L'eredità consegnata a Gstaad da Yehudi Menuhin, il grande violinista statunitense (New York City, 22 aprile 1916 - Berlino, 12 marzo 1999) naturalizzato svizzero che trascorse gran parte della sua carriera solistica e di direttore d'orchestra in Gran Bretagna, e che stupiva il mondo intero suonando i suoi preziosi Guarneri del Gesù e Stradivari, si fa sentire, eccome. Tanto che nell'Oberland Bernese, con un'attenzione sempre vigile sull'evoluzione della pandemia, il cantiere del Festival 2021 (al via il 16 luglio, chiusura il 4 settembre) è già in fibrillazione. Sarà un'estate musicale tutta dedicata a Londra, come metropoli, fucina musicale mondiale e terra di grandi compositori e interpreti. L'intero team del Gstaad Menuhin Festival & Academy sta lavorando da mesi per preparare un'edizione - la n.65 - allo stesso tempo attraente e compatibile con la situazione sanitaria. La patria prescelta di Menuhin - quella in cui si è sviluppata la sua identità musicale, dove ha incontrato i due "titani" della musica inglese, Edward Elgar e Benjamin Britten - sarà al centro delle tematiche della rassegna del Saanenland. Un'esplorazione dell'intero spettro storico londinese e britannico, da Dowland, Purcell e Handel a Elgar, Britten, Queen e Beatles. Sebbene a Gstaad il direttore artistico Christoph Müller non svelerà cartellone, nomi e dettagli della kermesse fino al 1° febbraio 2021, è già possibile fare i primi nomi dei protagonisti scelti per confermare questo Festival ai vertici della programmazione estiva europea: i violinisti Daniel Hope (che aprirà i "fuochi d'artificio" con ben tre serate) e Julia Fischer, il baritono Thomas Hampson, The King's Singers, Khatia Buniatishvili (musiche di Tchaikovsky), Isabelle Faust, le contaminazioni sonore di Chick Corea (che festeggerà il suo 80 ° compleanno proprio in concerto a Gstaad), il pianista francese Bertrand Chamayou e le star del solismo mondiale - sempre sull'"asse" violino/pianoforte - Patricia Kopatchinskaja, Fazil Say , Hélène Grimaud e Maria João Pires.
![]() |
Hélène Grimaud (Photo Matt Hennek) |
a cura di Daniele Vaninetti
www.gstaadmenuhinfestival.ch
Photo Gstaad Menuhin Festival/Facebook