Ravenna Festival 2020, quaranta eventi dal 21 giugno

L’Italia della musica non solo riparte ma continua con Ravenna Festival: oltre quaranta eventi in programma tra il 21 giugno e il 30 luglio, per un nuovo calendario che accanto ai concerti include appuntamenti con il teatro e la danza. Il palcoscenico principale è quello della Rocca Brancaleone, ma il Festival raggiunge anche Cervia e Lugo. Una trentunesima edizione che era sembrato impossibile immaginare mentre le misure anti-Coronavirus chiudevano teatri e auditorium in tutta Italia e che per questo splende ancora più luminosa, pur nel rispetto delle norme per la sicurezza di artisti, personale e spettatori.
Riccardo Muti (Photo Ravenna Festival/Facebook)
Mentre Riccardo Muti dirige la sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il soprano Rosa Feola per il concerto di apertura del 21 giugno (e tornerà sul podio per altri due appuntamenti), fra gli artisti ospiti figurano Accademia Bizantina, Beatrice Rana, Mario Brunello, Valery Gergiev, Iván Fischer, Anna Prohaska, Sergio Castellitto, Isabella Ferrari, Neri Marcorè, Giovanni Sollima, Stefano Bollani, Vinicio Capossela, Brunori Sas. Il Festival sta inoltre predisponendo una piattaforma digitale dedicata per la trasmissione degli eventi. Si può fare: è questa la risposta di Ravenna Festival agli interrogativi che per mesi hanno messo in dubbio il futuro, non solo prossimo, dello spettacolo dal vivo ai tempi del Coronavirus. "Questa edizione, straordinaria sotto ogni punto di vista, non sarebbe stata possibile senza il sostegno di tutti coloro a cui va il ringraziamento del Festival - sottolinea il sovrintendente Antonio De Rosa -. In particolare il MiBACT, la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Ravenna per la conferma dei contributi, unitamente a Eni, da sempre partner principale della manifestazione; ma anche gli Amici sostenitori, le fondazioni bancarie e le tante imprese sponsor che, pur in un periodo di grandi difficoltà, stanno generosamente accompagnando la Fondazione Ravenna Manifestazioni in quest’impresa".


Beatrice Rana (Photo Ravenna Festival/Facebook)
E ancora: "Non ci siamo mai sentiti soli perché siamo parte di una squadra forte e solidale, unita dall’obiettivo di proteggere la continuità nel mondo della cultura e della musica; una luce che non deve spegnersi e va alimentata con l’irrinunciabile e insostituibile emozione dello spettacolo dal vivo. Siamo inoltre grati alle amministrazioni comunali di Cervia e Lugo, che hanno deciso di essere al nostro fianco allestendo nelle due cittadine spazi di spettacolo nel rispetto delle norme sanitarie e nel segno del dialogo con il Festival". Fin da subito in prima linea per il ritorno in scena, a partire dalla creazione di un protocollo per eventi all’aperto compatibile con le normative, il Festival ha ridisegnato l’edizione 2020 facendo della propria trentennale storia la chiave di volta su cui ricostruire il presente. Proprio alla Rocca Brancaleone, il 1° luglio 1990, Riccardo Muti inaugurò la prima edizione della manifestazione e nel 2020 la Rocca torna a essere il cuore del Festival e i primi sul palcoscenico saranno 62 musicisti dell’Orchestra Cherubini, quella nuova generazione che più di ogni altra rischia di rimanere schiacciata dal peso del silenzio di questi mesi.


Sergio Castellitto (Photo Ravenna Festival/Facebook)
Quasi interamente mozartiano il programma, ad eccezione dell’apertura con Rêverie di Aleksandr Nikolaevic Skrjabin; seguiranno il mottetto Exsultate, jubilate KV 165 e l’Et incarnatus est dalla Messa in do minore KV 427, entrambi affidati a Rosa Feola. Corona il concerto la Sinfonia n. 41 in do maggiore KV 551, la solenne e grandiosa “Jupiter” con cui il genio di Mozart seppe librarsi al di sopra delle avversità di uno dei periodi più bui della propria vita. L’Orchestra Cherubini sarà diretta da Muti anche per il concerto dell’Amicizia, replicato nel Parco Archeologico di Paestum, e per la serata con il violoncellista dei Wiener Tamás Varga, nonché da Valery Gergiev per un programma omaggio a Beethoven, di cui ricorre il 250° anniversario della nascita. Oltre alla Pastorale sarà eseguito il Terzo concerto con solista al piano Beatrice Rana, il cui nome per la critica è ormai sinonimo di perfetto controllo e profonda poesia.



