Museo di Santa Giulia nell’acme della crisi dei migranti nel Mediterraneo tra fine 2018 e inizio 2019. Zehra è nata nel 1989 a Diyarbakır, in Turchia. Si è laureata alla Dicle University’s Fine Arts Program e ha co-fondato la prima agenzia stampa costituita unicamente da donne, JINHA (Jin in curdo significa donna), per la quale ha lavorato dal 2010 al 2016, finché non è stata chiusa da un decreto governativo. Nel corso di questi anni, Zehra Dorğan è stata insignita di diversi premi, come il Metin Göktepe Journalism Award, uno dei più prestigiosi in Turchia e recentemente l'"Exceptional Courage in Journalism Award" della Fondation May Chidiac (MCF), in Libano. Durante la guerra in Iraq e Siria, l’artista e giornalista ha seguito direttamente le vicende da entrambi i Paesi ed è stata una delle prime reporter a raccontare la storia delle donne Yazide ridotte in schiavitù dall’Isis nel nord dell’Iraq.

Auto-dinamica
Nel periodo del conflitto nelle aree curde della Turchia, Doğan ha provato a raccontare la guerra nelle città interessate dal coprifuoco come Cizre e Nusaybin, zone in cui la presenza dei giornalisti era bandita dal governo nazionale. Nel luglio 2016 è stata imprigionata a Mardin, il giorno dopo aver lasciato Nusaybin. A seguito di un processo, nel marzo 2017, è stata condannata a scontare 2 anni 9 mesi e 22 giorni di carcere per "propaganda terrorista" a causa dei suoi scritti giornalistici e di un acquerello. Il 23 ottobre 2018 un prelievo forzato ha condotto l’artista dalla prigione di Diyarbakir a quella a più alta sicurezza di Tarso. L’opera di Zehra è stata esposta nell’agosto 2016 in Francia, presso il Douarnenez Film Festival. Nel 2017, in attesa del processo dopo la prima detenzione, ha organizzato una mostra a Diyarbakır, dal titolo "141" (il numero dei giorni trascorsi in cella) con i dipinti realizzati in prigione. L’8 ottobre 2018, in occasione del’84° International Pen Congress in India, Zehra diviene un membro onorario dell’associazione in absentia. Nello stesso anno, le opere incluse in "141" e i dipinti prodotti tra la sua liberazione e le successive incarcerazioni sono stati nuovamente esposti in Europa grazie al lavoro dei volontari dell’associazione Kedistan. A novembre 2019 è stato pubblicato dalla casa editrice "Editions de Femmes" il suo carteggio con Naz Oke durante la prigionia (“Nous aurons aussi de beaux jours”, da cui trae ispirazione il titolo della mostra di Brescia). A novembre 2020 ha vinto la prima edizione del Premio Carol Rama, promosso da Fondazione Sardi nell’ambito di Artissima.

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Didascalia completa delle immagini dall'alto in basso:

1 - Zehra Doğan all'opera a Brescia nel 2019 tra il pubblico. Photo credit Christian Penocchio - Comune di Brescia 

2 - Zehra Doğan, Afrin, 2018, carcere di Diyarbakir, 130x90 cm, rosa canina, caffè, candeggina, penna a sfera su lembo di gonna. Photo credit: Jef Rabillon

3 - Zehra Doğan, Palestina, 8 giugno 2019, Londra, 92x97 cm, miscele naturali su tela. Photo credit: Jef Rabillon

4 - Zehra Doğan, Auto-dinamica, 2017, carcere di Diyarbakir, 67x56 cm, penna a sfera, caffè, curcuma, succo di prezzemolo su giornale. Photo credit: Jef Rabillon