La sezione sinfonica si completa con la Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer (in programma Wagner, Britten e Haydn) cui si unisce il soprano Anna Prohaska. Ancora Beethoven, in questo caso le sue sonate, per il primo violino della Scala Francesco Manara e Cesare Pezzi al pianoforte; il Quartetto Noûs abbina invece il compositore di Bonn a Šostakovic. Il pianoforte sarà protagonista di due recital affidati a Nikolay Khozyainov e Filippo Gorini. Il violoncello è la stella assoluta per due serate, l’una con un ensemble guidato da Giovanni Sollima e la seconda con l’Orchestra Notturna Clandestina diretta da Enrico Melozzi mentre gli otto contrabbassi dei Ludus Gravis sorprenderanno gli spettatori con le proprie risorse sonore. Accademia Bizantina, vero e proprio orgoglio della città ed ensemble applaudito in tutto il mondo, presenta "Il Trionfo del tempo e del disinganno" di Händel, formidabile e toccante allegoria sull’esistenza umana.

Valery Gergiev (Photo Silvia Lelli)
Altra gemma del territorio, il controtenore lughese Carlo Vistoli si esibirà con l’ensemble Sezione Aurea per un programma dedicato agli amori nella Venezia del ‘600. L’itinerario attraverso il repertorio pre-bachiano continua con "La peste di Amburgo", raccolta di pagine di uno dei generi più praticati nel XVII secolo, il "Lamento", affidata all’ensemble Il suonar parlante diretto da Vittorio Ghielmi, "Guarda a Oriente", attraverso le musiche di Matteo da Perugia e i mottetti del Codice di Cipro, La fonte musica diretta da Michele Pasotti, il solo concerto ripreso nella Basilica di San Vitale in assenza di pubblico. La Basilica di Santa Maria in Porto accoglierà invece la liturgia presieduta dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia mons. Lorenzo Ghizzoni e accompagnata dall’Ensemble Recitarcantando, rinnovando così la tradizione di In templo Domini. Accademia d’Arcadia dedica il proprio concerto alla pittrice caravaggesca Artemisia Gentileschi e La Pifarescha a La battaglia di Lepanto, momento cruciale nella storia del Mediterraneo. Con "Teleion" Matteo Ramon Arevalos e Camilla Lopez inseguono invece sonorità più antiche, quelle di frammenti di musica greca.



Il Festival accoglie il debutto di due nuove produzioni che, nate proprio durante il lockdown, intendono trasformare in potenzialità il distanziamento sociale. Da una parte un matrimonio di musica e danza, a cura di Daniele Cipriani, unisce grandi solisti - Mario Brunello e Beatrice Rana - ed étoiles, tra passi a due che coinvolgono gli "affetti stabili" delle coppie d’arte e di vita (Silvia Azzoni e Alexandre Ryabko dell’Hamburg Ballet, Iana Salenko e Marian Walter dell’Opera di Berlino) e assoli affidati a Hugo Marchand dell’Opéra di Parigi, Sergio Bernal già Balletto Nazionale di Spagna e Matteo Miccini dello Stuttgart Ballet. Per la prima volta insieme, Sergio Castellitto e Isabella Ferrari portano invece in scena, con la regia dello stesso Castellitto, "Ci sono giorni che non accadono mai", un nuovo testo di Valerio Cappelli dedicato al desiderio e alle inquietudini in tempo di Covid-19 e affetti virtuali, su note inedite del leggendario Ennio Morricone. Profondamente attuale anche "Requiem for a Dying Planet", ritratto in musica di Werner Herzog attraverso le musiche composte da Ernst Reijseger per i documentari del regista sul rapporto uomo-natura.


L’incontro fra musica e cinema raddoppia con "City Lights" di Charlie Chaplin, la cui colonna sonora, composta dallo stesso Chaplin, sarà eseguita dal vivo dall’Orchestra Corelli diretta per l’occasione da Timothy Brock. Vinicio Capossela sarà sul palcoscenico con "Pandemonium". Il repertorio cantautoriale italiano sarà il firmamento che brilla su "Le mie canzoni altrui", la serata del poliedrico Neri Marcorè. Alla divina Mina invece la dedica in chiave jazz di Danilo Rea, Massimo Moriconi e Alfredo Golino con Tre per Una. Sarah Jane Morris si accompagna al Solis String Quartet per i quadricanzone di "Ho ucciso i Beatles".